Il Piano Industriale mostra la sue lacune
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. L’era della disinformazione universale è paradossalmente figlia della immensa massa di informazioni disaggregate che ognuno di noi può ottenere in pochi minutinavigando in Internet. Come il piano industriale del Tandem MPS: un effluvio di numeri messi lì scientificamente per chi li propone e acriticamente per chi li deve subire, magno cum gaudio per la stampa che scrive senza controllare la fonte e le conseguenze. Ma c’è chi riesce ad estrapolare una realtà dai totali finali: la bocciatura del piano da parte degli analisti finanziari è un esempio importante, e il titolo dondola ai minimi assoluti, senza speranza di recupero, anche perché Profumo non ha un piano B, se dovesse andar male questo.
Un altro esempio viene da un sito internet, esternalizzati.it, che spiega che l’esternalizzazione del back office porterà al licenziamento di buona parte dei dipendenti del Cog e un futuro di miseria per chi si dovesse salvare. Il Tandem pensa di realizzare, con la cessione delle attività, un risparmio di 166 milioni di euro di spese per il personale. Ma è convinto che il canone d’affitto dei servizi nel 2015 gli verrà a costare appena 80 milioni. Ovvero chi si comprerà il ramo d’azienda dovrà gestire 2360 lavoratori (se nel giro di tre anni non ridurrà a poco più di un terzo la voce costi relativa soprattutto ai compensi), che lo manderanno in rapido fallimento. Profumo vorrebbe licenziare lasciando ad altri il lavoro sporco. C’è da pensare che la Direzione Generale MPS non conosca il costo reale del Cog; non sa quanti dipendenti “inutili” sono presenti al lavoro ma di nessuna necessità (nei commenti li chiamano imboscati); si sono buttati qua e là dei numeri, tanto nessuno ha la forza per chiedere spiegazioni ai traghettatori. Sempre secondo il sito, la voce relativa alle spese amministrative dell’ultimo bilancio, depauperata di quelle per il personale, ammonta a 1398 milioni. In esse sono compresi 58 milioni di pubblicità e sponsorizzazioni. 108 di compensi a consulenti esterni. 267 milioni di spese di affitto. Un intervento neanche troppo radicale su queste tre voci di spesa darebbe un risultato immediato di risparmi per 166 milioni. Senza toccare le persone, il loro presente ed il loro futuro. A questo punto occorre rivitalizzare un istituto dimenticato, il fondo di solidarietà, per mandare in pensione chi potrebbe già andarci. Ridimensionare drasticamente gli emolumenti super per i top manager e trasferire il personale in eccesso del Cog nell’arena delle filiali (anche se diversi mugugni si alzeranno), è un’impresa impossibile per il Tandem, prigioniero della politica? Non sembra in grado di incorporare le controllate e azzerare il costo di inutili consigli di amministrazione e di evitare il ricorso alle consulenze esterne, come amaramente riconosciuto nell’ultimo comunicato stampa che parlava di generici tagli per 1,5 milioni di euro, una goccia nel mare.