Dalla Riva (MPS) e Gallo (Fiba Cisl) criticano la riforma Fornero
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. L’arrivo della nuova responsabile delle risorse umane, Ilaria Dalla Riva, non ha sortito alcuna novità, nè l’effetto sperato dalla Direzione Generale. Così la procedura di conciliazione in Abi tra MPS e i sindacati è fallita e lo sciopera si avvicina sempre più. Dalla Riva (ex Sky, arrivata nell’istituto senese il 25 giugno): “Abbiamo manifestato ai rappresentanti dei lavoratori la nostra volontà di sederci a un tavolo per discutere il piano d’impresa 2012-2015. Sul contratto integrativo aziendale (Cia) abbiamo spiegato che il Cia di Mps è scaduto nel 2008, ma era in vigenza. Nel nuovo piano lo abbiamo disdettato e quindi i dipendenti ne avranno i benefici fino a ottobre del 2012. Sedersi al tavolo ora permetterebbe una rinegoziazione in tempi tali da consentire di non avere effetti gravosi sui lavoratori. MPS ha disdettato il Cia, ma sarebbe disponibile a rinegoziarlo contestualizzandolo nell’attuale scenario bancario”. Prosegue la manager: “4.600 esuberi: non significa aver annunciato 4.600 licenziamenti. Infatti, abbiamo anche detto che 2.350 persone rientreranno in un percorso di terziarizzazione in società di back office cedute ad altre aziende, che svolgeranno l’attività che oggi MPs fa direttamente. Questo servirebbe a far sì che la banca possa concentrarsi maggiormente sul core business. Inoltre è prevista la cessione di asset dove sono impiegate quasi 1.200 persone. Le rimanenti possono uscire perché hanno i requisiti per la pensione o con esodo incentivato. Questo significa che allo stato attuale non ci sarà bisogno di ricorrere alla 223”. Dalla Riva ha anche lamentato la mancanza dei decreti del nuovo fondo di solidarietà, riformato nella scorsa estate e attualmente non utilizzabile. Da parte sua il sindacato ha chiesto il ritiro tout court del Piano d’Impresa 2012-2015, perchè non è stato consultato nella fase di redazione, contrariamente alle relazioni in uso tra le parti. Estrema pesantezza dei tagli occupazionali ed elementi giudicati di scarsa coerenza hanno indotto le organizzazioni dei lavoratori a contestare la DG su tutta la linea, RENDENDO INEVITABILE LO SCIOPERO.
Stamattina su Radio 24 Oscar Giannino ha affrontato l’argomento esuberi del mondo bancario assieme al sindacalista ospite Giuseppe Gallo (Fiba Cisl), che ha detto, a proposito delle riconversione industriale del sistema bancario (meno bancari, più venditori): “La categoria dispone di strumenti di grandissima efficacia fin dal 1997 (governo Prodi). Oggi abbiamo la Cassa Integrazione autonoma, abbiamo il fondo di prepensionamento in grado di accompagnare i lavoratori interessati nel limite dei 5 anni, abbiamo il fondo emergenziale per lavoratori che non possono essere prepensionati di due anni che lo riconverte e lo riqualifica e lo consegna a una società di outplacement. Nell’ultimo contratto di gennaio 2012 abbiamo crato un fondo per l’occupazione, uno strumento di assoluta solidarietà che non costa nulla alle banche perchè finanziato dai lavoratori con una giornata e dai manager col 4%”. Giannino: “Se ci sono questi strumenti come mai l’Abi parla di licenziamenti e le grandi banche disdettano i contratti aziendali?”. Gallo: “Il settore si è dotato di ammortizzatori che non pesano nulla sul bilancio pubblico. Il grande paradosso: arriva la riforma pensionistica Fornero costringe i nostri lavoratori che sono già nel nostro fondo a rimanere fino a 62 anni invece che 60. Ciò va ad alterare tutti gli equilibri dei costi sui quali abbiamo impostato i piani industriali. Così i lavoratori che avrebbero dovuto uscire fino al 2015 hanno trovato le finestre pensionistiche chiuse e ne abbiamo quasi 7000 nei primi due gruppi (Intesa e Unicredit), 10.000 in tutto. E’ chiaro che una riforma di questo tipo e la gestione dissennata degli esuberi ha un impatto devastante sul nostro ammortizzatore. Non siamo in grado di utilizzare il nostro potenziale, migliorato anche nell’estate passata, perchè il governo dovrebbe emettere un decreto, che aspettiamo da un anno e l’assegnazione decretizia non è ancora arrivata. Siamo senza la possibilità di usare strumenti che governerebbero anche l’emergenza e le negatività”.