Viaggio fra i candidati-sindaci: Laura Vigni di Sinistra per Siena, le sue idee, le sue battaglie
di Enrico Campana
SIENA. Si parte coi profili dei penta candidati alla poltrona di sindaco, prima tappa obbligata del viaggio di www.ilcittadinoonline.it: Laura Vigni. Arrivati davanti alla sua casa, sotto un glicine profumato balla quel che sembra una vipera, mi ritraggo impaurito, mi spiegherà che si tratta solo di un serpentello conosciuto.
“Cherchez la femme!”, come avrebbe detto Dumas: “C’è una donna in ogni caso”, come sosteneva il grande poeta francese, questa la principale novità: in una Siena dove a un secolo di distanza dall’eguaglianza sociale della donna qualcuno la pensa diversamente, per la prima volta per puntellare una sinistra che sembra non avere oggi il 50 per cento, è spuntata la “Papessa Rossa”. Nonostante un grave incidente automobilistico, Laura è protagonista vivente di una splendida storia d’impegno quotidiano con se stessa e la società, senza mai rivendicare compensazioni riuscendo a esprimere quel pensiero positivo, un messaggio di vita, che si sovrappone alla sua sobria ma decisa ideologia politica.
Da storica-saggista – giornalista, infaticabile nel lavoro di riordino dell’Archivio Civico del Comune con documenti dal 500 ad oggi – non pretende di dare lezioni di storia. Questa specie di “scricciolo atomico” di Lauretta, gli occhioni enormi, sempre spalancati, delle Blythe, le famosa bambole da collezioni, rotondeggianti e simpatiche, non le superbe stilizzate Barbie, afferma infatti che la storia di Siena assomiglia esattamente a quella dell’illuminato Granduca Leopoldo il quale nel 1786 riorganizzò l’amministrazione chiamando alla gestione la classe borghese, bottegai, commercianti, artigiani, di fronte alla diserzione nelle balìe pubbliche (le assemblee). Era giunta al massimo, infatti, la rassegnazione della gente di fronte a una concentrazione di potere enorme in poche mani.
“Il potere a Siena è in mano a 10 persone che hanno 10 incarichi e controllano tutte le situazioni importanti, anche economicamente, questo spiega cosa è successo per l’Università. Non c’è stato controllo da chi doveva esercitarlo, nessuno ha visto niente. Per questo sulle nomine del Comune Sinistra per Siena ha proposto cose precise, ad esempio che una carica esclude l’altra, i candidati siano scelti in base ai curricula e la ragione della scelta venga resa pubblica”.
Per Bertrand Russell dipende sempre dagli individui “più civili” – migliori addirittura da individui eccezionali – l’avanzamento e il progresso di una società. La cornice del suo programma-manifesto credo s’ispiri infatti alla liberazione dalla “politica malata”: oligarchia, clientele, plutocrazia, concentrazione di potere. La sua lista, comprendente agguerrite e impegnate ladie, non è un attacco a sinistra al Pd, ma un fattore di necessario equilibrio perché, come diceva Aristofane, “un poeta server a salvare la città”.
“La concorrenza, ove è possibile, è un incentivo di enorme potenza”, sentenziava del resto il grande pensatore inglese del “pensiero libero” citandolo quale modello di democrazia aurea nel suo saggio “Individuo e Autorità” che potrebbe ispirare Laura Vigni e farne la grande sorpresa delle prossime amministrative.
Mai escludere nulla, specie in politica e nella città del Palio incline alla sedimentazione paziente, tipo la goccia che scava la pietra, del potere e alle (precipitevolissimevolmente) cadute. Gli aspiranti Icaro, anche illustri, potrebbero essere costretti se non a capitolare a venire a patti con la minuta candidata sindaco. La Papessa di Siena scende in campo per Palazzo Pubblico auspicando un modello di democrazia ateniese “che – sostiene Russell che a Siena ha soggiornato – è fondato sull’iniziativa individuale, di gran lunga superiore a qualunque sistema finora esistente nel mondo moderno”.
Ecco dunque la riscoperta di una possibile “ via senese” per arrivare alla democrazia saggia “dove ogni cittadino poteva votare su ogni problema, non aveva bisogno di delegare i suoi poteri e un rappresentante, poteva eleggere i funzionari esecutivi, compresi i generali, e poteva ottenere che fossero condannati se la maggioranza ne era scontenta”
Quando le chiedo se, come ha denunciato l’ex ministro Martelli Siena sia sotto dittatura, dissente. “Purtroppo Martelli si fa raccontare la città da chi ha rancor.. Perché uno deve essere pieno di rancore quando faceva gli assegni allo sportello della banca che adesso gli permette di stare a Parigi?.Si può avere di più?… Fortuna noi invece non siamo astiosi”.
Non è stata facile, ammette la Vigni, l’uscita dal Pd “è stata una decisione sofferta, ma questo Pd non era più una forza interessante, e credo ci darà il giusto peso politico nella causa che perseguiamo, a patto che non si arrivi alle offese personali, e si permetta un libro confronto sulle idee e le proposte”.
