Il ritrovo è fissato per venerdì 7 ottobre alle ore 9 alla Lizza
SIENA. Dalla Federazione degli Studenti di Siena riceviamo e pubblichiamo.
“A tre anni dalle prime manifestazioni contro la riforma Gelmini gli studenti si preparano di nuovo a scendere in piazza. La Federazione degli Studenti aderirà alla manifestazione organizzata dalla Rete della Conoscenza Siena. Il ritrovo è fissato per venerdì mattina alle ore 9 alla Lizza; da lì partirà un corteo che attraverserà le vie della città e si concluderà in piazza Salimbeni.
Venerdì prossimo infatti gli studenti medi di tutta Italia scenderanno in piazza per ribadire il loro no ai tagli alla scuola, per dire no alle classi “pollaio”, per difendere il loro futuro e quello del proprio paese. Scendiamo in piazza perché crediamo che se vogliamo garantire un futuro a questo paese dobbiamo necessariamente investire in istruzione, ricerca, università, cultura e formazione. La ricetta per far ripartire il paese dovrebbe essere quella di maggiori risorse per la scuola, per le imprese, per le famiglie e magari ridurre spese belliche e costi di rappresentanza. E invece l’attuale governo decide di tagliare i fondi per il diritto allo studio, cancella la voce edilizia scolastica dai conti del MIUR, blocca il turnover degli insegnanti. In pratica fa tutto ciò che non dovrebbe fare un governo forte e responsabile. Noi vogliamo ribadire tutto ciò e abbiamo il dovere morale di scendere in piazza, di protestare e proporre un’alternativa a questa riforma. Dobbiamo mettere al centro della proposta sulla scuola l’edilizia scolastica, il welfare studentesco, il diritto allo studio, l’inserimento nel mondo del lavoro e il ruolo sociale della scuola. Qualche giorno fa Tullio De Mauro, noto intellettuale e già Ministro dell’Istruzione, affermava in un suo articolo pubblicato da l’Unità che una delle grandi sfide che oggi deve affrontare la scuola pubblica è quella di formare i “nuovi italiani”. La scuola deve infatti riuscire ad amalgamare i ragazzi figli di stranieri residenti in Italia e ragazzi italiani; solo così si può costruire la società multiculturale del nostro paese. La scuola ha fatto l’Italia, adesso deve fare i nuovi italiani. Così facendo la scuola recupererà anche un’altra sua caratteristica importante: quella di essere il primo ascensore sociale.
Uno degli aspetti più terrificanti di questa riforma è che l’idea che questo esecutivo ha della scuola è quella gentiliana, di un sistema scolastico classista, rigido, chiuso nelle sue strutture verticistiche. La riforma Gelmini indebolisce la proposta formativa e la preparazione che offrono gli istituti tecnici con il chiaro intento di eliminare la classe intermedia dei lavoratori- quella formata dai geometri, periti chimici, elettrotecnici e meccanici- e aumentare il divario fra gli istituti professionali e i licei. Insomma si reintroduce, forse si rafforza, la gerarchizzazione dei saperi per cui i più bravi e intelligenti devono andare ai licei, i più sfortunati, i figli degli operai e delle operaie che faticano ad arrivare in fondo al mese, devono scegliere gli istituti professionali e seguire la dura strada dei genitori. Un’ultima riflessione sul momento critico della scelta della scuola superiore: credo che a quattordici anni sia difficile scegliere il proprio destino e ciò che si vuole fare da grandi. Per questo motivo crediamo sia necessario istituire un biennio unico uguale per tutti gli istituti per permettere a tutti gli studenti di aver delle solide basi nelle materie comuni ai vari indirizzi e sopratutto per permettere ai ragazzi di poter cambiare il loro indirizzo di studi prima che sia troppo tardi. Le statistiche dimostrano che troppo spesso al momento della scelta della scuola superiore un fattore considerato dagli adolescenti italiani è l’estrazione sociale della famiglia di provenienza. Per questo motivo è fondamentale il biennio unico.
In momento così triste per la scuola pubblica italiana invitiamo tutti voi a scendere in piazza per dire no al governo che taglia alla scuola, che difende i propri interessi mentre il paese va allo sfascio, per dire basta al predominio del mercato finanziario, per chiedere l’innalzamento dell’istruzione obbligatoria a 18 anni, per chiedere una scuola multiculturale aperta tutti i giorni, per chiedere una nuova politica di formazione permanente dei lavoratori e nuove possibilità di inserimento per i giovani nel mondo del lavoro. Il 7 ottobre tutti in piazza, NOI SIAMO IL FUTURO, voi il buio!”