SIENA. Dopo un 2008 nel segno del profondo rosso, le evidenze sul settore delle abitazioni e dei mutui nel 2009 rimangono fosche ma lasciano comunque intravedere segnali di ripresa e spingono gli operatori del comparto a guardare al prossimo biennio con un cauto ottimismo. Proprio a cavallo tra fine 2008 e inizio 2009 il settore ha mostrato i maggiori ed inconfutabili segnali del proprio malessere: compravendite giù del 20%, prezzi in calo del 3,5%, tempi medi di vendita superiori ai 6 mesi, forbice tra prezzo medio richiesto e quello finale di vendita vicina al 15%, erogazioni mutui in flessione del 20%, rate dei mutui pari al 40% dei redditi delle famiglie italiane. Numeri poco confortanti, ma senz'altro migliori di quelli visti in altri paesi europei; frutto del maggior equilibrio con cui il mercato italiano si è mosso nelle fasi di ciclo espansivo e che oggi necessita di azioni di "deleveraging" meno intense. Complici la progressiva riduzione del livello dei tassi di interesse (che ha favorito la domanda) e le misure di sostegno all'economia varate dal governo, nel secondo trimestre 2009 l'emorragia sembra essersi perlomeno fermata: ritorna maggior interesse dei privati per il "mattone", migliora il tasso tendenziale di decrescita sia delle erogazioni dei mutui che delle compravendite. In ragione di quanto detto il "bilancio" del comparto per fine d'anno, seppur negativo, si dovrebbe attestare su livelli di flessione migliori di quanto visto a fine 2008 e inizio 2009. Nello studio redatto dall'Area Research & Intelligence di BMps si traccia un quadro sintetico della situazione del mercato immobiliare e dei mutui nel 2008 e ad inizio 2009, con focus sui trend più recenti e le prospettive attese per fine anno. Tra le principali evidenze si segnala come i mutui per acquisti di abitazioni stiano tornando ad essere la forma di attività con il miglior andamento tra le forme di impiego bancario e come, di conseguenza, il loro peso relativo sui portafogli delle banche stia tornando a crescere (dal 15,4% di aprile 2009 al 15,7% di luglio 2009). Da un primo trimestre 2009 in cui si era assistito ad un calo anno su anno delle erogazioni del 23% circa, si è passati, a giugno 2009, ad una flessione tendenziale del 15%. Tra quanto emerso dai dati del 2008, si segnala inoltre l'incremento delle erogazioni a tasso fisso (dal 53% del totale nel 2007 al 67% del totale nel 2008) e la crescita delle operazioni di "sostituzione" (13% del totale nel 2008, 4% nel 2007).