L'Associazione NOI parla anche dlle ragazze del calcio...
SIENA. Insieme alla calura estiva la città e attanagliata da una crisi di cui non si vede intravede la fine. Una crisi trasversale che colpisce interi assetti produttivi e, di conseguenza, i singoli e le famiglie ad essi connesse. Siena in questo non si distingue da tutto il resto d’Italia ma, a differenza di altre città, qui la crisi viene identificata non senza ragione con la crisi di Banca MPS.
Come molti hanno già detto occorre risalire la china facendo la dovuta chiarezza sul passato e tracciando altrettanto chiaramente le strategie future. Perché la crisi è un momento di cambiamento in cui dobbiamo essere in grado di cogliere le opportunità che si apriranno per migliorarci. Questo è l’unico approccio costruttivo che la comunità può tenere nei confronti di se stessa.
Ben venga il perseguimento del rigore nell’amministrazione della cosa pubblica e dei criteri di scelta della futura classe dirigente fondati sulla meritocrazia. Ben venga in tutti gli ambiti, banca compresa. Quello che francamente è intollerabile è notare come ci sia la tendenza a perseguire questo processo di risanamento partendo dal basso, dai più deboli, dai più facilmente sacrificabili. Categorie che magari non coincidono con i meno meritevoli, in barba ai presupposti. Delle riflessioni sulla situazione lavorativa che stanno vivendo i dipendenti del gruppo bancario e della nostra università sono pieni i giornali. Mai troppe parole potranno essere spese per manifestare solidarietà a famiglie intere che vivono l’angoscia di perdere il posto di lavoro. Su questi problemi la luce non deve essere mai spenta.
Oggi la notizia, da fonti interne alla squadra, è che anche il Siena Calcio Femminile è in procinto di vedersi negare la sponsorizazione da parte della Banca. In verità poca cosa rispetto al giro di soldi che investe Robur e MensSana. Cinquantamila Euro annui negati che impediranno alla squadra di iscriversi al campionato di Serie A appena conquistato. Anche qui si comincia a tagliare dal basso. Da una realtà sportiva sana dove albergano ancora i valori più veri dello sport. Atlete che pur di gareggiare ai massimi livelli per i loro colori sono disposte a contribuire alle spese delle trasferte. A questa realtà, che ha conquistato sul campo con merito il diritto al proprio futuro, questo futuro viene negato. Spero che la banca riveda la sua scelta magari cercando il risparmio di quei cinquantamila EURO in budget ben più ricchi preservando così un esperienza minore sicuramente più sana e forse anche più meritevole.
Stefano Barsanti – vicepresidente dell’Associazione NOI Siena