“A questo punto – aggiunge – il nostro potere d’intervento è solo nel voto, sta crescendo a Siena nell’elettorato di centro-sinistra la consapevolezza di una diffusa forma di antipolitica. C’è una tendenza politica a escludere chi è fuori dal potere, per primo ha iniziato il sindaco Piccini. Noi crediamo ancora nella democrazia, che non si ottiene col ricatto morale intaccando anche le coscienze dei giovani che oggi considerano la politica solo uno sbocco per sistemarsi”.
“Io mi pongo come un sindaco aperto – rimarca – e l’ho sempre detto a Cenni e a Ceccuzzi, la gente chiede di essere ascoltata, desidera qualcosa di meglio senonchè andavi alla segreteria e trovavi la porta sbarrata dal codice alfanumerico. Non la porta della Prefettura o della Provincia, quella della Federazione, capite?”
“Fuoco nemico” però solo nella prima tornata, le proiezioni danno infatti l’Alternativa di Sinistra sul 10 per cento “che un po’ ci sorprende – ammette – ma conferma l’interesse per la nostra iniziativa, ci vedono come una sponda interessante per il voto, e si dimostra infondato il rimprovero di aver accolto nella lista ex assessori che ben vengano, anzi, perché emarginati quando potevano dare un contributo importante”.
Si profila dunque un ballottaggio, anche se forse si tratta di “ballon d’essai” per saggiare eventuali “alleanze contrapposte” che sarebbero sulla carta impensabili. “All’80 per cento si andrà al ballottaggio, credo che Ceccuzzi sia sul 48-49 per cento. E con questo scontento generale le visite dei grandi nomi della politica non credo potranno muovere gli incerti, la nostra città ha solo 54.400 abitanti, non sono possibili grandi flussi”
Al ballottaggio l’astronave “Sinistra per Siena” – il cui biglietto da visita recita così: “un gruppo di belle persone pulite, disinteressate, che non chiedono una sistemazione alla politica ma vorrebbero che la politica sistemasse la città”- garantisce di poter scaricare i suoi voti nelle mani del Pd. “In cambio – precisa la possibile Papessa – di un impegno sottoscritto su 3 punti: 1) revisione del piano urbanistico, 2) modalità delle nomine, e un no secco alla concentrazione delle cariche, per criteri di merito e competenza specifica, 3) niente aeroporto di Ampugnano”.
Impossibili altre ipotesi, come quella estrema di un accordo con la lista Corradi e quella di Nannini. “Quella di Corradi – dice prendendo distanze nette da questa fantapolitica – è una mescolanza inquinata da rancori e spiriti di rivincita, quella di Nannini troppo superficiale, punta troppo sull’economia e se vince Siena diventa come San Marino”
Dalle 178 pagine del Programma Ceccuzzi dal titolo accattivante occhieggiante il futuro (Bella Meravigliosa 2.0) che Laura Vigni considera “un trattato sullo spirito di conservazione” taglia vari capitoli di spesa per ragioni di stretta economia, come l’Auditorium, e invita il grande favorito a mettere le mani sul Santa Maria della Scala “che dovrà diventare un grande museo, ma solo a patto si facciano delle scelte coraggiose per evitare sovrapposizioni e veti”
Naturalmente il programma della Sinistra per Siena è “tagliato” sui problemi contingenti della banca, e la preoccupazione della possibile intervenuta debolezza è stata espressa in una nota che denuncia problemi di indebitamento (“MPS deve essere ricapitalizzata, circa 2 miliardi e mezzo di euro, anche allo scopo di restituire, senza incorrere in eccessivi aggravi, i Tremonti Bond e la Fondazione, per non diluire il suo peso al di sotto del 50,1% , dovrà partecipare all’aumento del capitale con circa un miliardo di euro, anche ricorrendo all’indebitamento verso altre banche e soggetti finanziatori”) ma anche scenari che solo pochi giorni fa sarebbero stati solo di Fanta-Finanza. “Ciò che nessuno dice – questo il possibile colpo di scena – è che nel frattempo il ministro Tremonti ha varato il nuovo statuto della Cassa Depositi e Prestiti, che così potrà acquistare azioni di aziende “strategiche” come la Parmalat, minacciate dai capitali francesi, di fatto ricostituendo la vecchia IRI”.
Insomma, chi ha orecchie per intendere intenda, ammonisce Sinistra per Siena: in quanto già creditrice, la Cassa Depositi e Prestiti diventa il nuovo padrone.
Questo fondale gela il sangue ai senesi, intanto la Papessa tesse con umiltà la sua paziente tela quotidiana incontrando piccoli gruppi, cooperative sociali, collezionando le testimonianze di allarmante disagio sociale, gli emarginati, i super tassati d’Italia, le aspettative civili, vedi le coppie di fatto. Da ultimo si deve registrare l’avanzata implacabile di un processo di esternalizzazione che porta al possibile precariato, vedi quella dei lavoratori dell’Opera del Duomo di Siena ceduti a una società fiorentina. Il calendario di Laura che si rivede in un’anima libera come la coraggiosa, concittadina-popolana Maria Assunta Bourke, la patrona del Pio Albergo femminile dei Pispini, è fitto di impegni, “ci facciamo portavoce dei diritti della cittadinanza, senza cercare la platea, ben venga il confronto pubblico auspicato da Ceccuzzi con tutti i candidati, ma con una domanda e una risposta per tutti”.
(Foto di Corrado De Serio)