Si rinuncia al progetto di grandezza della banca
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1331549346161.jpg)
di Red
SIENA. Con il contagocce escono gli argomenti trattati dal CdA del Monte dei Paschi lo scorso 8 marzo. Si starebbe lavorando a Siena a un bilancio in rosso per 3 miliardi di euro, contro i 302 milioni di utile dichiarati nei primi tre trimestri dell’esercizio 2011. Una chiusura assolutamente ingloriosa per il presidente uscente Giuseppe Mussari e la sua faraonica gestione triennale, ma che avrebbe paradossalmente un effetto benefico sul rafforzamento del patrimonio aziendale. Si procederà quindi alla svalutazione dell’avviamento Antonveneta e Biverbanca (e Intesa sta studiando una mossa simile per il proprio bilancio).
Soprattutto la prima delle due partecipazioni vale oltre 6 miliardi di euro. Con la svalutazione dell’avviamento, per il complesso delle norme fiscali in vigore, MPS otterrà immediatamente il beneficio di non pagare i 160 milioni di interessi che gravano annualmente su 1,9 miliardi di Tremonti bond che non sono stati restituiti al Tesoro (al contrario delle assicurazioni di Antonio Vigni della scorsa estate). Ma allora sarà obbligatorio, come nel caso dell’istituto di Piazza Cordusio, procedere sulla via dell’aumento di capitale nella forma richiesta dall’Eba (3,267 miliardi CASH)?
Sembra di no, come anche la discesa in picchiata dello spread BTp/Bund a 301 punti base potrebbe confermare (dovrebbe valere 1 miliardo di euro, un altro viene dalla conversione del Fresh). Le perdite teoriche sui 25 miliardi di titoli di stato – costate la poltrona al direttore dell’area finanza Gianluca Baldassarri – rimarrebbero così teoriche, mentre la partita degli swap sottoscritti a copertura del rischio tassi rimarrà ancora aperta in negativo.
Ma Ubs alza il target price allo stesso livello di Goldman Sachs a euro 0,45, confermando il rating neutral. La lente d’ingrandimento di Moody’s che vuole vedere realizzate le vendite programmate delle partecipazioni e il deconsolidamento di Consum.it, prima di approvare il piano anti-Eba di Rocca Salimbeni, è sempre puntata su Siena: secondo l’agenzia di rating non sarà facile ottenere risultati positivi entro il 30 giugno.
Dopo l’assemblea di fine aprile, il direttore generale Viola, diventato amministratore delegato, presenterà al nuovo presidente (Profumo o chi per lui) il nuovo piano industriale, sperando che sia meno fantasioso del precedente che si è rivelato esagerato, approssimativo, irrealizzabile, giustificatorio degli errori che si commettevano. Un passo indietro, rinunciando a inseguire i colossi Intesa e Unicredit, sarà la proposta di Fabrizio Viola, per ritornare ad essere quel player regionale che era il Monte dei Paschi prima dell’abbuffata che dall’antipasto Banca 121 è arrivata al piatto forte Antonveneta. Con la speranza di creare un dividendo almeno per la primavera 2013.
Così si certifica che la banca non può, quest’anno, essere materialmente d’aiuto alla Fondazione, alle prese con i suoi problemi di debito incontrollato e di presa politica sul territorio di riferimento. Poiché negli accordi con i creditori ogni euro incassato da Palazzo Sansedoni fino al 30 giugno 2012 dovrà essere destinato a ripianare i debiti con le banche, le erogazioni al territorio saranno bloccate. E – se e quando potranno riprendere – non supereranno i 20 milioni di euro, per una provincia abituata a una media annuale di 100 milioni…