Lo chiede Federmanager Siena
Il tema di cui la stampa nazionale e locale si sta occupando ora e che sarà al centro dell’imminente assemblea della Banca il 27 dicembre, è quello dei tempi di aumento del capitale e oggettivamente gli interessi di Banca e di Fondazione sono contrapposti.
Le motivazioni presentate dal CdA MPS con cui rifiuta di ritardare l’aumento di capitale, aumento che nessuno può più mettere in discussione, significherebbe perdere le certezze derivanti dal contratto firmato dal consorzio internazionale di garanzia, tanto più che a primavera il mercato sarà in ebollizione per gli aumenti di capitale che l’Europa sta imponendo ad altre banche e che tardare l’operazione e non liberarsi dei Monti Bond vedrebbe aumentare ancora gli interessi al di là di quel 9% già particolarmente gravoso!
Nel contempo è comprensibile la preoccupazione della Fondazione che dovendo vendere in tempi tanto rapidi, rischierebbe l’escussione dell’intero pacchetto azionario in suo possesso da parte delle banche creditrici. Realizzare invece valori più congrui significherebbe poter reinvestire in nuovi asset dai quali la fondazione possa partire con un patrimonio, ben lontano da quello dei tempi d’oro, ma tale comunque da poter ancora dare un contributo al benessere della città e mantenere il supporto ad importanti realtà quali tra le altre, l’Università o l’Accademia Chigiana che tengono alto il nome di Siena nel mondo.
E’ evidente come gli interessi di Banca e Fondazione appaiono difficilmente conciliabili, ma riteniamo che una banca di interesse nazionale e una fondazione con una lunga storia alle spalle non possano lasciar indifferente il Tesoro (cui tra l’altro spetta la vigilanza sulle fondazioni bancarie) o lo stesso Ministero dell’Economia
Non sappiamo se le ipotesi ventilate in questi giorni di operazioni legate a scambi di titoli tra Fondazione MPS e altre fondazioni bancarie possa essere perseguibile, ma riteniamo che il Governo non debba lasciare intentato nessun tentativo di soluzione.
Certo è che, qualunque sia l’esito di questo braccio di ferro, ciò che non può essere messo in discussione sono i progressi compiuti nel risanamento della Banca messo in atto dalla nuova dirigenza grazie anche ai grandi sacrifici richiesti ai dipendenti e alla città.
Il nostro auspicio è che non si crei una situazione tale da ridar fiato al ”partito della nazionalizzazione”, l’unico esito che ci pare vada evitato in quanto a quel punto non solo sarebbe persa ogni senesità della Banca, ma avremmo perso anche la Fondazione con il suo ancor possibile contributo alla crescita del territorio.
Federmanager Siena