SIENA. Da Giulio Landi di In campo riceviamo e pubblichiamo.
“Il Santa Maria della Scala è stato in tempi recenti terreno di scontro politico per interessi locali e non solo, trovandosi “tirato per la giacca” tra i fan del “Museo di se stesso” e i sostenitori del “E’ un contenitore adatto a tutto”.
Il Santa Maria della Scala ha tutti i numeri – anche per estensione di superficie – e il potenziale per essere il “Louvre” senese e della Toscana sud-est, abbracciando Alto lazio, Umbria e Marche: Museo di se stesso, Polo di eccellenza per gotico, spazio espositivo, luogo della “Biennale del SMS” dunque (ad esempio per replicare periodicamente l’esperienza di successo della Mostra di Ambrogio Lorenzetti che ha laureato oltre 50.000 ambasciatori della bellezza di Siena nel mondo, anche con artisti tra il 200 e il 400 senese), ma anche crocevia di accordi con musei importanti, a livello internazionale, per ospitare mostre temporanee di qualificazione dell’immagine del SMS.
In base alle necessità identificate, e alle opportunità create, sarà più realistico valutare e decidere i recuperi da terminare e saranno stabilite le priorità future; molti spazi risulteranno ancora in eccedenza e servirà ragionare per capire se sia possibile un diverso utilizzo, e se questo diverso utilizzo che potrebbe essere di natura integrata con quella culturale vera e propria possa, a tendere, permettere il pagamento dei necessari lavori di ripristino magari proprio da parte dei committenti concessionari.
Immaginiamo di realizzare, sulla falsa riga di quanto avviene già al Louvre o al British Museum, o agli Uffizi per rimanere in Italia, un ristorante stellato con una vista mozzafiato su Piazza del Duomo. Sarebbe così folle? Potremmo pensare a soluzioni come quelle realizzate dallo chef Antonello Colonna sull’attico del Palazzo delle Esposizioni a Roma (buffet a pranzo con prezzi accessibili e menu a prezzo “da stellato” per cena), o anche ad una struttura come la Franceschetta dello chef Massimo Bottura a Modena, con piatti di qualità eccezionale, ma a prezzi accessibili. Connubio di eccellenza nel gusto e nello spirito.
Il Santa Maria della Scala consente di trovare soluzioni grandiose, autosostenibili e che contribuiscano di per se’ ad accrescere l’immagine del complesso museale ed a creare ulteriori motivazioni di accesso verso la nostra città.
Insomma gli spazi disponibili sono enormi, si tratta di decidere le destinazioni e cercare le eccellenze che potrebbero essere interessate. D’altronde tutti i musei del mondo hanno spazi commerciali e quindi non dobbiamo stupirci, l’unica condizione che dovremmo tutelare è che il livello delle attività che saranno ospitate negli spazi del Santa Maria della Scala sia sempre eccezionale”.