L'analisi di Massimo Mori (Fratelli d'Italia)
Altra follia la troviamo nella realizzazione del piano faunistico venatorio provinciale che costerà circa cinquantamila euro, almeno così si dice, e che saranno spartiti tra quattordici dipendenti ed ex dipendenti, almeno uno di questi risulterebbe tale, in questo caso come per quello precedente tutto avviene solo attraverso una determina dirigenziale, tra l’altro per fare un piano che di sicuro non accontenta nessuno, e sicuramente non corrispondente alle necessità degli interessati; agricoltori, ambientalisti e cacciatori.
Poi ci sarebbe la storia della cinta senese, al momento solo per l’intervento dell’amministrazione della provincia di Siena, costata ben novantamila euro, assegnati al consorzio di tutela della razza, e serviti esclusivamente, per aprire un ufficio, pagare le spese telefoniche, far lavorare due persone e dare rimborsi spese e parcelle ai propri consiglieri.
E ci sarebbero anche i fondi assegnati al comune di S. Giovanni d’Asso per la festa del tartufo per il quale verificheremo con molta attenzione tutte le partite; per il momento sono certi ventiseimila euro del duemiladieci.
Ora proviamo a vedere: agenzia Robespierre perché? quattordici dipendenti tra cui molti di essi forse non conoscono neppure la differenza tra un fagiano e una gallina, in quanto come mansione hanno quella di tecnici amministrativi, che si improvvisano tecnici capaci di redigere un piano, perché? E se poi davvero lo fossero, visto che lo faranno nell’orario di lavoro, quali sono le motivazioni di un’incentivazione di così alto livello? E i soldi al consorzio di tutela della cinta ? chi ha controllato com’erano spesi e se davvero erano funzionali all’indirizzo per il quale sono stati attribuiti? Stendiamo un velo pietoso sulla vicenda del tartufo, per il quale possiamo solo considerare che il valore di questo prodotto non ha certo bisogno di ulteriori incentivi, ma di questo ne parleremo a parte.
Avete fatto i conti? Si parla di una cifra totale di circa trecentotrentamila euro, poi abbiamo una viabilità provinciale allo stremo, ma non ci sono soldi per far nulla, l’edilizia scolastica della quale non conosciamo i rischi sul piano sismico, ma non ci sono soldi per gli accertamenti, un inquinamento pesante dei nostri fiumi e laghi, ma non ci sono soldi per gli impianti di depurazione, e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Il commento finale lo lasciamo fare a chi legge e davvero l’unica speranza è riposta verso l’esterno, cioè verso quegli organismi che possono far luce sui fatti e far pagare il giusto prezzo a chi spende soldi di tutti per interessi propri o quasi.
Massimo Mori – Fratelli d’Italia