"Questa crisi riapre il tema sulla necessità di salvaguardare il mercato italiano"
SIENA. «Siamo preoccupati per i dipendenti, per l’indotto e per il futuro prossimo dell’azienda. La priorità in questo momento deve essere quella di salvaguardare i livelli occupazionali e le professionalità che formano il know how di una delle aziende maggiormente rappresentative del nostro territorio e di tutta la Toscana. La vera soluzione, per scongiurare il ripetersi di situazioni del genere, è aiutare le imprese ad essere solide e ad affrontare i mercati. Dispiace constatare che anche le Istituzioni sembrano essere colte di sorpresa quanto noi, cosa che onestamente riteniamo inconcepibile. La Provincia e tutte le Istituzioni, infatti, dovrebbero avere ben chiaro il quadro economico del proprio territorio o quantomeno delle maggiori aziende che lo compongono. Dovrebbero, infatti, riuscire ad intervenire con anticipo per provare a scongiurare la crisi che, poi, rischia di impattare notevolmente su tutto il tessuto produttivo provinciale e, soprattutto, come in questo caso, sui lavoratori delle aziende e su tutto l’indotto. Sono, ormai, troppe le volte in cui le Istituzioni arrivano in ritardo sulla risoluzione dei problemi, utilizzando talvolta solo frasi di circostanza.
Fonti interne indicano tra i fattori della crisi la crescente aggressività della concorrenza asiatica sul mercato delle energie rinnovabili, settore nel quale Pramac ha investito ingenti somme di denaro. Se questo fatto risultasse vero, riaprirebbe il tema sulla necessità di salvaguardare il mercato italiano dalla concorrenza dei Paesi asiatici anche mediante l’istituzione di misure di salvaguardia quali i dazi doganali, cosa che le altre nazioni non hanno paura di fare nei confronti dei nostri prodotti».
Fonti interne indicano tra i fattori della crisi la crescente aggressività della concorrenza asiatica sul mercato delle energie rinnovabili, settore nel quale Pramac ha investito ingenti somme di denaro. Se questo fatto risultasse vero, riaprirebbe il tema sulla necessità di salvaguardare il mercato italiano dalla concorrenza dei Paesi asiatici anche mediante l’istituzione di misure di salvaguardia quali i dazi doganali, cosa che le altre nazioni non hanno paura di fare nei confronti dei nostri prodotti».