SIENA. Preoccupazione, rabbia, ma anche voglia di proporre idee nuove e di guardare al futuro, hanno caratterizzato l’iniziativa sulla scuola promossa dal Pd senese giovedì sera al circolo di Colonna San Marco. Un incontro dal titolo ‘La scuola che vogliamo, una scuola di tutti e per tutti’, cui hanno partecipato Simonetta Pellegrini, assessore provinciale all’istruzione; Rita Petti, insegnante e sindacalista della Flc-Cgil; Anna Cassanelli del Coordinamento precari della scuola; Donato Montibello, responsabile formazione del Pd provinciale; e Valeria Donato, responsabile scuola di Generazione democratica.
“Sulla scuola non abbasseremo la guardia perché siamo preoccupati per il futuro dei nostri figli – dice Maria Elena Nepi, responsabile scuola dell’unione comunale del Pd, che ha moderato la serata. – Nel nostro territorio l’intervento di regione, provincia e comuni ha scongiurato, almeno per quest’anno, alcune situazioni più drammatiche. Già da quest’anno, in alcuni piccoli comuni della nostra provincia, senza le risorse aggiuntive stanziate dalle amministrazioni comunali saremmo tornati alle cosiddette ‘pluriclassi’, con ragazzi di prima, seconda e terza media tutti insieme, come nel dopoguerra. E nonostante l’impegno degli enti locali, anche nella provincia di Siena abbiamo in alcuni casi classi di trenta alunni, senza più il necessario sostegno per gli studenti disabili e con una riduzione significativa delle compresenze di più insegnanti in situazioni particolari, ad esempio – dice Nepi – quando ci sono bambini stranieri che hanno bisogno di essere seguiti con particolare attenzione”.
“L’Italia – prosegue l’esponente Pd – è agli ultimi posti fra i Paesi occidentali per spesa pubblica a sostegno della scuola e della formazione e ai primissimi posti per dispersione scolastica e abbandono. Questo governo considera l’istruzione non una risorsa chiave ma al contrario uno spreco da tagliare, se non addirittura un pericolo. I tagli della Gelmini colpiscono i fondi per la gestione delle scuole, il personale, l’offerta formativa, il piano orario, gli insegnanti di sostegno, l’edilizia, le manutenzioni, la sicurezza. Tagli che colpiscono alla cieca, che nascondono la volontà di distruggere alle radici la scola pubblica come luogo di formazione e crescita dell'individuo e del cittadino. Il governo peggiora la scuola e lo fa volutamente. Moltissimi istituti non hanno più i soldi per comprare libri, banchi, in qualche caso il sapone per i bagni o la carta igienica. Chiunque abbia dei figli in età scolastica sta toccando con mano la dimensione di questa cosiddetta ‘riforma’, che prevede per i prossimi tre anni una riduzione di 8 miliardi di euro alla scuola, pari a un terzo dell’intera finanziaria estiva. Il Partito democratico crede nell’istruzione pubblica per tutti – dice Nepi – e continuerà a battersi per un’idea di scuola diversa da quella voluta dalla Gelmini”.
“Sulla scuola non abbasseremo la guardia perché siamo preoccupati per il futuro dei nostri figli – dice Maria Elena Nepi, responsabile scuola dell’unione comunale del Pd, che ha moderato la serata. – Nel nostro territorio l’intervento di regione, provincia e comuni ha scongiurato, almeno per quest’anno, alcune situazioni più drammatiche. Già da quest’anno, in alcuni piccoli comuni della nostra provincia, senza le risorse aggiuntive stanziate dalle amministrazioni comunali saremmo tornati alle cosiddette ‘pluriclassi’, con ragazzi di prima, seconda e terza media tutti insieme, come nel dopoguerra. E nonostante l’impegno degli enti locali, anche nella provincia di Siena abbiamo in alcuni casi classi di trenta alunni, senza più il necessario sostegno per gli studenti disabili e con una riduzione significativa delle compresenze di più insegnanti in situazioni particolari, ad esempio – dice Nepi – quando ci sono bambini stranieri che hanno bisogno di essere seguiti con particolare attenzione”.
“L’Italia – prosegue l’esponente Pd – è agli ultimi posti fra i Paesi occidentali per spesa pubblica a sostegno della scuola e della formazione e ai primissimi posti per dispersione scolastica e abbandono. Questo governo considera l’istruzione non una risorsa chiave ma al contrario uno spreco da tagliare, se non addirittura un pericolo. I tagli della Gelmini colpiscono i fondi per la gestione delle scuole, il personale, l’offerta formativa, il piano orario, gli insegnanti di sostegno, l’edilizia, le manutenzioni, la sicurezza. Tagli che colpiscono alla cieca, che nascondono la volontà di distruggere alle radici la scola pubblica come luogo di formazione e crescita dell'individuo e del cittadino. Il governo peggiora la scuola e lo fa volutamente. Moltissimi istituti non hanno più i soldi per comprare libri, banchi, in qualche caso il sapone per i bagni o la carta igienica. Chiunque abbia dei figli in età scolastica sta toccando con mano la dimensione di questa cosiddetta ‘riforma’, che prevede per i prossimi tre anni una riduzione di 8 miliardi di euro alla scuola, pari a un terzo dell’intera finanziaria estiva. Il Partito democratico crede nell’istruzione pubblica per tutti – dice Nepi – e continuerà a battersi per un’idea di scuola diversa da quella voluta dalla Gelmini”.