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SIENA. Si è riunita la Sezione Turismo di Confindustria Siena per una verifica sulla situazione attuale e sulle prospettive del settore nella nostra provincia, in previsione della Conferenza programmatica sul Turismo che si terrà domani (20 gennaio).
“E’ necessario – dice Leonardo Rossetto, capo della Sezione Turismo di Confindustria Siena – avviare un’azione forte che crei le condizioni sia per intercettare nuovi clienti sui mercati interni e internazionali sia per favorire una estensione della stagione turistica”.
“Per ottenere questo – secondo le strutture associate a Confindustria Siena – è indispensabile operare sul piano dell’offerta, attraverso un riposizionamento della nostra industria turistica che trovi integrazioni anche con altri settori come il wellness e il tempo libero, oltre che agire quindi su quello della domanda attraverso una efficace azione di marketing territoriale e di offerta culturale diffusa sul territorio, di livello e programmata su un arco di tempo adeguato.
Infine, diventa evidente la necessità di integrazione nel sistema toscano della promozione per evitare duplicazioni di spesa e ingenerare confusione nell’utenza soprattutto estera”.
E’ questa la realtà del turismo senese con la quale occorre fare i conti: emerge un quadro comunque preoccupante, soprattutto considerando che il settore ha registrato in pochi anni investimenti strutturali notevolissimi, con conseguente crescita dell’offerta ma con risultati assolutamente inadeguati per mancanza di risposta in termini di presenze e redditività. Se ne deduce che l’imponente macchina dell’ospitalità senese è utilizzata appena per il 20 per cento del suo potenziale, ovvero che ogni letto nel corso di ogni anno solare viene occupato per soli 73 giorni su 365.
Conferma di questa preoccupazione si riscontra nei dati ufficiali pubblicati dall’Amministrazione Provinciale dai quali si rileva che a fronte di un apparato ricettivo di oltre 60 mila posti letto gestiti da un totale di 2.700 imprese, 450 alberghi e 2.250 strutture extralberghiere tra cui oltre mille aziende agrituristiche, la nostra provincia ha registrato ufficialmente negli ultimi anni circa 4,5 milioni di pernottamenti. Si potrà obiettare che molti esercizi sono stagionali e che molte sono le chiusure dovute a motivazioni diverse. Ma ciò non sposta più di tanto il problema: considerando che tutti gli operatori chiudessero le loro strutture per 5 mesi all’anno e quindi con una stagione di 7 mesi operativi generalizzata, l’occupazione dei posti letto raggiungerebbe a mala pena il 35 per cento, ossia di 127 giorni all’anno, quando è noto che occorre superare il 50 per cento per assicurare almeno il pareggio di una gestione equilibrata ed assolutamente corretta.
Le strutture ricettive aderenti a Confindustria Siena sono per la massima parte inserite nella fascia alta dell’offerta turistica, ovvero sono strutture a quattro e cinque stelle, rappresentando così l’eccellenza della nostra offerta ricettiva e con un buon numero di occupati del settore e peso percentuale sul fatturato prodotto. Pertanto, se il turismo rappresenta un fattore di interesse in termini di peso sull’economia di immagine territoriale è evidente che proprio in questa fascia di mercato, nel successo di queste imprese e nel richiamo, anche in termini evocativi, che vada ricercata l’inversione di tendenza con effetto traino sull’intero settore.
“In conclusione – sostiene Rossetto – se negli ultimi dieci anni la provincia di Siena ha raddoppiato il suo potenziale ricettivo, nel prossimo decennio abbiamo il dovere di porci come obiettivo il raddoppio della clientela e quindi dell’occupazione dei posti letto anche in termini di durata delle permanenze: su questo bisogna lavorare tutti e tutti insieme, immaginando anche una lettura più razionale e realistica del territorio”.