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di Augusto Mattioli
SIENA. Solo con l’opzione militare in Afghanistan non si hanno risultati. Per cui è necessario cambiare rotta. Massimo d’Alema, ex primo ministro e ex ministro degli esteri del centrosinistra a Siena per partecipare con Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc e l’ex ministro degli interni del centro destra Giuseppe Pisanu, al convegno di Liberal su “Gli eroi di Kabul e la politica estera italiana”, indica quale, a suo parere, dev'essere la strada per uscire dal pantano afghano.
“Da una parte – ha puntualizzato parlando con i giornalisti – occorre valorizzare gli elementi politici, economici e umanitari, perchè bisogna vincere conquistando il consenso degli afghani e poi anche con una strategia militare attente alle vittime civili: basta bombardamenti, che secondo me non vanno fatti, e evitare la duplicazione delle missioni, quella dell'Onu e quella americana (che, a mio giudizio, da tempo doveva cessare), per tornare a riflettere seriamente su come vincere una sfida che non è esclusivamente né soprattutto militare ma è soprattutto politica e mi pare che sia ben supportata dai governi tedesco, francese e inglese”.
Idee sulle quali oggi si sta discutendo cosiì come si discute sulla proposta di conferenza internazionale che ha ricordato d’Alema “abbiamo fatti al tempo del governo Prodi. Ma allora c’era Bush…”. Che sugli interventi militari aveva idee molto diverse, dividendo i buoni dai cattivi.
"Una conferenza internazionale e' utile ma ci vuole soprattutto la capacita' della politica italiana di rispondere unita alla sfida del terrorismo", ha aggiunto Pierferdinando Casini, oggi al centro dell’interesse della politica italiana con un tono di chi pensa che in un futuro neanche tanto lontano di tornare ad essere maggioranza. “Dobbiamo spiegare agli italiani le ragioni del sacrificio dei nostri ragazzi e riscoprire la vocazione all'unità della nazione. Non è un caso che Bossi e Di Pietro siano coloro che in queste ore hanno messo in discussione la nostra permanenza in Afghanistan. C'è la demagogia da una parte e la politica seria dall'altra. Noi siamo per la serietà della politica per la conferma dei nostri impegni internazionali e naturalmente nell'ambito della Nato dovremo decidere la strategia”.
Il convegno di Liberal è sembrato prefiguare ciò che potrebbe succedere nella politica italiana dopo che l’era Berlusconi si concluderà.
I concetti espressi da Casini sono chiari. "Mi sembra che il partito del buonsenso stia facendo strada in Italia, e vediamo se prima o poi sarà in grado di determinare svolte politiche: ci sono le basi di una convivenza comune che riunisce al di là delle appartenenze politiche molti in questo Paese: C’è il governo del buonsenso e poi c'è chi si attarda a visioni propagandistiche, populistich
e che non servono al futuro del Paese”.
I tre relatori sono apparsi così in sintonia su certi temi da far dire a D’Alema “allora abbiamo fatto già un programma di governo”. “Ma non c’è fretta perché la gatta frettolosa fa i gattini ciechi”, ha aggiunto Casini da vecchia volpe di scuola democristiana.
Il convegno di Liberal ha assegnato il premio omonimo al generale Federico D’Apuzzo, prossimo comandante della Folgore. Che ha ricordato i cadutidi Kabul e ha assicurato che le loro famiglie saranno aiutate anche concretamente. “Saremo loro vicini", ha sottolineato. E sulla missione in Afghanistan ha aggiunto: "Qualsiasi intervento non può prescindere dalla sicurezza del paese. La presenza militare è indispensabile ma lo è anche una maggiore presenza di componenti civili per la ricostruzione”.
SIENA. Solo con l’opzione militare in Afghanistan non si hanno risultati. Per cui è necessario cambiare rotta. Massimo d’Alema, ex primo ministro e ex ministro degli esteri del centrosinistra a Siena per partecipare con Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc e l’ex ministro degli interni del centro destra Giuseppe Pisanu, al convegno di Liberal su “Gli eroi di Kabul e la politica estera italiana”, indica quale, a suo parere, dev'essere la strada per uscire dal pantano afghano.
“Da una parte – ha puntualizzato parlando con i giornalisti – occorre valorizzare gli elementi politici, economici e umanitari, perchè bisogna vincere conquistando il consenso degli afghani e poi anche con una strategia militare attente alle vittime civili: basta bombardamenti, che secondo me non vanno fatti, e evitare la duplicazione delle missioni, quella dell'Onu e quella americana (che, a mio giudizio, da tempo doveva cessare), per tornare a riflettere seriamente su come vincere una sfida che non è esclusivamente né soprattutto militare ma è soprattutto politica e mi pare che sia ben supportata dai governi tedesco, francese e inglese”.
Idee sulle quali oggi si sta discutendo cosiì come si discute sulla proposta di conferenza internazionale che ha ricordato d’Alema “abbiamo fatti al tempo del governo Prodi. Ma allora c’era Bush…”. Che sugli interventi militari aveva idee molto diverse, dividendo i buoni dai cattivi.
"Una conferenza internazionale e' utile ma ci vuole soprattutto la capacita' della politica italiana di rispondere unita alla sfida del terrorismo", ha aggiunto Pierferdinando Casini, oggi al centro dell’interesse della politica italiana con un tono di chi pensa che in un futuro neanche tanto lontano di tornare ad essere maggioranza. “Dobbiamo spiegare agli italiani le ragioni del sacrificio dei nostri ragazzi e riscoprire la vocazione all'unità della nazione. Non è un caso che Bossi e Di Pietro siano coloro che in queste ore hanno messo in discussione la nostra permanenza in Afghanistan. C'è la demagogia da una parte e la politica seria dall'altra. Noi siamo per la serietà della politica per la conferma dei nostri impegni internazionali e naturalmente nell'ambito della Nato dovremo decidere la strategia”.
Il convegno di Liberal è sembrato prefiguare ciò che potrebbe succedere nella politica italiana dopo che l’era Berlusconi si concluderà.
I concetti espressi da Casini sono chiari. "Mi sembra che il partito del buonsenso stia facendo strada in Italia, e vediamo se prima o poi sarà in grado di determinare svolte politiche: ci sono le basi di una convivenza comune che riunisce al di là delle appartenenze politiche molti in questo Paese: C’è il governo del buonsenso e poi c'è chi si attarda a visioni propagandistiche, populistich
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I tre relatori sono apparsi così in sintonia su certi temi da far dire a D’Alema “allora abbiamo fatto già un programma di governo”. “Ma non c’è fretta perché la gatta frettolosa fa i gattini ciechi”, ha aggiunto Casini da vecchia volpe di scuola democristiana.
Il convegno di Liberal ha assegnato il premio omonimo al generale Federico D’Apuzzo, prossimo comandante della Folgore. Che ha ricordato i cadutidi Kabul e ha assicurato che le loro famiglie saranno aiutate anche concretamente. “Saremo loro vicini", ha sottolineato. E sulla missione in Afghanistan ha aggiunto: "Qualsiasi intervento non può prescindere dalla sicurezza del paese. La presenza militare è indispensabile ma lo è anche una maggiore presenza di componenti civili per la ricostruzione”.