Anche nei giorni più tranquilli si aggravano i problemi, se non vengono affrontati
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Sarà il gran caldo, ma sono giorni abbastanza stabili in casa MPS. Il titolo veleggia in borsa sui 18 centesimi di euro, e probabilmente è l’attuale valore obiettivo, visto che la banca naviga guidata da un Tandem con un socio di riferimento a cui non è necessario rispondere (la Fondazione) e con un padrone nemmeno tanto occulto (lo Stato con i suoi bond generosi ed esclusivi), ma che non mette bocca su nulla. Ciò dà forza a Profumo e Viola in vista dell’inasprimento sindacale previsto per fine mese: non sarebbe male, per i sindacati “allargare” il fronte, facendo intervenire anche la politica, anch’essa a zero idee su come risolvere il problema di esuberi e Centro Operativo. Questione di responsabilità, si dice in gergo, ma si sono defilati in molti e non è certo colpa del Palio o della Mens Sana. L’altra politica, quella nazionale da noi definita “cattiva” più volte, riesce a far sembrare inutili le ammonizioni e i downgrade di Moody’s, forse perchè la pessima lotta condotta contro la speculazione mondiale dalle autorità europee sovrasta tutto e rimanda il mondo dell’economia e della finanza alla continua emergenza, in nome della quale ci fanno fare cose altrimenti inaccettabili.
L’intervento sui fondi neri depositati nelle banche svizzere è stato dimenticato nell’indifferenza montiana e del suo governo: più facile tartassare i cittadini indifesi che colpire gli evasori fiscali, eppure basterebbe un banale “copia e incolla” dell’accordo già sottoscritto dalla Germania. Oggi parleranno in sequenza prima il Fmi e poi Bernanke della Fed, per dare messaggi rassicuranti ai mercati, ma cosa voglia dire ciò non è chiaro. La speculazione – ben supportata dalle agenzie di rating – alza l’asticella ad ogni provvedimento che sembra risolutivo. Se voleva gli eurobond ormai si va in quella direzione, se voleva il fondo salvastati lo ha otttenuto. I suoi capitali sono al sicuro, ma gli spread si allargano e presto sarà insostenibile acquistare i titoli di stato tedeschi perchè non danno alcun reddito. Allora bisogna diversificare: quale migliore occasione che costringere, ad esempio, lo stato italiano a vendere il patrimonio immobliare, proprio adesso che le quotazioni sono al minimo tollerabile? Basta vedere chi ci ha preceduto su questa strada, la Grecia. I valori degli immobili in quella nazione sono crollati anche oltre il 50%, e ad acquistare naturalmente possono essere pochi grandi patrimoni liquidi esteri, compresi quelli che facciano riferimento ad una proprietà greca. E’ come se il paese ellenico avesse perso una guerra disastrosa e ora dovesse pagare il bottino ai nemici. E a questi risultati siamo arrivati dopo diversi anni in cui i limiti da raggiungere, guarda caso, erano all’insù. Corsi e ricorsi, ma nel frattempo nessuna legge è intervenuta a livello mondiale, a fermare la speculazione e regolare i mercati, nemmeno da parte di quell’Obama che ne aveva fatto cavallo di battaglia al tempo della sua elezione.
Intanto in Italia si permette alla Fiat di dismettere la produzione di auto con effetto immediatamente recessivo sulla crescita del Pil, ci si incarta su una Tav Torino-Lione che si dimostrerà una bufala speculativa – come il ponte sullo Stretto di Messina -, latitano gli investimenti per la ripresa produttiva, è in crisi il mercato immobilare dove pure MPS e Fondazione hanno grossi investimenti incagliati. Nel silenzio è sparita pure Siena Biotech: piano industriale zero, il Gaviraghi Amministratore Delegato dimessosi non sostituito nel board, cassa integrazione che a fine anno disperderà tutte le conoscenze (il famigerato Know how) in giro per il mondo, una sede nuovissima che rimarrà come un monumeto ai caduti. Compresa la costosa scultura che troneggia davanti all’ingresso. Uno specchio di Siena, che non trionfa immortale.