SIENA. "Il risanamento contabile dell'Università di Siena è necessario per sopravvivere ma non sufficiente per ripensare, rilanciare e rinnovare l'ateneo che è patrimonio della cultura nazionale ed internazionale e che vive, da otto secoli, in simbiosi con una città che ne esalta il prestigio e che a sua volta, può fregiarsi di essere luogo eletto di studi. La città sente la responsabilità di proiettare nel futuro la sua Università per vivere insieme almeno altri otto secoli di storia". E' questo il messaggio lanciato dai Democratici senesi in un documento approvato nei giorni scorsi dall'esecutivo dell'Unione comunale di Siena che, partendo da un'analisi della situazione nazionale, restringe il campo sulla crisi debitoria dell'Università. "Auspichiamo – si legge nel documento – che l'Ateneo, nei suoi diversi organi, definisca una propria proposta che riguardi la necessaria opera di risanamento, di riorganizzazione amministrativa e di qualificazione della didattica e che, in piena autonomia, possa maturare un movimento unitario e responsabile per governare questo momento così difficile, per poi aprire una nuova fase di profondo rinnovamento".
"Se la condizione di ristrettezze finanziarie contingenti è comprensibile – affermano i Democratici – esse non possono deprimere una visione di prospettiva. Anzi, proprio per questo è indispensabile un progetto di ampio respiro che può costituire la condizione per la necessaria e solidale partecipazione della comunità senese e delle sue risorse, che non sono infinite ed ancora più preziose di fronte alla crisi economica e finanziaria che non risparmia nemmeno Siena". Secondo il Pd senese, l'assenza prolungata di un piano strategico si trova alla base delle attuali difficoltà dell'Università degli Studi di Siena. Il tema dell'investimento sulla formazione superiore e sulla ricerca, secondo i democratici, deve collegarsi strettamente a quello della redditività sociale dello stesso investimento verso un nuovo patto tra alta formazione, ricerca e società. "L'auspicio – si legge nel documento – è che possa nascere un "Patto per la città del sapere e della conoscenza" che rinnovi e rilanci il rapporto tra Siena, il territorio provinciale, e la sua Università. Riteniamo che solo all'interno di questo patto possono trovare collocazione accordi tecnico-amministrativi specifici che maturino sui tavoli di confronto inter-istituzionale e che ne siano la modalità tecnico-strumentale di monitoraggio e verifica".
"Il patto tra alta formazione, didattica e ricerca – spiega il Pd senese – presuppone da un lato un salto di qualità nella responsabilizzazione della comunità universitaria, e dall'altro la piena responsabilizzazione del Ministero, che è il primo fornitore di risorse ordinarie all'Ateneo, ed i cui ritardi ed omissioni nei versamenti contribuiscono ad aggravare la situazione. Anche per queste ragioni di merito va respinta qualunque eventuale ipotesi di intervento meramente burocratico-amministrativa ministeriale, tramite operazioni commissariali, e tanto meno trasformazioni in fondazione privata, che lascerebbero inalterati i problemi strutturali".
Il patto tra alta formazione, ricerca e società, secondo i Democratici senesi dovrebbe riguardare: la modifica del modello di governance, che coniughi autonomia e partecipazione con l'individuazione di precise responsabilità, superando confusioni e duplicazioni di compiti; la riorganizzazione dell'offerta didattica, che riduca e qualifichi il sistema dei corsi formativi e disegni le metodologie sull'efficacia degli studi, superando la logica parcellizzata del corsificio e dell'esamificio; la riqualificazione della ricerca, che semplifichi le strutture verso progetti integrati, capaci di attirare ulteriori risorse sulla base della qualità e non della proliferazione degli organismi; la progressiva assunzione di giovani ricercatori per dare un valore aggiunto all'Ateneo; l'assunzione del merito come elemento fondamentale per gli avanzamenti e per l'assegnazione delle risorse; la riorganizzazione dei processi amministrativi e, infine, la riqualificazione dei servizi agli studenti.
