Finisce un'era discussa di conflitti di interessi
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di Red
SIENA. Il governo è caduto, non vittima di tranelli parlamentari, non abbandonato da un alleato di governo, ma dalla sua incapacità di decidere una linea politica ed economica. Le scene di giubilo che si sono viste in televisione sono un segnale forte, anche se non condivisibile.
Come previsto, Napolitano ha dato l’incarico a Mario Monti, proteggendolo da subito con l’immunità garantita dalla nomina a senatore a vita: una polizza necessaria in questa Italia in difficoltà. Un volto nuovo, per l’agone politico romano, e altamente credibile sui mercati internazionali: proprio la cura dell’immagine tanto cara all’ex premier è il trampolino di lancio del governo che si andrà a fare.
Dai primi nomi che vengono proposti si capisce che ancora una volta una generazione che è ormai vecchia e superata vuole rimanere in sella. Al ministero della Sanità si spende il nome di Umberto Veronesi: abbiamo proprio bisogno di un ultraottantenne in conflitto di interessi con le sue diverse attività, che ha fatto il doppio salto della quaglia in appena un anno (nucleare); o Giuliano Amato, agli Esteri o all’Economia, settantatreenne pensionato da oltre 30mila euro mensili? Per ironia della sorte, l’unico partito che si è già messo all’opposizione è la Lega. Eppure la pattuglia milanese che si annuncia al governo è quanto mai nutrita e formata da illustri professori provenienti da Cattolica e Bocconi.
Dopo Papandreu se ne è andato anche Berlusconi. Ma i pericoli per la stabilità italiana, economico-finanziaria oltre che politica, non finiscono con il nuovo governo e la politica feroce di austerità colpirà tutti e non solo alcune categorie. Ci attenderanno “lacrime e sangue”, ma almeno potremmo recuperare un po’ di credibilità a livello internazionale. Il premier incaricato ed il suo aplomb sono proprio tutta un’altra cosa. Non sarà il nuovo che avanza in termini di età, ma almeno l’educazione (buona) che avanza, sì.
La discesa del differenziale Btp-Bund sarà un segnale beneaugurante, saranno il taglio delle spese e il finanziamento dello sviluppo i motori nazionali della ripresa. Così i mercati si incaricheranno di spostare il focus su altre crisi, finora appena annunciate, in primis la Francia e, a ruota la Germania. A quel punto nemmeno la Gran Bretagna si salverà dal dover affrontare la crisi, anche se non fa parte della zona-euro. E magari sarà possibile rinegoziare i diktat dell’Eba, penalizzanti per le banche italiane, e la resurrezione europea farà da traino alla ripresa americana. La quadratura del cerchio.
Dopo Papandreu se ne è andato anche Berlusconi. Ma i pericoli per la stabilità italiana, economico-finanziaria oltre che politica, non finiscono con il nuovo governo e la politica feroce di austerità colpirà tutti e non solo alcune categorie. Ci attenderanno “lacrime e sangue”, ma almeno potremmo recuperare un po’ di credibilità a livello internazionale. Il premier incaricato ed il suo aplomb sono proprio tutta un’altra cosa. Non sarà il nuovo che avanza in termini di età, ma almeno l’educazione (buona) che avanza, sì.
La discesa del differenziale Btp-Bund sarà un segnale beneaugurante, saranno il taglio delle spese e il finanziamento dello sviluppo i motori nazionali della ripresa. Così i mercati si incaricheranno di spostare il focus su altre crisi, finora appena annunciate, in primis la Francia e, a ruota la Germania. A quel punto nemmeno la Gran Bretagna si salverà dal dover affrontare la crisi, anche se non fa parte della zona-euro. E magari sarà possibile rinegoziare i diktat dell’Eba, penalizzanti per le banche italiane, e la resurrezione europea farà da traino alla ripresa americana. La quadratura del cerchio.