SIENA. La Banca d'Italia sta effettuando una forte azione di moral suasion sul Monte dei Paschi. L'istituto centrale – secondo quanto riferisce Radiocor – spinge il gruppo bancario senese a non dare il dividendo quest'anno.
La decisione sarà assunta dal cda giovedì, con l'approvazione dei conti 2009. La scelta non potrà non avere l'assenso della Fondazione Mps che esprime la metà del consiglio. Il socio di Palazzo Sansedoni solo due anni fa incassò cedole per 360 milioni e 65 lo scorso anno, e ancora a fine gennaio ribadiva la necessità di avere il dividendo. La remunerazione per l'esercizio 2008 era stata pari a 0,013 euro per le ordinarie.
Un anno di dividendo zero in ogni caso dovrebbe consentire all'ente guidato da Gabriello Mancini di proseguire nella sua attività secondo le linee strategiche fissate, limitando le erogazioni alla soglia dei 100 milioni. Sul fronte della banca, la "grande prudenza» chiesta dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi nella distribuzione del dividendo già nell'incontro con i grandi istituti a fine gennaio, è stata poi esplicitata nelle scorse settimane con le indicazioni date dalla Vigilanza di dedicare la massima parte dell'utile al rafforzamento patrimoniale.
Per il Monte dei Paschi si prospetta un anno di magra. La difficile congiuntura del 2009 e i costi una tantum della riorganizzazione del gruppo, oltre alla prudente politica di rettifiche e accantonamenti, si faranno del resto sentire sul risultato di quest'anno che difficilmente sarà superiore alla 'forchetta altà del consensus attorno ai 200 milioni dopo gli oltre 950 milioni di utile netto del 2008. In più il Monte dei Paschi, quest'anno, da un lato potrà beneficiare delle plusvalenze per le cessioni degli sportelli a Intesa Sanpaolo e Carige, dall'altro dovrà iniziare a pagare le cedole dei Tremonti Bond: 160 milioni è il conto per il 2010. Un esborso che potrebbe essere coperto dai proventi dell'operazione di dismissione degli immobili strumentali ancora in stand-by, in attesa della revisione della normativa prudenziale su queste operazioni da parte della Banca d'Italia.
La decisione sarà assunta dal cda giovedì, con l'approvazione dei conti 2009. La scelta non potrà non avere l'assenso della Fondazione Mps che esprime la metà del consiglio. Il socio di Palazzo Sansedoni solo due anni fa incassò cedole per 360 milioni e 65 lo scorso anno, e ancora a fine gennaio ribadiva la necessità di avere il dividendo. La remunerazione per l'esercizio 2008 era stata pari a 0,013 euro per le ordinarie.
Un anno di dividendo zero in ogni caso dovrebbe consentire all'ente guidato da Gabriello Mancini di proseguire nella sua attività secondo le linee strategiche fissate, limitando le erogazioni alla soglia dei 100 milioni. Sul fronte della banca, la "grande prudenza» chiesta dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi nella distribuzione del dividendo già nell'incontro con i grandi istituti a fine gennaio, è stata poi esplicitata nelle scorse settimane con le indicazioni date dalla Vigilanza di dedicare la massima parte dell'utile al rafforzamento patrimoniale.
Per il Monte dei Paschi si prospetta un anno di magra. La difficile congiuntura del 2009 e i costi una tantum della riorganizzazione del gruppo, oltre alla prudente politica di rettifiche e accantonamenti, si faranno del resto sentire sul risultato di quest'anno che difficilmente sarà superiore alla 'forchetta altà del consensus attorno ai 200 milioni dopo gli oltre 950 milioni di utile netto del 2008. In più il Monte dei Paschi, quest'anno, da un lato potrà beneficiare delle plusvalenze per le cessioni degli sportelli a Intesa Sanpaolo e Carige, dall'altro dovrà iniziare a pagare le cedole dei Tremonti Bond: 160 milioni è il conto per il 2010. Un esborso che potrebbe essere coperto dai proventi dell'operazione di dismissione degli immobili strumentali ancora in stand-by, in attesa della revisione della normativa prudenziale su queste operazioni da parte della Banca d'Italia.