Il Pd porterà avanti un'azione costante di confronto con la comunità universitaria in tutte le sue componenti e di sollecitazione e di controllo verso le istituzioni, nazionali, regionali, locali e di autogoverno dell'Ateneo. Nel documento i Democratici senesi esprimono, infine il loro sostegno alla mobilitazione di protesta organizzata a Siena e in tutta Italia da studenti, insegnanti, docenti e genitori per dire no alla riforma della scuola e dell'Università. "Lo straordinario movimento degli studenti – conclude il Pd – è un segnale forte di vitalità e di partecipazione democratica delle nuove generazioni. Con il decreto 112 e con la legge Gelmini vengono disposti dieci miliardi di tagli in cinque anni, con gravissime ripercussioni sul sistema pubblico dell'istruzione, sui lavoratori della formazione e sul futuro del Paese. In questo quadro diverrà ancora più arduo sollevare le Università che si trovano, come quella di Siena, in una situazione di crisi finanziaria e che necessitano di un piano di risanamento che recuperi i crediti maturati con il Ministero e nel contempo dia stabilità e congruità dei trasferimenti statali".
"Se la condizione di ristrettezze finanziarie contingenti è comprensibile – affermano i Democratici – esse non possono deprimere una visione di prospettiva. Anzi, proprio per questo è indispensabile un progetto di ampio respiro che può costituire la condizione per la necessaria e solidale partecipazione della comunità senese e delle sue risorse, che non sono infinite ed ancora più preziose di fronte alla crisi economica e finanziaria che non risparmia nemmeno Siena". Secondo il Pd senese, l'assenza prolungata di un piano strategico si trova alla base delle attuali difficoltà dell'Università degli Studi di Siena. Il tema dell'investimento sulla formazione superiore e sulla ricerca, secondo i democratici, deve collegarsi strettamente a quello della redditività sociale dello stesso investimento verso un nuovo patto tra alta formazione, ricerca e società. "L'auspicio – si legge nel documento – è che possa nascere un "Patto per la città del sapere e della conoscenza" che rinnovi e rilanci il rapporto tra Siena, il territorio provinciale, e la sua Università. Riteniamo che solo all'interno di questo patto possono trovare collocazione accordi tecnico-amministrativi specifici che maturino sui tavoli di confronto inter-istituzionale e che ne siano la modalità tecnico-strumentale di monitoraggio e verifica".
"Il patto tra alta formazione, didattica e ricerca – spiega il Pd senese – presuppone da un lato un salto di qualità nella responsabilizzazione della comunità universitaria, e dall'altro la piena responsabilizzazione del Ministero, che è il primo fornitore di risorse ordinarie all'Ateneo, ed i cui ritardi ed omissioni nei versamenti contribuiscono ad aggravare la situazione. Anche per queste ragioni di merito va respinta qualunque eventuale ipotesi di intervento meramente burocratico-amministrativa ministeriale, tramite operazioni commissariali, e tanto meno trasformazioni in fondazione privata, che lascerebbero inalterati i problemi strutturali".
Il patto tra alta formazione, ricerca e società, secondo i Democratici senesi dovrebbe riguardare: la modifica del modello di governance, che coniughi autonomia e partecipazione con l'individuazione di precise responsabilità, superando confusioni e duplicazioni di compiti; la riorganizzazione dell'offerta didattica, che riduca e qualifichi il sistema dei corsi formativi e disegni le metodologie sull'efficacia degli studi, superando la logica parcellizzata del corsificio e dell'esamificio; la riqualificazione della ricerca, che semplifichi le strutture verso progetti integrati, capaci di attirare ulteriori risorse sulla base della qualità e non della proliferazione degli organismi; la progressiva assunzione di giovani ricercatori per dare un valore aggiunto all'Ateneo; l'assunzione del merito come elemento fondamentale per gli avanzamenti e per l'assegnazione delle risorse; la riorganizzazione dei processi amministrativi e, infine, la riqualificazione dei servizi agli studenti.
Il Pd porterà avanti un'azione costante di confronto con la comunità universitaria in tutte le sue componenti e di sollecitazione e di controllo verso le istituzioni, nazionali, regionali, locali e di autogoverno dell'Ateneo. Nel documento i Democratici senesi esprimono, infine il loro sostegno alla mobilitazione di protesta organizzata a Siena e in tutta Italia da studenti, insegnanti, docenti e genitori per dire no alla riforma della scuola e dell'Università. "Lo straordinario movimento degli studenti – conclude il Pd – è un segnale forte di vitalità e di partecipazione democratica delle nuove generazioni. Con il decreto 112 e con la legge Gelmini vengono disposti dieci miliardi di tagli in cinque anni, con gravissime ripercussioni sul sistema pubblico dell'istruzione, sui lavoratori della formazione e sul futuro del Paese. In questo quadro diverrà ancora più arduo sollevare le Università che si trovano, come quella di Siena, in una situazione di crisi finanziaria e che necessitano di un piano di risanamento che recuperi i crediti maturati con il Ministero e nel contempo dia stabilità e congruità dei trasferimenti statali".