SIENA. Da Iose Coppi, segretario generale della Cisl Siena, riceviamo e pubblichiamo.
"Questo primo maggio 2010 diventa per il sindacato l’occasione per difendere i valori del lavoro e ribadire che l’economia è in funzione dell’uomo e non l’uomo in funzione dell’economia. Per questo saremo a fianco dei lavoratori del commercio, condividendone in pieno le ragioni contro l’apertura dei negozi il 1 Maggio. Occorre più rispetto per certe ricorrenze che hanno un elevato valore simbolico, educativo e culturale.
Concedere la possibilità di aprire i negozi il giorno della festa dei lavoratori non aiuta a combattere la crisi, ma anzi va nella direzione opposta a quell’unità di intenti che sarebbe necessaria per costruire la ripresa. Ogni piazza della Toscana nella giornata del 1 Maggio si schiererà contro questo atto che tende a far arretrare i diritti dei lavoratori, cercando di cancellare una festa che è simbolo del lavoro e della sua unità. Non stiamo parlando di servizi essenziali. Gli acquisti si possono rimandare di un giorno. Oltretutto, in tempo di crisi, non mi pare che i lavoratori e le famiglie abbiano tutti questi soldi da spendere… anzi: è uno schiaffo in faccia a chi ha perso il posto o è in cassa integrazione. Io credo che si sia persa un’altra occasione per adottare uno stile di vita più sobrio.
Festeggeremo il 1 Maggio ancora in un contesto economico e sociale denso di preoccupazioni e di incertezza destabilizzante. Il valore del lavoro, per troppo tempo marginalizzato da un sistema finanziario che s’è avvitato su se stesso naufragando clamorosamente, riemerge in tutta la sua valenza non solo economica, ma anche profondamente umana.
La crisi ha colpito l’elemento determinante per il futuro di tante donne e uomini. Le famiglie si trovano ad affrontare gravi difficoltà che oltrepassano, nei casi più eclatanti, la soglia della povertà.
Lo constatiamo quotidianamente guardando negli occhi chi, rinunciando con fatica al proprio orgoglio, si accosta alla cordata di solidarietà che nella realtà sociale Senese è ancora esemplare.
La centralità del lavoro, così articolato e frammentato, pervaso dall’instabilità, deve ritornare ad animare un confronto costruttivo tra le parti sociali, nessuno escluso, per nuove e più incisive tutele, per offrire prospettive di avvenire in particolar modo alle giovani generazioni. Il lavoro non è soltanto occupazione e reddito ma deve tornare a essere relazione, realizzazione e riscatto sociale .
Una comunità, quella senese, che dentro la crisi ha concertato e agito per realizzare un cambiamento, evitando il pericolo del declino industriale, che cerca di trasformarsi senza perdere i valori della propria vocazione anche manifatturiera, cercando di sviluppare i servizi alle imprese, il turismo, la cultura; le infrastrutture materiali e immateriali con strumenti e risposte a volte inedite.
Per sostenere l’economia senese:
– Dobbiamo riprendere il confronto, a livello provinciale, sulle scelte di politica economica, gli investimenti, gli interventi di welfare;
– avviare politiche di sostegno agli enti locali per il finanziamento di interventi sul territorio, a tutela dell’ambiente, sugli edifici pubblici e le infrastrutture, di risparmio energetico e per l’abbattimento delle emissioni. Interventi che favoriscono lo sviluppo locale e la ripresa dell’attività economica con positive conseguenze sull’occupazione;
– aprire nei tempi stabiliti i cantieri dei numerosi progetti preannunciati anche nell’iniziativa degli stati generali delle costruzioni tenutasi il 17 Aprile 2010 e negli accordi quadro di sviluppo territoriale.
– sostenere lo sviluppo economico e sociale con azioni nei settori delle nuove tecnologie, della ricerca in sinergia con l’Università degli studi e dell’innovazione di prodotto, in quelli del turismo e del terziario.
Dobbiamo vivere questo tempo della crisi preparando delle politiche nuove che rispondano a nuovi bisogni, il sindacato nel territorio ha la possibilità e la progettualità, deve parlare di benessere e di mantenimento complessivo della qualità della vita, rafforzando la sua capacità di coesione".
