SIENA. Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) hanno presentato, questa mattina, un’interrogazione urgente, a firma anche di Andrea Corsi e Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra) e Massimo Bianchini (Nero su Bianco), sulla procedura di licenziamento collettivo del personale di Siena Biotech.Riferendo quanto appreso dalla stampa locale, Neri ha chiesto informazioni circa le iniziative intraprese per la salvaguarda del polo scientifico e dei suoi lavoratori.
“Realizzare sul territorio – ha risposto il sindaco Bruno Valentini – un luogo fertile per la ricerca sulle biotecnologie è un tema che ci ha visto impegnati fin dal nostro insediamento e che deve svilupparsi attraverso la realizzazione di condizioni favorevoli, affinché questo possa avvenire in collaborazione con imprese private”. Valentini ha evidenziato che il progetto è naufragato per il depauperamento delle risorse della Fondazione MPS e che la ricerca, adesso, va fatta attraverso imprese che rischiano in proprio e per tempi lunghi per ottenere i risultati aspettati. Un esempio è quello riportato da Rappuoli per il vaccino contro la meningite B: un investimento durato oltre venti anni, di cui oltre dieci impegnati nella ricerca, per quasi un miliardo di euro di costi.
“Ma Siena – ha proseguito Valentini – è anche la città che ha saputo realizzare il miglior distretto scientifico a livello italiano: Toscana Life Sciences, che ha attratto circa 20 aziende, creando 170 posti di lavoro e con prospettive di crescita. E’ la realtà alla quale guardiamo per recuperare la professionalità delle persone che ancora lavorano a Siena Biotech“.
Nell’informare che il contributo di tre milioni di euro dato dalla Regione Toscana è frutto del lavoro svolto dalle Istituzioni e che servirà a Toscana Life Science per poter utilizzare l’attuale immobile di Siena Biotech, così da poter reintegrare una parte del personale di quest’ultima, ha fatto presente come “la Fondazione MPS, anche su nostra sollecitazione, un anno e mezzo fa aveva elaborato un piano di rilancio per Siena Biotech, destinando circa 5 milioni di euro con un obiettivo di pareggio dei conti entro due anni, purtroppo non raggiunto. E adesso la Fondazione, senza informarci e senza coinvolgere i lavoratori, ha preso la decisione del licenziamento collettivo”. Il sindaco nel ricordare, ancora una volta, che “la Fondazione non è una dépendance né del Comune, né di altri Enti nominanti, che ha una propria autonomia economica e patrimoniale”, ha sottolineato come ci sia sempre “un’azione di responsabilità per circa 3 miliardi di euro verso i precedenti membri della Deputazione per il cattivo utilizzo del denaro e delle risorse che avevano a disposizione. La Fondazione, a differenza del passato – ha aggiunto Valentini – non va più vista come strumento a disposizione della politica. Adesso il nostro ruolo è quello di dare indirizzi di sviluppo per il territorio di cui la Fondazione potrà ancora essere protagonista”.
Totalmente insoddisfatto per la risposta ricevuta Eugenio Neri che, nel lamentare l’assenza di critiche sulla costituzione e le finalità di Siena Biotech, così come sui 135milioni “bruciati dalla Fondazione su un falsato prospetto di aumento di capitale, che solo lontanamente accennava ai rischi degli stress test”, ha ribadito la necessità di salvare le professionalità dei lavoratori di Siena Biotech per la credibilità del territorio. “Vogliamo conoscere dalla Fondazione – ha aggiunto Neri – se corrisponde al vero che sono state rifiutate propose di acquisto da parte di enti interessati agli asset di ricerca di Siena Biotech. In questi mesi – ha concluso il consigliere – abbiamo cercato, anche con il vicesindaco di portare delle proposte costruttive anche al governatore Enrico Rossi, che non ha risposto. Nessuna risposta fino a ora”.