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SIENA. Da Logo Siena riceviamo e pubblichiamo.
“L’immagine di un turismo sempre più fuori controllo non riguarda solo Venezia, Firenze, Roma, ma tutte le città d’arte dove pranzi al sacco e comitive rumorose e maleducate, armate di aste per selfie e zainetti in spalla, si moltiplicano durante l’estate. “La mancanza di preparazione ad amministrare le città d’arte da parte di chi decide di intraprendere l’avventura politica”, scrive qualcuno volendo colpire la sindaca Raggi e il sindaco Brugnaro, ma anche a Siena non siamo da meno!
Il centro storico di Siena è inserito nella lista UNESCO dal 1995 non solo per il patrimonio architettonico costruito tra il XIII e il XVI secolo, ma anche perché luogo rappresentativo dell’identità locale, espressione sociale della comunità da tutelare, con una fitta rete di valori culturali legati alle tradizioni, agli usi e costumi e alle attività storiche.
Il centro storico, invece, si sta trasformando, vista la sua “naturale” vocazione turistica! Appare una nuova popolazione caratterizzata dalla mobilità e dalla provvisorietà dello stare: non più studenti universitari, bensì “turisti cannibali” e nuclei di famiglie extracomunitarie, mentre anche enti e istituzioni pubbliche dismettono le loro proprietà immobiliari favorendo l’aumento dei posti letto. Le attività economiche tradizionali ed i servizi che rispondevano all’esigenza di un’economia locale (detta una volta economia “del vicolo” o di prossimità) si trasformano in attività omologate e globalizzate che rispondono alle esigenze dei tour operators e delle grandi catene di distribuzione (dai negozi in franchising ai ristoranti etnici, dai souvenir paccottiglia ai fast food scadenti).
La bellezza, che rende unico e riconoscibile il paesaggio urbano ed extra-urbano come l’avevano descritta i grandi viaggiatori del secolo passato, è diventata una risorsa immediatamente spendibile in termini economici.
Occorre una governance del turismo per affrontare il turismo di massa che negli ultimi anni è esploso in modo incontrollato.
Occorre una Nuova Politica per il patrimonio storico-artistico e culturale legata al territorio, partendo da 3 grandi peculiarità: arte, gastronomia e paesaggio.
Il turista 3.0 è interessato a una vacanza che sia emozione ed esperienza e che possa riflettere i propri gusti e le proprie caratteristiche personali e culturali, le proprie passioni, che possono anche non essere del tutto espresse, ma che le destinazioni turistiche devono essere capaci di prevedere e soddisfare. Conoscere e interpretare le esigenze dei visitatori diventa una sfida che il turismo attuale è chiamato ad affrontare.
La scelta del turista oggi avviene in base a un mix variegato di offerta in cui ci sia un giusto rapporto prezzo-qualità: i turisti valutano le proposte e orientano le proprie scelte verso quelle che presentano un alto standard qualitativo unito a un prezzo adeguato. Ma non solo!
L’aspetto interessante è che ciò a cui si assiste nel panorama turistico attuale è un forte incremento delle motivazioni di viaggio legate agli aspetti culturali e ambientali proprie del territorio con una conseguente spinta verso la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale, storico e artistico culturale di ogni destinazione.
È quindi il territorio (in una visione prospettica a 360°) al centro dell’offerta turistica. Ne consegue che la qualità delle strutture e dei singoli prodotti deve andare di pari passo con la qualità del territorio; le domande a cui rispondere sono quindi: come sono i servizi nel territorio? Cosa si fa per preservare la cultura locale? Com’è la viabilità e la segnaletica, l’arredo urbano, cosa si fa in termini di tutela ambientale? L’attenzione non è più solo al cliente, ma deve essere rivolta anche ai consumi, all’inquinamento, alla produzione di rifiuti, alla conservazione delle tradizioni locali.
Il concept dell’esperienza turistica deve avere l’obiettivo di differenziare l’identità e l’offerta turistica in base alle diverse tipologia di turista, rivalutando la segmentazione del mercato. In base ai segmenti identificati si devono definire gli “elementi WOW”, cioè gli elementi di differenziazione specifica dell’offerta che sono in grado di generare stupore, soddisfazione ed entusiasmo nei viaggiatori.
E’ solo con una maggiore attenzione per esperienze turistiche di qualità e lo sviluppo di una cultura dell’accoglienza (comunicazione, gentilezza, disponibilità, ospitalità) unite all’efficienza dei servizi (ricettività, ristorazione, assistenza, trasporti) che possiamo garantire la soddisfazione del turista e quindi rendere il nostro territorio ancora più competitivo.
In definitiva, bisogna tornare a parlare di sviluppo sostenibile, di gestione dei flussi turistici, di tutela, conservazione e valorizzazione del centro storico con strumenti di pianificazione, e non semplici documenti di indirizzo, che riguardino la mobilità, il patrimonio edilizio e culturale della città, il decoro urbano”.