CariFirenze mette sul tavolo un miliardo di euro per le imprese del territorio
SIENA. La scorsa settimana, a colloquio con Il Cittadino Online, il presidente di Confindustria Siena Cesare Cecchi aveva avuto parole molto chiare in tema di erogazione di credito alle aziende, auspicando non un “accesso facile” ma la capacità da parte delle banche di saper valutare le proposte imprenditoriali di migliori potenzialità. Sarà quindi una buona notizia per gli associati di Confindustria Siena – e per i loro dipendenti – sapere che oggi (8 Febbraio) è stato firmato un accordo con il gruppo bancario Intesa San Paolo, che metterà a disposizione del territorio un plafond pari ad un miliardo di euro.
Tramite CariFirenze, sua controllata locale, il gruppo torinese guidato da Corrado Passera metterà a disposizione delle PMI questi fondi per tre aree principali di intervento, e cioè internazionalizzazione, innovazione e ricerca e sviluppo ed infine solidita e crescita patrimoniale. Considerato che negli ultimi 10 anni la quota di export della Toscana sui mercati esteri è aumentata di dieci punti percentuali, e quella senese con essa – ma anche che il rating delle imprese può porre seri problemi anche a livello di “bancabilità”, vale a dire l’appeal delle imprese per le banche – la proposta di Intesa sembra proprio una boccata d’ossigeno per i non pochi imprenditori locali che la crisi sta mettendo in difficoltà.
Con le prospettive di crescita nazionaliche ci attendono nel prossimo biennio sfruttare al meglio i nuovi mercati potrebbe essere l’unica vera carta da giocare, magari con le spalle coperte da una patrimonializzazione più solida; ma nell’immediato l’accordo Intesa-Confindustria Siena prevede anche misure di agevolazione per il pagamento immediato di fornitori e di rate di mutui, oltre a dilazioni di dodici mesi per rate di finanziamenti o leasing. Se le banche possono non avere avuto negli ultimi tempi la mano facile sui cordoni della borsa, rimane il fatto che senza una massimizzazione delle potenzialità del sistema produttivo neanche gli istituti di credito potranno crescere. E per farlo collaborare e condividere risorse è la sola via.