Castagnini:
SIENA. Da Cna Siena riceviamo e pubblichiamo l’intervento del direttore Gianni Castagnini.
“La prevista cancellazione delle Province preoccupa molto gli artigiani, vista la difficile congiuntura economica che stiamo attraversando. La necessaria riforma degli enti locali non può partire da ciò che funziona. Dare un colpo di spugna a ciò che oggi esiste e funziona, senza sapere cosa accadrà in futuro appare sempre più un salto nel vuoto. Come spesso accade negli ultimi tempi viene fatto un annuncio, senza che si conoscano concretamente quelle che saranno le modalità attuative. Tutto ciò non fa che dare ancora minori certezze alle aziende ed a chi lavora, togliendo punti di riferimento. Adesso ci sono le Province, domani nasceranno i supercomuni, pare, con nuovi organismi da eleggere e nuove competenze da ridistribuire. Tutto ciò anche attraverso il cambiamento della Costituzione. I dubbi sono tanti, con la paura che si vada incontro ad una nuova rivoluzione “gattopardesca” in cui si deve cambiare tutto affinché nulla cambi realmente, con gli annunciati risparmi che sono tutti da verificare. La burocrazia che distrugge le imprese ha tutt’altre radici, tutt’altre cause e strade da seguire radicalmente opposte. Le soluzioni non possono essere al limite della demagogia, fatte solo di annunci ad effetto, ma tecniche e specifiche, chiare e immediatamente operative. Ogni territorio ha le sue caratteristiche precise e le proprie peculiarità. Dove esistono aree metropolitane estese, come nelle grandi città, togliere le Province può avere anche una ragione, ma in territori diversi per vocazione e caratteristiche come il nostro (e la gran parte d’Italia), tutto ciò appare demagogico e pericoloso e soprattutto va nella direzione opposta rispetto a quello che chiedono le imprese. Chi lavora ha bisogno di punti di riferimento, di coordinamento delle azioni. Questo ruolo è stato svolto in modo egregio dalla Provincia, fino a questo momento, rappresentando una vera solidità per le imprese e le associazioni. Pensare ad un percorso lungo che porti la concertazione fino alla Regione per problemi contingenti, appare una strada pericolosa in un momento come questo dove è evidente che il rapporto tra imprese e istituzioni deve essere sempre più rapido ed immediato. Le imprese non hanno bisogno di questo, nulla di più, nulla di meno”.
“La prevista cancellazione delle Province preoccupa molto gli artigiani, vista la difficile congiuntura economica che stiamo attraversando. La necessaria riforma degli enti locali non può partire da ciò che funziona. Dare un colpo di spugna a ciò che oggi esiste e funziona, senza sapere cosa accadrà in futuro appare sempre più un salto nel vuoto. Come spesso accade negli ultimi tempi viene fatto un annuncio, senza che si conoscano concretamente quelle che saranno le modalità attuative. Tutto ciò non fa che dare ancora minori certezze alle aziende ed a chi lavora, togliendo punti di riferimento. Adesso ci sono le Province, domani nasceranno i supercomuni, pare, con nuovi organismi da eleggere e nuove competenze da ridistribuire. Tutto ciò anche attraverso il cambiamento della Costituzione. I dubbi sono tanti, con la paura che si vada incontro ad una nuova rivoluzione “gattopardesca” in cui si deve cambiare tutto affinché nulla cambi realmente, con gli annunciati risparmi che sono tutti da verificare. La burocrazia che distrugge le imprese ha tutt’altre radici, tutt’altre cause e strade da seguire radicalmente opposte. Le soluzioni non possono essere al limite della demagogia, fatte solo di annunci ad effetto, ma tecniche e specifiche, chiare e immediatamente operative. Ogni territorio ha le sue caratteristiche precise e le proprie peculiarità. Dove esistono aree metropolitane estese, come nelle grandi città, togliere le Province può avere anche una ragione, ma in territori diversi per vocazione e caratteristiche come il nostro (e la gran parte d’Italia), tutto ciò appare demagogico e pericoloso e soprattutto va nella direzione opposta rispetto a quello che chiedono le imprese. Chi lavora ha bisogno di punti di riferimento, di coordinamento delle azioni. Questo ruolo è stato svolto in modo egregio dalla Provincia, fino a questo momento, rappresentando una vera solidità per le imprese e le associazioni. Pensare ad un percorso lungo che porti la concertazione fino alla Regione per problemi contingenti, appare una strada pericolosa in un momento come questo dove è evidente che il rapporto tra imprese e istituzioni deve essere sempre più rapido ed immediato. Le imprese non hanno bisogno di questo, nulla di più, nulla di meno”.