I candidati puntano sulla politica illuminata. Ma a volte scivolano nell'ovvio
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di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Partecipazione. Trasparenza. Condivisione. Morale. Etica. Cambiamento. Ma che belle parole! Quando si pronunciano vengono in mente Gaber, Berlinguer (Enrico, intendo), i Padri Costituenti, i giovani che dettero vita al Risorgimento (visto l’imminente anniversario), così come quelli che riportarono a fatica la democrazia in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Viene agli occhi la visione di un mondo in cui il “Noi” viene sempre prima dell'”Io” e dove non c’è una opposizione (politica o sociale) ma una costante attenzione, da parte dell’opinione pubblica, a non lasciare i politici da soli di fronte alle tentazioni del potere. Un accordo, insomma: un contratto temporaneo in cui si delega il bene comune non con una “carta bianca” ma con regole precise e con costanti confronti. Insomma… un sogno! L’avrete capito tutti, leggendo, già dal terzo rigo.
E allora, corrugando la fronte, ci chiediamo tutti: vuoi vedere che questi politici senesi sono diventati tutti seguaci del filosofo Zenone? Quello dei paradossi? Quello che, usando la logica ti spiegava che una freccia lanciata dall’arco, in realtà, sebbene tu la veda in movimento, è ferma? Quello che sosteneva che, tra una tartaruga e Achille, con un piede di vantaggio a favore della corazzata bestiola, questi non sarebbe mai riuscito a raggiungerla? Vuoi vedere che ci hanno fregato tutti? Che sono avanti di millenni e noi, tapini, non ci abbiamo capito un ciufolo?
C’è chi parla di “discontinuità con il Governo della città” e poi si scopre che sostiene “il ritorno” di Marzucchi, attualmente vicesindaco della Giunta Cenni. Quello che, pare, abbia avuto rassicurazioni circa una sua probabile candidatura al ruolo di vice presidente della Fondazione Mps. C’è chi pontifica che “Il sistema a Siena, che qualcuno ha voluto dipingere come corrotto, in realtà si è inceppato perché qualcuno ha fatto scelte in autonomia senza confronto”. E, francamente, non lo aveva capito nessuno che era solo un problema di mancanza di confronto! Sarà per questo, allora, che spuntano iscritti nel registro degli indagati come fossero funghi dopo la pioggia! Ma, ammesso e non concesso che sia come dice questo rappresentante della sinistra senese a sostegno del quasi sindaco Ceccuzzi, chi sarebbe ad essersi macchiato di questa “autonomia senza confronto”? Noi qualche dubbio ce lo abbiamo.
Sia per le notizie che arrivano dall’interno del Partito Democratico, tutto preso a stilare la carta dei valori (hai visto mai che qualcuno per sbadataggine dimentichi quali sono le caratteristiche di una persona perbene) sia per le liste.
Il 10 marzo scorso si sono chiuse le consultazioni nei circoli. La direzione ha valutato le proposte dei possibili candidati e ne ha dato un parere. Alcuni nomi sono stati esclusi con le più fantasione giustificazioni. Gli scontenti si contano a decine. Pronti a “vendicarsi” per un trattamento che dicono di non meritare?
La fronda interna al Pd cresce perchè la coperta è corta e non si possono accontentare proprio tutti. Questo è normale. Ma pare che i criteri seguiti per la scelta dei candidati a consigliere comunale non siano proprio scaturiti da una condivisione (fatto, peraltro, affatto nuovo nella scelta dei protagonisti in queste elezioni a marchio Pd). Compaiono nomi nuovi tra i quasi consiglieri comunali: come quello di Flavia Di Pilla e di Sara Romano. E si parla di riconferme come quella di Giancarlo Meacci e di Anna Gioia (per la terza legislatura!). Confermata la “non candidatura” dell’attuale assessore Pierpaolo Fiorenzani che potrebbe anche decidere di uscire dalle file del Pd per cercare nuovi estimatori politici nella sua area d’appartenenza, quella democristiana.
Lanciata come un siluro, invece, la candidatura a sindaco di Laura Vigni per Città Domani, che piace alla sinistra alternativa e anche a quei giovani legati al Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Che potrebbero anche decidere di ufficializzare il loro sostegno alla lista. Questa, in sintesi, è la lista che porta una ventata di novità – e di rottura – e che potrebbe dare qualche buona soddisfazione ai suoi fondatori.
Poi ci sono Corradi, Piccini e Martelli. Le voci ben informate danno la coalizione in crescita nel gradimento degli elettori. Ma resta da definire la posizione dell’Udc. Il gruppo di Senni, infatti, potrebbe aderire alla proposta del PdL. Quale proposta? Quella di Alessandro Nannini, ovviamente. Nannini potrebbe essere ufficializzato entro questa settimana e potrebbe diventare il candidato sindaco solo del PdL oppure anche della Lega Nord. Dipende dall’esito dell’incontro tra Matteoli e Calderoli di oggi (15 marzo). Dipende dalla forza che ha ancora l’europarlamentare Morganti quale coordinatore del Carroccio in Toscana, a un passo dalla sfiducia. E dalla forza che hanno i leghisti senesi, anche loro a fare i conti con una parte del partito che ha dato le dimissioni. Morganti, in una intervista al Corriere Fiorentino dichiara: “Indagherò se dietro quello che sta succedendo c’è il PdL, la massoneria o altro”. Dubbi che nascono dal cedimento di una parte del Carroccio sotto le pressioni pre elettorali. Con Siena al centro di una serie di interessi (tutt’altro che politici) che potrebbero essere la chiave di lettura della crisi del rapporto tra gli alleati. C’è chi giura, comunque, che alla fine di questo tortuoso percorso, la sfiducia potrebbe essere espressa al coordinatore comunale Marignani.
La speranza dei senesi, a questo punto, è che la campagna elettorale cominci a viaggiare sui binari della coerenza (ma è un’utopia). Perchè e pur vero che gli slogan aiutano a imprimere concetti e volti; che le frasi a effetto e i luoghi comuni sono buoni per tutte le stagioni; me è anche vero che la memoria, sebbene qualche volta possa fallare, resta una qualità imprescindibile dell’uomo. Fin dalla tenera età. Serve per imparare a non commettere gli stessi errori. Quasi sempre, almeno.