"La presenza di Chiti in Consiglio contrasta con il Codice etico"
SIENA. Dalla Lega Nord riceviamo e pubblichiamo.
«La chiusura delle indagini sull’Ateneo di Siena, vuoi quella sul buco arrivato fino a 270 milioni di Euro, vuoi quella sulle elezioni dell’attuale Rettore Riccaboni, rappresenta una grave ed ulteriore sconfitta per il “fallito” Sistema Siena. La conclusione dell’inchiesta manda fortunatamente, e speriamo definitivamente, a vuoto i biechi tentativi volti ad insabbiare l’indagine:di questo ringraziamo la Magistratura Senese. La sconfitta del “Sistema Siena” è duplice. Da un lato, il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, subisce un gravissimo colpo, sia da un punto di vista politico che etico, in quanto vede indagato David Chiti, ondivago frequentatore di tutti i partiti di maggioranza e, in funzione elettorale, ceccuzziano di strettissima, e forse convenientissima, osservanza, posto a capo dell’Associazione culturale “Noi”. Chiti fa parte del gruppo consiliare del Pd in Comune a Siena e la sua presenza in Consiglio è, adesso, in aperto contrasto con il tanto sbandierato “Codice Etico” che lo stesso Pd ha sottoscritto in vista delle ultime elezioni comunali. Dando per certo che il “Codice Etico” sia una cosa seria e un impegno con le Forze della coalizione e i cittadini, Chiti deve automaticamente dare le proprie dimissioni dal Consiglio comunale o potrebbe costringere lo stesso Ceccuzzi ad imporle: la vicenda di via Roma 56 riguarda un ente ed un patrimonio pubblico. Peccato che il primo cittadino stia mostrando tutto il proprio imbarazzo in una vicenda che dimostra l’assoluta mancanza di “verginità” della sinistra cittadina, visto che gli avvisi di garanzia riguardano tutti personaggi riferibili all’area politica che governa Siena da anni. Tra i diciotto indagati, infatti, vi è perfino l’esponente della CGIL Bruni.
Dall’altro lato, con la conclusione delle indagini sull’elezione del Rettore, appare necessario che il professor Riccaboni dia immediatamente le dimissioni assieme al Direttore Amministrativo Ines Fabbro, che il Riccaboni stesso ha nominato dopo la sua elezione. La nomina di Riccaboni a Rettore, infatti, sembrerebbe configurarsi come un “falso”, visto che il decreto ministeriale sarebbe basato su dati che potrebbero risultare non corrispondenti alla verità o addirittura macchiati da irregolarità amministrative o penali.
La Lega Nord ha da tempo denunciato la finzione che sia il Ceccuzzi il “nuovo che avanza”, il “rottamatore” fautore di una discontinuità con il passato. Noi della Lega, in attesa della sentenza, chiediamo chiarezza, sperando che chi è in attesa di giudizio abbia la decenza di andarsene a casa, dal Consiglio comunale e dai vertici dell’Ateneo.
Vediamo se il rigore morale del Pd si debba applicare solo agli amici del Presidente del Consiglio uscente o debba valere anche per i suoi iscritti e nominati. Vediamo se a Siena il Pd vorrà lavarsi le mani quando si tratta di inchieste che riguardano uomini appartenenti alla propria area per fatti che sono andati a colpire un patrimonio pubblico come l’Università. Vediamo se la trasparenza e l’etica tanto sbandierata dallo stesso sindaco troveranno un’applicazione pratica. Ceccuzzi spieghi pure, se può, quali criteri di scelta e di nomina abbia seguito e continua a seguire essendo leader incontrastato del suo partito da oltre 15 anni. Alla favola che non ha deciso lui su tutto non ci crede proprio nessuno. L’unico motto è “dimissioni subito”».