Le affermazioni di Viola rilette in chiave analitica
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di Michele Mori
MOODY’S* | FITCH** |
STANDARD & POOR’S*** | |||
Long term | Baa3 | Long term | BBB | Long term | BBB- |
Short Term | F-3 | Short Term | F3 | Short term | A-3 |
Outlook | Negativo | Outlook | Stabile | Outlook | Negativo |
SIENA. Dei dati riportati sopra parliamo successivamente ma come molti di voi avranno già capito si riferiscono indirettamente all’intervista di Viola apparsa oggi nei media senesi. Quasi un proclama alla città. Se dovessi sintetizzarla direi: “i numeri della semestrale sono brutti, c’é un piano industriale, ne riparliamo fra tre anni, se tutto va bene. Abbiamo deciso di diminuirci gli emolumenti; starò diverso tempo nella vostra città e cercherò di inserirmi fra di voi. La campagna senese è stupenda, della trattativa con i sindacati ne riparleremo a fine settembre essendo iniziata il 3 di agosto. La sola cosa che posso evidenziare delle decisioni prese precedentemente è l’eccessiva quantità di titoli dello Stato in portafoglio”. Mi scuso per aver parlato come se fossi Viola e in prima persona.
Tutte le scelte negative del passato sono ridotte ai soli titoli. Comprensibile che tale affermazione venga fatta da un amministratore delegato che pensa all’operatività dell’azienda. Un po’ meno giustificabile quando a farla è un presidente. Non mi sembra di aver percepito altro se non che la banca è “solida”. Ora, l’aggettivo solido può essere usato in fisica, in filosofia e in molte altre discipline, ma se viene adoperato in economia e per una banca, ha bisogno di altro. Ha bisogno dei numeri e ora si comprende anche perchè ho messo quelle tabelle in testa all’articolo. Quelle tabelle stanno a significare la reputazione finanziaria della banca e ne determinano la solidità. Consistenza che non è fine a se stessa ma che determina se gli investitori istituzionali, siano essi pubblici o privati, decidono di conservare i propri depositi in una banca o di trasferirli in un’altra considerata più solida.
Per gli investitori privati tale decisione è lasciata al soggetto che ne valuta il rischio. Ma è evidente che difficilmente accettano di restare dove i rischi sono più elevati di quelli del sistema. Per gli investitori pubblici, come potrebbero essere ad esempio le regioni, le ferrovie o i comuni e chissà quanti altri, la questione cambia e la scelta è regolata da norme precise e non derogabili.
E torniamo ai numeri della semestrale: la raccolta diretta è passata da 143 miliardi a 132 con una perdita di 9 miliardi pari al 7,8%. La raccolta indiretta ha perso il 2,1%, quindi, complessivamente il 9,9%. Questa percentuale è immensa e per essere recuperata ha bisogno per prima cosa che la reputazione finanziaria torni ad essere positiva e che venga apprezzata dalle società di rating.
Recuperare clientela non è così facile come perderla perchè tanti sono i fattori e tante le banche sul mercato. Come ha giustamente evidenziato Oscar Giannino in un suo recente articolo. Ecco, infine, dottor Viola, la prego, almeno lei, dica ai miei concittadini la verità. Cambi stile, ci hanno così tanto abituati alle famose cartate che preferiamo la sincerità.