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Anche nella nostra provincia e nella nostra città la cattiva informazione di certa parte della sinistra e di una parte del sindacato sta falsando la realtà delle cose dimostrando lo strenuo attaccamento a un retrogrado modello politico di gestione del mondo dell’istruzione che ne blocca il suo sviluppo e l’ammodernamento.
Oramai abbiamo compreso come il Governo stia toccando i nervi scoperti della fallimentare gestione di un feudo rosso qual è quello della scuola ma siamo anche consapevoli che la riforma attuata dal Ministro Gelmini è inderogabile e necessaria a favore di uno spirito innovativo con il quale il Governo vuole affrontare gli annosi problemi legati al mondo scolastico e dare loro una svolta qualitativa senza precedenti.
Per questo trovo demagogiche e fuori luogo le dichiarazioni degli esponenti del sindacato massimalista accompagnati dal coro dei parlamentari ed esponenti del PD senesi anche e soprattutto dopo la recente conferenza stampa del Ministro dell’Istruzione Gelmini che ha illustrato dettagliatamente con tanto di numeri alla mano il senso della riforma.
Retoriche e prive di fondamento sono le affermazioni che additano il Governo disinteressato al mondo scolastico e disattento al futuro dei bambini e alla qualità della scuola italiana; queste sono solo slogan populistici a danno degli studenti, delle famiglie e di tutti coloro che operano nella scuola.
Mai la sinistra si è preoccupata di quel 97% delle risorse economiche scolastiche destinate esclusivamente agli stipendi e di quel misero 3% al resto delle attività.
In una situazione di crisi economica come è quella che stiamo vivendo è irresponsabile pensare di aumentare quei 43 miliardi di euro destinati alle scuole, ma è responsabile, invece, esigere un riequilibrio economico che garantisca una scuola di qualità sia in termini di didattica, di insegnanti, di nuove tecnologie, di edilizia, ecc.).
A seguito di questa impostazione non sono stati bloccati gli scatti di anzianità per gli insegnanti e grazie al recupero della Finanziaria insieme alla riforma strutturale il Governo è riuscito e riuscirà a recuperare risorse che arriveranno a circa un miliardo di euro dal 2012 per ogni anno scolastico; questo a favore di un migliore sistema di formazione.
Non esiste alcun taglio del personale, al contrario, di fronte a una situazione europea che vede il taglio o il blocco degli stipendi o peggio ancora i licenziamenti, la manovra finanziaria del Ministro Tremonti ha consentito, “grazie anche al sindacato moderato (come la Cisl ma non solo)”, 10.000 nuovi posti di lavoro per gli insegnanti, 6500 per gli ATA e un concorso per 3000 nuovi dirigenti scolastici. Chi urla ai tagli dei posti di lavoro per 25600 unità, maldestramente non considera i 23000 pensionamenti che portano a 2000 i tagli effettivi per i quali il Governo ha adottato degli strumenti per un “ammorbidimento” con il decreto “salva-precari” e con gli accordi con gli enti locali per alternative soluzioni lavorative.
Questi, accanto anche a interventi formativi su una maggiore qualità dell’insegnamento (conoscenze e capacità), sono i segnali concreti che dimostrano l’attenzione del Governo nei confronti della scuola, altre cose sono le opinioni.
La manovra di razionalizzazione delle risorse economiche, dovere morale del Governo, ha teso a liberare mezzi a favore delle qualità scolastica ma anche a favore di un forte sostegno al precariato.
Il precariato (ca. 229000 persone ) pesa per il 32% sul numero degli insegnanti (ca. 700000). Forse la sinistra non riesce a comprendere pienamente la dimensione del problema e scorda che questo è “frutto di decenni di politiche disinvolte che hanno creato consenso a buon mercato distribuendo posti di lavoro dei quali le scuole non avevano bisogno né erano in grado di mantenere economicamente”.
Chi pone la responsabilità del precariato sulle spalle del Governo Berlusconi lo invitiamo a non mistificare la realtà né a strumentalizzarla e neppure a cavalcare questo disagio ma a mostrare senso di maturità spendendo energie alla migliore soluzione della problematica e riconoscendo, ob torto collo, che gli strumenti messi in campo sono efficacemente tesi a frenare l’espandersi del fenomeno cercando sinergie con gli Enti Locali per l’individuazione di nuove alternative mantenendo, al contempo, il legittimo assegno di disoccupazione per coloro che preferiscono lo status di precario.
Invitiamo quindi gli esponenti del Partito Democratico scesi ripetutamente in campo, il sindacato massimalista a concludere le avventate urla a ogni apertura di anno scolastico perché se c’è una cosa dannosa per gli utenti sono proprio queste mentre abbiamo la fortuna di un Governo che opera scelte mature e innovative che mettono al riparo il futuro dei nostri ragazzi con interventi strutturali innovativi.
Pietro Staderini
Coordinatore Comunale
Popolo della Libertà – Siena