Troppo facile prevedere che quella di ieri sia una vittoria di Pirro
di Red
SIENA. “Ottimista? Sempre”. Così, partecipando ad un convegno organizzato al Collegio San Carlo di Milano, avrebbe risposto Alessandro Profumo, candidato della Fondazione MPS, alla domanda se fosse ottimista riguardo alla possibilità di diventare presidente dell’istituto bancario senese. Al contrario, pare che di lunedì mattina Gabriello Mancini sia rimasto in silenzio, almeno in pubblico, davanti alle domande sulla riunione di domenica sera. Fonti bene informate avrebbero capito come il presidente di Palazzo Sansedoni non abbia alcuna intenzione di presentare le proprie dimissioni e facilitare la transizione verso la discontinuità e la nuova governance.
Il sindaco di Siena e il presidente della Provincia, pur non essendo presenti alla riunione della Deputazione amministratrice, assicurano che tutto si è svolto correttamente e che Mancini l’ha presieduta fino all’ultimo: se lo dicono loro… Secondo le fonti, l’intenzione del nostro è quella di “fare al 100%, d’ora in poi, l’azionista di maggioranza della banca, controllando scrupolosamente obiettivi e risultati’,’ fino alla naturale scadenza del mandato nel 2013.
I giochi per i mercati sono fatti, e l’azione di banca MPS ha guadagnato nella giornata borsistica +1,81% a euro 0,3879, ma certamente i valori non sono destinati a salire, se gli operatori di borsa non troveranno motivi validi per acquistare. Perchè nelle stanze di Rocca Salimbeni ci si prepara al rodeo dell’assemblea del 27 aprile, con la ferma intenzione di chiudere l’ultimo bilancio della parabola bancaria senese di Giuseppe Mussari con il segno della disfatta.
Come già fatto da Unicredit e Intesa, verranno ammortizzati gli avviamenti di Antonveneta e Biverbanca, tali da creare un rosso in bilancio da almeno tre miliardi di euro: niente dividendi da staccare e niente interessi sui Tremonti bond da dover pagare.
Così chi viene dalla polvere nella polvere ritornerà, come dice il Vangelo, e anche le prossime nomine ai vertici dell’Abi potrebbero avere delle brusche sterzate, dando origine anche lì a una nuova stagione di discontinuità. D’altra parte, Tremonti non è più il ministro dell’Economia e anche a Roma potrebbe essere il tempo di mostrare facce nuove. Per il commercialista di Sondrio rimarrà sempre la condanna della storia per non aver fermato lo scempio di Siena. Tremonti aveva dalla sua la legge, l’autorità morale e materiale per impedire alla Fondazione di indebitarsi per sostenere l’ultimo aumento di capitale di MPS. Non l’ha fatto, contribuendo alla rovina di Siena nel suo caposaldo economico: ma non ne pagherà le conseguenze. Lo stesso in Banca d’Italia: la leggerezza insostenibile della legislazione italiana lascia a persone in posti di enorme responsabilità la facoltà di comportarsi come mercanti nel tempio e di fare e disfare a capriccio.
A Siena la prossima mossa della politica sarà il consiglio comunale odierno: una mozione di maggioranza sulla senesità del Monte attende Ceccuzzi a una prova di forza, visto che 6 dei 15 consiglieri del PD in comune sono di riferimento all’area ex-Margherita. Sicuramente si cercherà di glissare, as ususal, vista la gran quantità di argomenti all’ordine del giorno. Ma di tutto questo rimarrà anche il comportamento dell’opposizione, che si è privata quasi del tutto di voce critica dal principio alla fine della vicenda, mentre gli uomini del PD andavano ad occupare tutti i posti disponibili sul territorio, sostenuti a Roma dall’asse D’Alema-Bindi, che ha spiazzato sia i cosiddetti “monaciani” che i cosiddetti “mussariani”. Nell’asse è presente l’insospettabile Bassanini, che dice di non voler mettere piede a Siena nè di volerci investire i soldi della Cassa Depositi e Prestiti, ma guarda caso nella “sua” fondazione Astrid c’è Tania Groppi (che fa parte del comitatto scientifico) tra i candidati di Palazzo Sansedoni al CdA della banca.
Ora, per chiudere il cerchio della nuova governance nella Rocca, dobbiamo attendere l’assemblea del 27-28 aprile per vedere Profumo nominato presidente di MPS. O per sapere se il giudice del Tribunale di Milano accoglierà la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex manager di Unicredit per l’inchiesta Brontos fatta dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, con il banchiere che a quel punto dovrà affrontare un processo che darà molto fastidio all’immagine dell’istituto di credito senese. Proprio quello che temeva la Banca d’Italia, che ancora una volta arriva a chiudere la stalla dopo la fuga delle mucchine.
(Foto Corrado De Serio)