Riccardo Conti indagato per la bretella Prato-Lastra a Signa mai realizzata
FIRENZE. Uno scandalo di mazzette e malaffare scalfisce in queste ore anche il Monte dei Paschi di Siena. Riccardo Conti, discusso personaggio fiorentino, ex segretario Pci nel Valdarno, una carriera di cariche a livello provinciale e regionale e assessore, nonché dirigente del Pd legato a Massimo D’Alema, è consigliere di amministrazione di F2i in quota appunto di MPS, che è socio (ancora per poco)del fondo.
Insieme a Vito Gamberale, Amministratore delegato della società, ha subito la perquisizione degli uffici da parte della magistratura milanese. Infatti sono usciti articoli di giornale dell’Espresso che li chiamano in causa, e il Tribunale ha accelerato per il pericolo che gli indagati facessero sparire carte compromettenti. I due personaggi sono indagati per corruzione riguardo alla realizzazione della bretella autostradale Lastra a Signa – Prato che, finanziata dalla Regione Toscana nel 2006 con un anticipo di 29 milioni di euro, non ha mai visto l’inizio dei lavori.
Nello scorso gennaio sull’argomento era stato sentito dai Pm fiorentini anche l’ex presidente della Regione Toscana Claudio Martini, che guidava la giunta della quale faceva parte anche l’ex assessore Conti.
L’indagine verte appunto sulla sparizione dei 29 milioni: assegnati dalla Regione Toscana per la costruzione di 9 chilometri di raccordo autostradale alla Società infrastrutture toscane (Sit) di cui hanno quote, tra gli altri, la ex Btp di Riccardo Fusi e il Consorzio Etruria, i soldi sono svaniti nel nulla.
Secondo la ricostruzione dei magistrati, il contributo regionale doveva servire ad avviare i lavori dell’opera, da costruire in “project financing”, quella strana forma che vorrebbe utilizzare oggi l’attuale assessore Ceccobao per far concludere i lavori sulla Siena-Grosseto e procedere alla messa in sicurezza della Siena-Firenze, e farci pagare poi sopra un succulento pedaggio.
I privati, infatti, avrebbero dovuta realizzare la Lastra a Signa-Prato con un investimento stimato in 384 milioni, ripagandoselo proprio con i pedaggi. La Regione assegnò il contributo e, per varie vicende, i lavori non cominciarono mai.
Pm e Guardia di Finanza, dunque, stanno cercando di capire come e perché non siano mai ritornati indietro i soldi alla Regione, visto che non è stato fatta alcuna opera. E quindi accertare eventuali “condotte fraudolente di parti private in danno dell’ente pubblico”.