"Questo primo maggio 2010 diventa per il sindacato l’occasione per difendere i valori del lavoro e ribadire che l’economia è in funzione dell’uomo e non l’uomo in funzione dell’economia. Per questo saremo a fianco dei lavoratori del commercio, condividendone in pieno le ragioni contro l’apertura dei negozi il 1 Maggio. Occorre più rispetto per certe ricorrenze che hanno un elevato valore simbolico, educativo e culturale.
Concedere la possibilità di aprire i negozi il giorno della festa dei lavoratori non aiuta a combattere la crisi, ma anzi va nella direzione opposta a quell’unità di intenti che sarebbe necessaria per costruire la ripresa. Ogni piazza della Toscana nella giornata del 1 Maggio si schiererà contro questo atto che tende a far arretrare i diritti dei lavoratori, cercando di cancellare una festa che è simbolo del lavoro e della sua unità. Non stiamo parlando di servizi essenziali. Gli acquisti si possono rimandare di un giorno. Oltretutto, in tempo di crisi, non mi pare che i lavoratori e le famiglie abbiano tutti questi soldi da spendere… anzi: è uno schiaffo in faccia a chi ha perso il posto o è in cassa integrazione. Io credo che si sia persa un’altra occasione per adottare uno stile di vita più sobrio.
Festeggeremo il 1 Maggio ancora in un contesto economico e sociale denso di preoccupazioni e di incertezza destabilizzante. Il valore del lavoro, per troppo tempo marginalizzato da un sistema finanziario che s’è avvitato su se stesso naufragando clamorosamente, riemerge in tutta la sua valenza non solo economica, ma anche profondamente umana.
La crisi ha colpito l’elemento determinante per il futuro di tante donne e uomini. Le famiglie si trovano ad affrontare gravi difficoltà che oltrepassano, nei casi più eclatanti, la soglia della povertà.
Lo constatiamo quotidianamente guardando negli occhi chi, rinunciando con fatica al proprio orgoglio, si accosta alla cordata di solidarietà che nella realtà sociale Senese è ancora esemplare.
La centralità del lavoro, così articolato e frammentato, pervaso dall’instabilità, deve ritornare ad animare un confronto costruttivo tra le parti sociali, nessuno escluso, per nuove e più incisive tutele, per offrire prospettive di avvenire in particolar modo alle giovani generazioni. Il lavoro non è soltanto occupazione e reddito ma deve tornare a essere relazione, realizzazione e riscatto sociale .
Una comunità, quella senese, che dentro la crisi ha concertato e agito per realizzare un cambiamento, evitando il pericolo del declino industriale, che cerca di trasformarsi senza perdere i valori della propria vocazione anche manifatturiera, cercando di sviluppare i servizi alle imprese, il turismo, la cultura; le infrastrutture materiali e immateriali con strumenti e risposte a volte inedite.
Per sostenere l’economia senese:
– Dobbiamo riprendere il confronto, a livello provinciale, sulle scelte di politica economica, gli investimenti, gli interventi di welfare;
– avviare politiche di sostegno agli enti locali per il finanziamento di interventi sul territorio, a tutela dell’ambiente, sugli edifici pubblici e le infrastrutture, di risparmio energetico e per l’abbattimento delle emissioni. Interventi che favoriscono lo sviluppo locale e la ripresa dell’attività economica con positive conseguenze sull’occupazione;
– aprire nei tempi stabiliti i cantieri dei numerosi progetti preannunciati anche nell’iniziativa degli stati generali delle costruzioni tenutasi il 17 Aprile 2010 e negli accordi quadro di sviluppo territoriale.
– sostenere lo sviluppo economico e sociale con azioni nei settori delle nuove tecnologie, della ricerca in sinergia con l’Università degli studi e dell’innovazione di prodotto, in quelli del turismo e del terziario.
Dobbiamo vivere questo tempo della crisi preparando delle politiche nuove che rispondano a nuovi bisogni, il sindacato nel territorio ha la possibilità e la progettualità, deve parlare di benessere e di mantenimento complessivo della qualità della vita, rafforzando la sua capacità di coesione".