Siena sempre di più al centro dell'attenzione della politica nazionale
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di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Ieri (11 aprile) Siena è stata al centro della politica italiana. Tre big si sono contesi le telecamere e le penne dei giornalisti in tre occasioni di lancio dei candidati a sindaco.
Meloni, Veltroni, Vendola: tre autentici “pezzi grossi” si sono scomodati per assicurare ai loro rappresentanti sul territorio una visibilità che altrimenti non avrebbero avuto da soli. Un fatto, quest’ultimo, che non ha nulla a che vedere con l’importanza di Siena da sempre al centro delle vicende nazionali per la presenza di una banca, di una università e di una storia non ignorabili.
Eh si, ci dispiace dirlo (un po’) ma questi politici nostrani fanno venire un tantino il latte alle ginocchia!
E’ pur vero che ormai è diventata una moda quella di vedere accanto agli aspiranti amministratori locali i papaveroni dei partiti di riferimento, ma la cosa si è fatta insistente a Siena. E questo lascia pensare – con dovizia di prove – alla necessità impellente di due ingredienti per la ricetta del successo: la capacità e la legittimazione. Che sono leggermente carenti in chi “gestisce” la politica senese. Inutile negarlo.
Sulla capacità abbiamo detto. Passiamo alla legittimazione. Un pezzo fondamentale nella costruzione di un vero leader. O di un rappresentante del popolo che non si accontenti del voto di una assemblea per fregiarsi di questo titolo che, invece, dovrebbe derivare – per essere efficace e genuino – dalla stima e dalla identificazione dei sostenitori con il soggetto scelto. E la stima deriva dall’analisi delle cose fatte, dell’impegno profuso, della “compartecipazione” ai problemi degli altri. Insomma, una bella fatica che non tutti – direi ben pochi – si sentono di affrontare.
Il leader, però, lo vogliono fare in tanti. E allora ecco che arrivano i leaders veri a fare da stampella. O da ombrello. Che dir si voglia.
E’ accaduto ieri. A destra e a sinistra.
Andiamo in ordine cronologico.
Nichi Vendola, fondatore di Sinistra, ecologia e libertà, si è recato a Siena per aprire la campagna elettorale del suo partito. E sostenere il il candidato sindaco Franco Ceccuzzi ed il giovane Alessandro Cannamela (dato sempre di più come futuro assessore). Lo scapigliato rappresentante locale del Sel ha fatto le sue presentazioni ed ha fatto spazio al big. Vendola non ha deluso nessuno ed ha conquistato tutti. Anche quelli che non erano concordi con lui. Le sue parole, piene di contenuti e di filosofia da alta scuola di sinistra hanno entusiasmato i giovani presenti ed hanno mosso lo spirito dei meno giovani.
Finito il dirscorso di rito, Vendola ha presentato il “futuro sindaco” e ha alzato i tacchi.
Se n’è andato. Serenamente e pacatamente (per dirla alla Veltroni). Tirandosi dietro una moltitudine di presenti. Forze di polizia comprese. Senza aver sentito neppure un minuto del discorso del suo “sostenuto”.
Una scelta, quella fatta dal Presidente della Regione Puglia, che potrebbe derivare dai “pezzi persi per strada” dal suo partito a Siena e dalla voglia di non confrontarsi con nessun contestatore “interno”. Neppure con quella lista di sinistra nata dalla costola di Sel che pare aver meritato in posto non secondario a questa tornata elettorale.
Ad ascoltare il discorso del “quasi sindaco” Ceccuzzi sono rimasti in un centinaio. Ad aspettare la conclusione per stringergli la mano, ancora meno.
Al Garden, dove era atteso il Ministro alle Politiche Giovanili, Giorgia Meloni, il popolo dei simpatizzanti era in fibrillazione. L’entusiasmo era alle stelle al punto che l’incontro ha preso le mosse da una dura polemica ai giovani sostenitori del centrosinistra. Tutti hanno condiviso il discorso introduttivo di Francesco Michelotti e poi hanno ascoltato il candidato sindaco Alessandro Nannini che, brevemente, ha introdotto il Ministro.
Lei, da politica di lungo corso, ha tenuto a battesimo il piano di rilancio del centrodestra: “Diritto al futuro”. Che ha il duplice significato di “diritto” come sostantivo oppure di “diritto” come aggettivo. Entrambi significati di valore che guardano avanti e che non contemplano tentennamenti. Per quelli il tempo è passato. Per fortuna, diciamo noi.
Il Ministro ha entusiasmato le folle ed ha fatto le valige, anche lei. Ma questa volta ha atteso di fare le foto di rito con il candidato Nannini, mostrando più interesse e meno “fretta”.
Infine serata al Santa Maria della Scala con Walter Veltroni e di nuovo con il quasi sindaco Ceccuzzi. Discreta folla per l’ex segretario del Pd spesse volte di passaggio a Siena. Per incontri politici; per seguire la sua passione per il basket; per amicizie condivise tra Mussari e Ceccuzzi.
Tra Walter e Franco la segretaria provinciale del Pd. Elisa Meloni. Anche qui rispettate le quote rosa. Proprio come tra i candidati al Consiglio comunale: 16 uomini e 16 donne. Che nessuno si senta offeso. Almeno per quanto riguarda la rappresentanza di genere.
Perchè, per tutto il resto, la polemica imperversa all’interno del Pd.
Gli esclusi reclamano. Gli scontenti aumentano. Insomma, la coperta è corta e qualcuno è rimasto senza.
Contento Alberto Monaci che ha ottenuto nuovamente quello che voleva: la ricandidatura della moglie, Anna Gioia, alla quale è stata garantita la delega per la ricandidatura al terzo mandato.
Peccato che le questioni “etiche” non pesino sul Borsino – se così fosse la coppia avrebbe meritato di entrarci – O meglio, che non pesino quando si tratta di personaggi “di peso”. Eh si, perchè quelli il Borsino non lo subiscono ma lo equilibrano, gli fanno la tara. E così una freccia in alto o in basso non indica – come potrebbero credere gli ingenui – un aumento o una diminuzione del gradimento ma semplicemente la distanza di un personaggio da “colpire”. Se è più lontano la freccia viene tirata in alto per poi ridiscendere in procinto di concludere la sua traiettoria. A bersaglio raggiunto.
Letto in questo modo il Borsino de La Nazione può essere un ottimo strumento per capire, senza dubbio, chi ha attirato l’attenzione ed in che modo. Chi deve essere demolito e chi, invece, deve essere lanciato verso nuovi orizzonti.
Quando a gestire il Borsino ci pensa il “borsello”… quello dei documenti, s’intende!