Non convincono i risultati conseguiti nel 2010

SIENA. Dalle Liste Civiche Senesi, La Lista per Corradi Sindaco e le forze del Nuovo Polo per Siena riceviamo e pubblichiamo.
Riguardo ai dati che sono stati in questi giorni diffusi circa i risultati conseguiti nel 2010 dalla Banca MPS, le forze politiche senesi della “Coalizione Corradi” si ripromettono di sottoporli ad una puntuale analisi e annunciano di aver già programmato la stampa di un apposito opuscolo informativo oltre all’organizzazione di una iniziativa pubblica con la presenza di adeguate competenze tecniche.
Già ad un primo esame, peraltro, emergono elementi di perplessità che contraddicono le esternazioni di soddisfazione e, in alcuni casi, di autentica esaltazione che sembrano rispondere più alla volontà di condizionare a fini elettorali la percezione dei dati concreti ed effettivi che non al dovere di rendere consapevole la collettività delle difficoltà che la banca si trova a dover risolvere sia sotto il profilo della sua solidità patrimoniale che della sua capacità di trarre reddito dalla attività ordinaria.
Va intanto considerato che il bilancio 2010 viene in ogni caso raffrontato con quello di un anno “orribile”, il 2009, nel quale si era conseguito un utile di soli 224 milioni di euro (grazie a 211 milioni ottenuti dalla vendita di attività), che aveva segnato un brusco ridimensionamento rispetto al risultato dell’anno precedente (931 milioni) ed aveva costretto a non distribuire dividendi ai soci ordinari.
Per quest’anno, è pur vero che il risultato finale del bilancio porta un utile di 987 milioni, ma le sue componenti sono talmente di natura straordinaria che lo stesso consiglio di amministrazione decide di proporre la distribuzione di dividendi soltanto limitatamente a circa 168 milioni, in gran parte finalizzati a retribuire le azioni privilegiate.
Una gran parte dell’utile viene infatti prodotta da poste non inerenti direttamente l’attività bancaria e finanziaria che sono facilmente rilevabili da una semplice scorsa delle voci del conto economico:
vediamo infatti che, proprio mentre perdura la crisi generale ed aumentano i rischi del credito alle imprese, vengono accantonati 330 milioni in meno rispetto all’anno precedente alla voce 130 e 37 milioni in meno alla voce 190 (per un totale di 367 milioni di minori accantonamenti). A ciò si aggiungono i benefici derivanti dalle dismissioni:
• 539 milioni di utili da partecipazioni in più rispetto all’anno precedente (voce 240) derivanti dalle vendite immobiliari dell’operazione Casaforte e dalla vendita della SGR,
• 140 milioni in più di utili in più rispetto all’anno precedente derivanti dalla vendita degli sportelli bancari (voce 270).
Il totale di queste quattro poste sopra descritte avrebbe dovuto portare un beneficio totale di 1.046 milioni rispetto ai risultati dell’esercizio precedente ed invece il miglioramento del risultato è inferiore: 763 milioni di utile in più rispetto al 2009.
In ampia sintesi e senza entrare in ulteriori dettagli dobbiamo notare che, pur in presenza di una crescita sia nei volumi della raccolta che degli impieghi, il margine di interesse è rimasto invariato e, nonostante la crescita del volume delle commissioni, resta altresì invariato il margine di intermediazione. A sostenere un bilancio che resta purtroppo non brillante, ci sono i robusti risparmi che, anche quest’anno, vengono attuati sul costo del personale e che proseguiranno anche negli anni a venire viste le previsioni di riduzioni di organico. Ma, fino ad oggi, questa strada di penalizzazione continua del personale non ha certo portato ad un sostanziale miglioramento dei conti. Conti che peraltro vengono resi parzialmente poco leggibili a causa di alcune “dimenticanze comunicative” come, ad esempio, con la mancata indicazione dell’utile dell’Antonveneta nell’elenco dei risultati delle partecipate.
Per quanto sopra espresso, le forze della Coalizione Corradi dichiarano tutta la loro preoccupazione per il permanere di difficoltà nella Banca senese e prendono atto, con altrettanta preoccupazione, del fatto che il centinaio di milioni di euro che vengono faticosamente assegnati come dividendi alla Fondazione a seguito di queste manovre di bilancio non coprono nemmeno le somme che, lo scorso anno, la Fondazione ha attinto dalle proprie riserve per effettuare le erogazioni annuali.
Il tutto impone alla politica ed alle istituzioni senesi un serio ripensamento sulle strategie fino ad oggi perseguite e la nostra coalizione non mancherà di precisare gli specifici impegni che assumerà in materia con gli elettori senesi nella imminente campagna elettorale.