Il centro storico invaso di montepaschini come non mai
di Red
SIENA. Un corteo così lungo senza il Palio vinto era una novità per Siena. Secondo i sindacati hanno sfilato fino a 5000 persone, chiassose e piene di cartelli ironici, striscioni che dimostravano la provenienza da tutta Italia dei manifestanti.
asTrombette e fischietti (ieri in città non se ne trovava più uno da comprare), insieme al vociare di tantissimi dialetti, da Padova a Lecce, da Teramo alla Sicilia, alle bandiere nuove di zecca delle varie sigle sindacali, alla constatazione che la cosiddetta senesità doveva essere il valore umano aggiunto alla banca tradizionale, e invece il tradimento di pochi ha portato alla rovina per tutti.
Cercando la sorpresa, il sindaco di Siena invece di attendere, come promesso, i manifestanti in Piazza del Campo fuori dal portone del Comune si è presentato alla Lizza, debitamente scortato da polizia e carabinieri, ma alla fine si è eclissato, dopo aver ricevuto “l’omaggio degli amici”.
Doveva protestare anche lui contro la Direzione Generale, ma non si è visto per tutto lo svolgimento del corteo: giusto due foto per la stampa locale che potrà raccontare a chi non era presente ai giardini pubblici una storia più “gustosa”.
C’era anche il presidente della provincia, anche lui pronto per la foto e per gli articoli della stampa. Una mezz’ora di noiose public relations per i due uomini politici che potranno così declamare la celebre frase “Io c’ero!”. La mattinata, però, l’hanno proseguita altrove. Magari nei loro uffici dove si stanno tenendo proprio in queste ore le “grandi manovre” attraverso le quali i 13 deputati da loro nominati in Palazzo Sansedoni domattina dovranno scegliere i candidati della Fondazione per il CdA di MPS che verrà votato il prossimo 28 aprile.
Alle 11:30 il corteo entrava in Piazza Matteotti e la testa del corteo si ripresentava priva dei due amministratori pubblici. Il corte è poi proseguito rumorosamente. Alle ore 12:40 in cima a Via Pianigiani, di ritorno dal tour turistico Salimbeni-Travaglio-Banchi di Sotto-Campo-Costarella, Via di Città e torna indietro. Niente comizio davanti Sallustio Bandini: piazza troppo piccola e manifestanti troppo numerosi. Valeva la pena pensarci prima che era il caso di fermarsi in Piazza del Campo. Forse nessuno, neppure gli organizzatori e promotori della protesta si attendevano così tanta partecipazione di gente!
Dietro la statua del nobiluomo, c’erano diversi poliziotti. Il portone della Rocca era dolorosamente chiuso. A parte qualche fumogeno colorato e qualche mortaletto in Piazza, in verità tutto è scorso tranquillo, almeno dal punto di vista dell’ordine pubblico.
Mentre sfilava, è giunta la notizia che la Banca d’Italia auspica che un concreto aumento di capitale il Monte lo faccia per davvero, e non con gli aggiustamenti contabili di Fabrizio Viola.
Reazioni a caldo colte qua e là non riferibili dal cronista … per una questione di “decenza”!
A Roma in Via Nazionale temono per i risultati di bilancio, in quanto, come avevamo anticipato, il CdA uscente vorrebbe procedere all’ammortamento dell’avviamento, che potrebbe generare una maxi perdita a bilancio, che tanto sarebbe negativo lo stesso. Come hanno fatto prima Unicredit e poi Intesa.
Ricordiamo che in fondo c’è sempre la carta dei Co. Co. Bond da giocare, e il Direttore Generale ne sa certamente più di noi. Ora non resta che sedersi al tavolo delle trattative: il sindacato c’è, e i rappresentanti che sono stati “in quiescenza” per tutti questi anni (14 senza sciopero sono un piccolo record) sanno che dovranno tenere duro perché i lavoratori della banca ci sono e rimangono veramente arrabbiati e preoccupati per il loro futuro.