Francia e Germania cominciano a chiedere l'allentamento dei vincoli di Basilea III
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di Red
SIENA. Secondo i dati riportati da Borsa Italiana, nel periodo 22 gennaio 2011 – 21 gennaio 2012 il titolo Intesa S. Paolo ha perduto il 35,70% del suo valore in borsa. Unicredit il 71,78%, MPS il 69,82%: praticamente il doppio. Per Unicredit l’Ad Alessandro Profumo aveva già pagato per la crisi del 2008, dimissionato nel settembre 2010 (con 40 milioni di buonuscita) e l’attuale Federico Ghizzoni dovrà rassegnarle appena sarà conosciuto il nuovo assetto proprietario della banca, che scaturirà dall’aumento di capitale in corso. Per banca MPS invece si prevede, dopo le “dismissioni” di Vigni e la fine del mandato in primavera di Mussari, un esborso di quattrini – che paiono non esserci in cassa – di 40 milioni di euro. Superbonus senza superrisultati, dunque, come prassi del sistema politico-bancario nazionale? Perché il superbonus sarebbe stato riuscire a integrare MPS con Antonveneta mettendo su una copiosa messe di utili, al riparo dalle critiche e dal dileggio dei mercati, che ne hanno decretato il naufragio.
Da parte di Banca d’Italia non sono arrivate indiscrezioni sui piani presentati da Rocca Salimbeni per evitare l’aumento di capitale. Vedremo se il recupero del titolo di venerdì darà spunto per veloci realizzi speculativi o sarà un segnale di recupero, cioè quello di cui ha bisogno la Fondazione. Rimane netta la sensazione che gli istituti ancora coinvolti nei piani di ristrutturazione Eba, MPS, Ubi banca e Banco Popolare stiano solo prendendo tempo per arrivare a marzo. Intanto sarà la Banca d’Italia a prendersi l’onere di difendere nel serrato confronto con l’Ente europeo le ragioni delle banche italiane nella riunione dell’8/9 febbraio a Londra. Il Consiglio Ue in programma il mese successivo – avendo già stoppato l’idea dell’Eba di un nuovo stress test e diventando operativo il fondo salva stati Efsf – potrebbe rivedere tutto e decidere che le ricapitalizzazioni non servono più.
L’unica paura per Fabrizio Viola e C. rimane l’umore dei mercati: gli operatori finanziari potrebbero in questo lasso di tempo (lungo per lo standard delle borse), esporre le banche a nuovi attacchi speculativi di difficile previsione con conseguenze non immaginabili. Specialmente per Monte dei Paschi di Siena, che ha alle spalle una Fondazione debolissima e già in mano alla concorrenza a cui ha chiesto denaro in prestito con clausole risultate, alla fine, vessatorie. L’ansia di questa nuova settimana di borsa sarà tutta rivolta al salvataggio della Grecia. L’accordo che ridurrebbe di un terzo l’esposizione debitoria del paese stenta a decollare e comincia a mancare il tempo, visto che fra due mesi un’asta di titoli di stato per 14,4 miliardi di euro deve avere successo, pena un contraccolpo negativo per tutti i paesi dell’Eurozona. Per la giornata odierna si pensa che il titolo MPS possa migliorare la sua performance, proprio in assenza di commenti negativi di Bankitalia e la percezione che l’apice della negatività possa essere stato superato. Certamente sarà importante che lo spread continui la sua lenta marcia al ribasso, che aiuterebbe i conti montepaschini diminuendo le perdite sui titoli di stato italiani in portafoglio.
Stanno arrivando sui mercati voci provenienti da Francia e Germania che chiederebbero (finalmente anche loro), un allentamento delle regole nefaste di Basilea III, perché ne hanno compreso il valore negativo di restringimento di credito alle imprese e di effetto negativo alla crescita economica. Ci sono voluti anni, ma alla fine ci stanno arrivando anche loro. I vari Basilea, Basilea II e Basilea III hanno lo scopo esclusivo di trasferire il rischio industriale dalle banche alle imprese, creando una casta di intoccabili autoreferenziali al sicuro dentro ai loro palazzi, distorcendo i pilastri fondamentali dell’economia di mercato.
Di conseguenza notiamo che, ironia della sorte, proprio quell’inazione della dirigenza senese e della politica di riferimento in tutto il 2011, che ha portato Rocca Salimbeni a toccare il minimo valore della sua storia plurisecolare, potrebbe in questo momento rialzare le quotazioni di Ceccuzzi, Mussari e C.. Così quando tutto sarà passato, tutto sarà uguale a prima e la città avrà perso la possibilità di un profondo rinnovamento civile, morale, professionale. I tempi di chi chiedeva dimissioni e vera discontinuità si stanno decisamente accorciando.