E intanto i politici locali freneticamente...
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di Red
SIENA. Secondo esperti di mercato intervistati da Marco Fusi per MF ”In Europa c’è preoccupazione per il livello della disoccupazione, ma le notizie poco confortanti che sono state rese note oggi non giungono inaspettate. Il mercato sta aspettando delle risposte dalla politica, che tardano invece ad arrivare e questa incertezza impatta soprattutto sul mercato azionario, mentre si mantiene più stabile il comparto obbligazionario, alla luce della consapevolezza che il mercato potrebbe essere sostenuto dalla Bce”.
Le vendite quindi hanno colpito i bancari in modo sostanzioso e il titolo MPS ha accusato una flessione di -5,18% a euro 0,2544. Paul Krugman ci aiuta a dimostrare che moltissima responsabilità è della cattiva politica: “Innanzitutto la buona notizia: si ammette finalmente che le misure di austerità non funzionano. Ma ecco quella cattiva: almeno a breve termine, le prospettive di cambiamento appaiono quanto mai scarse. È in quest’ultimo mese che la favola della fiducia è morta. Negli anni scorsi, gran parte dei politici europei, al pari di molti dei loro omologhi ed esperti americani, sono stati prigionieri di una dottrina economica distruttiva: una teoria secondo la quale i governi avrebbero dovuto fronteggiare la depressione economica non già aumentando la spesa per compensare il calo della domanda privata, come indicano i trattati di riferimento, ma attraverso il rigore fiscale e l’abbattimento della spesa pubblica, in nome dell’equilibrio di bilancio”.
L’annunciata prossima uscita di scena di Jean Paul Trichet – uno dei teorici della fiducia nelle tasse – dalla scena europea si inserisce in questo solco fallimentare di teoria economica. Mario Monti, già da domenica, sembra (ma lo deve ancora dimostrare) aver accettato l’idea di recuperare una cinquantina di miliardi di euro, tassando attraverso lo stato svizzero gli evasori italiani che lì hanno costitutito riserve di capitali in nero. Senza colpo ferire e senza nuove tasse, e rimangiandosi il previsto aumento dell’Iva al 23%, avrebbe finalmente i soldi per finanziare lo sviluppo senza mortificare ulteriormente le tasche dei suoi concittadini.
Segnali importanti anche per la piccola Siena, la cui economia dipende grandemente dalle scelte fatte altrove. E che la superficialità di tanti ha ignorato: il fallimento di Bearn & Stearns e lo scoppio della bolla immobiliare dei mutui subprime negli Usa, il crollo dei mercati finanziari travolti dallo scandalo dei derivati tossici nel 2007 dovevano far comprendere che non era il caso di acquistare Antonveneta, specie alla modica somma di 9 miliardi (che poi ci è stato detto essere 10,1 ndr): ma la politica è miope, pensa solo al consenso del momento.
La nuova edizione di banca Monte dei Paschi di Siena prende oggi l’avvio con il primo Consiglio di Amministrazione dell’era Profumo. Dopo l’annuncio che il nuovo presidente vuole fare di MPS “la migliore banca d’Italia entro il 2020” che non vuol dire necessariamente la banca con maggiore capitalizzazione di borsa, naturalmente, c’è molta curiosità in giro per sapere cosa abbia in testa Alessandro Profumo, come si rapporterà con il territorio e i dipendenti.
Intanto cresce l’attesa per il servizio che Report ha girato a Siena nei giorni passati e che andrà in onda domenica sera su Rai 3 alle 21:20 circa. Pare con indicazioni importanti su come siano stati sperperati tanti soldi per sponsorizzazioni e progetti di implementazione miseramente falliti senza risultati. Si parlerà di cattiva politica e della disinformazione in cui sono stati lasciati i cittadini senesi, che per troppo tempo sono stati ingannati con le favole della senesità e dell’arzigogolo del 51%, che ha dato il colpo finale alla breve storia della Fondazione MPS, tracollata non ancora maggiorenne (esiste dal 1995).
Siena deve fare i conti, però, anche con la non tanto inattesa crisi in Comune. Il clima di tensione tra le due parti che non pare destinato a comporsi. Mentre, infatti, il sindaco Ceccuzzi potrebbe essere propenso a fare delle concessioni alle richieste dell’ala margheritina per il bene della città, il cuore diessino del partito è fermamente contrario a qualsiasi cedimento. In questo clima anche il recente incontro tra Anna Gioia e Guido Carli per trovare una mediazione è finito con un niente di fatto, dato che i due si sono mantenuti su posizioni inconciliabili. Restano ferme le richieste già note: Monaci presidente, Pinciani onorevole, sostituzione di Massimo Bianchi e del vicesindaco Marzucchi. Al posto di quest’ultimo però potrebbe essere favorito Graziano Battisti, visto che Cortonesi pare nicchiare.
Ma la politica senese non sta ferma e ci sarebbe in corso una campagna acquisti per portare all’approvazione del bilancio nel prossimo consiglio comunale. Uno dei sei dissidenti potrebbe essere sul punto di cedere… La malaugurata ipotesi di elezioni anticipate non pare poi così preregrina. Da Roma, intanto, il diktat: ricostituire un’area di centro nel partito e se ne occuperebbe Giulio Carli, affidando la gestione del gruppo a Pier Paolo Fiorenzani. Ci potrebbe essere anche un clamoroso rientro, alle porte, ma è tutto da verificare.
Dall’altra parte nessuno sta immobile in attesa degli eventi. E così si parla con insistenza di una candidatura di un personaggio di spicco, a capo di una lista civica sostenuta dai fratelli Monaci, nella quale dovrebbero entrare anche l’ex-sindaco Maurizio Cenni e Fabio Borghi. Voci riferiscono che da Roma sarebbe stato anche annunciato che Franceschini avrebbe lasciato soli gli ex-margheritini.
Voci, ipotesi, strategie… chi più ne ha più ne metta; quello che è certo è che nessuno vuole cedere di un passo.