La modifica dello statuto imposta a Siena
SIENA. La modifica dello statuto che la Fondazione MPS impone alla collettività senese è un atto, almeno sul piano politico e morale, arbitrario e illegittimo. Oggi Siena non ha un sindaco, né un consiglio comunale che possano far valere le loro ragioni. Ma ci sono otto candidati sindaci e sicuramente uno di loro governerà questa città tra poche settimane. Ben sette di queste persone hanno pubblicamente ammonito la deputazione a non procedere alla revisione statutaria. Dunque Mancini e i suoi colleghi hanno consapevolmente agito contro la volontà dei cittadini senesi e dei loro rappresentanti politici. La deputazione, un organo nominato dal “sistema PD” in una fase politica che oggi appare lontana da noi come un’altra era geologica, è in scadenza, quindi destituita di ogni residua legittimità, ha voluto imporci una scelta. Noi dedicheremo tempo ed energie per accertare quali siano le reali ragioni individuali e collettive di tanta ostinazione. I deputati si vantano di avere consultato tante istituzioni e gruppi di rappresentatività sociale per formulare il loro parto. Dimenticano di aggiungere che la quasi totalità di tali istituzioni e gruppi li avevano invitati a non procedere alla riforma statutaria.
A questo punto i compiti del futuro sindaco riguardo alla Fondazione in scadenza saranno essenzialmente due: verificare la possibilità giuridica di tornare indietro rispetto a questa sciagurata decisione; verificare la possibilità di promuovere un’azione di responsabilità civile verso i componenti della deputazione amministratrice che hanno voluto aggiungere quest’ultimo danno ai tanti già arrecati alla città.
Impegno per Siena