Rifondazione polemizza su tempi e metodi
SOVICILLE. Da Angela Bindi(Prc) riceviamo e pubblichiamo.
“Scadono venerdi 30 settembre le osservazioni da presentare in Provincia sull’impianto a Biogas che verrà costruito nella Piana di Rosia, ma i cittadini non ne sanno niente; infatti non c’è stata nessuna informazione da parte dell’amministrazione Comunale o Provinciale su questo impianto nascente.
Il primo incontro “istituzionale” ci sarà mercoledi 28 settembre 2011 alle 17,30 in comune a Sovicille nella commissione Affari Generali, troppo tardi per valutare un progetto così grande e importante che avrà un impatto per niente indifferente sulle condizioni di vita degli abitanti del Padule.
L’impresa non è del posto, viene da Torino ed ha affittato 240 ettari di terreno da coltivare per produrre energia, l’impianto produrrà 999 kwe di energia, una enormità che verrà immessa nella rete ENEL tramite un elettrodotto. A detta degli esperti questa quantità di terreno sarà insufficiente a garantire il materiale per far funzionare l’impianto.
Al precedente progetto di BIOGAS MERSE il Comune negò i permessi per evidenti motivi di tutela del paesaggio e quindi fu costretta ad insediarsi altrove, speriamo che questo venga applicato anche a questo impianto in quanto la Soprintendenza ha già dato un parere negativo in proposito. I Silos saranno alti 14,5 metri con diametro di circa 25 metri, e il materiale insilato verrà depositato in SILO BAG, “salsiccioni” di materiale plastico che verranno adagiati sul terreno con evidente rischio di fuoriuscita di percolato.
Questi impianti hanno inoltre il difetto di emettere cattivi odori e nei comuni del Nord Italia i sindaci li stanno già respingendo; sarà questo il motivo per cui dal nord arrivano nei nostri territori? Come le 1500 tonnellate di pollina ed escrementi di vacca provenienti da Brescia che saranno sversati nei terreni dell’aeroporto di Ampugnano di proprietà demaniale con evidenti rischi di inquinamento!
Accade tutto questo perchè il Padule non ha vincoli sufficienti per la sua tutela, eppure è ancora un’area di straordinaria bellezza e importanza vitale per la provincia visto che accoglie l’acquifero del Luco con l’acqua per Siena e mezza Provincia. Quando prenderanno coscienza i nostri amministratori di dover tutelare questa risorsa primaria?
Chiediamo una moratoria per impianti di questa grandezza, tutelando i piccoli impianti a BIOGAS legati alle produzioni del territorio, e che non superino i 50-100 kwe.
Gli impianti così grandi hanno costi di 4-5 milioni di euro che si ripagano in 4-5 anni ma sono per lo più operazioni finanziarie che devono rimanere fuori dal Comune. Abbiamo già pagato un prezzo molto alto per questo tipo di sviluppo, inoltre un impianto già ce l’abbiamo e questo poteva bastare, sembra invece che stia per arrivare anche un terzo! Quando ce ne informerà il sindaco Masi? E dove verrà sistemato?”.