Il consesso aveva per tema la Fondazione e l'abolizione del vincolo del 4 per cento...
SIENA. Il 12 luglio si è tenuto un consiglio comunale monotematico, convocato su sollecitazione di undici consiglieri di minoranza, con all’odg l’intervento della Fondazione alla assemblea straordinaria dei soci di Banca Mps del 18 luglio nella quale sarà votata la modifica dell’art. 9 dello statuto della Banca, ovvero la abolizione del tetto del 4% al diritto di voto dei soci privati. Si tratta di un passaggio cruciale per le sorti della Banca e della Fondazione perché, una volta abolito questo vincolo, qualora il già previsto aumento di capitale da un miliardo venga sottoscritto da un solo socio, questi diventerà di fatto il maggiore azionista e quindi il padrone della Banca in quanto la Fondazione che oggi detiene il 33.5% delle azioni si”diluirà” al 8-10% perché non in grado di sottoscriverne neanche una parte (non ha liquidità) e perché venderà parte cospicua delle sue azioni per ripagare i 350 milioni di debito che le costano 30 milioni di interessi all’anno.
A sette giorni dalla data del consiglio erano state presentate quattro mozioni. Il mercoledì 10, a due giorni dal consiglio, i Capigruppo hanno incontrato i vertici della Fondazione che in sintesi hanno affermato che la Banca Mps va molto male (il vincolo di riservatezza è caduto dopo le affermazioni di Valentini “a mercati aperti” in consiglio comunale) e che il consiglio della struttura tecnica al presidente Mancini era di votare a favore della abolizione del vincolo nella certezza (loro) di un successivo rialzo del valore della azione Mps e quindi migliori possibilità per la Fondazione di onorare i debiti. Mancini dava anche lettura di una missiva datata 14 marzo, inoltratagli da Profumo, nella quale il vice-Direttore del Tesoro, a nome della Repubblica Italiana (sic!), intimava alla Banca di abolire il vincolo perchè in caso contrario la Commissione Europea “potrebbe” (testuale) considerare i (Tre)Monti bond aiuti di stato e costringere il Monte a restituirli, decretandone così il fallimento o meglio la nazionalizzazione.
Delle quattro mozioni, una era della maggioranza, firmata dai 4 capigruppo del Pd, di SEL, dei Riformisti e di Siena Cambia, una era stata presentata da due consiglieri di Siena Cambia, Sabatini e Trapassi di obbidienza monaciana versante Alberto. Le altre due dal baricentro Civico capeggiato da Neri e da Cittadini di Siena. La mozione della maggioranza, dopo cinque pagine in cui si parlava di tutto, terminava nel dispositivo invitando il sindaco “ad intraprendere tutte le azioni che riterrà necessarie nei confronti degli enti sovraordinati (Unione Europea, Governo e Parlamento italiano, etc.) al fine di tutelare e salvaguardare il ruolo locale e nazionale di Banca MPS, rispetto al quale la Fondazione Mps e la città di Siena sono referenti del ruolo storico giocato dalla banca verso le istanze economiche, sociali e culturali del territorio. Specificatamente ad intraprendere ogni azione perchè il Governo italiano non si esima dal tutelare adeguatamente un’azienda strategica per l’intero Paese, ponendo in atto ogni azione possibile verso la Commissione Europea affinché ci siano tempi più ragionevoli per valutare e concordare il piano industriale di Banca Mps, garantendo così un periodo sufficiente per trovare nuovi soci che sostituiscano le quote di partecipazione che necessariamente Fondazione Mps dovrà cedere: tutto ciò con l’obiettivo di costituire un complessivo azionariato, quantomeno di maggioranza relativa, che ruoti intorno alla Fondazione ed assicuri la necessaria stabilità, indispensabile a garantire il ruolo e l’efficienza di una grande banca nazionale”. Una supercazzola!
Le altre tre mozioni sostanzialmente chiedevano la stessa cosa: rinvio della decisione per farla prendere alla nuova Fondazione che entrerà in carica il 4 agosto e, nel caso che il rinvio non fosse impossibile, votazione contraria alla modifica dell’articolo 9 da parte della attuale Fondazione.
Riporto il dispositivo della nostra mozione. “…si IMPEGNA il Sindaco di Siena a convocare immediatamente gli Organi Amministrativi della Fondazione MPS per comunicare loro il fermo invito a votare contro la modifica dell’art. 9 dello statuto di Banca Monte dei Paschi di Siena, ovvero contro l’eliminazione del tetto del 4% al diritto di voto dei soci privati.”
Dopo la illustrazione delle mozioni da parte dei primi firmatari sono iniziate le grandi manovre.
Il consigliere Mauro Aurigi, 5Stelle, proponeva un emendamento alla nostra mozione, cambiandone il dispositivo per meglio adeguarlo a quanto emerso dal confronto con le altre e a quanto appreso nella audizione di Mancini due giorni prima.
Il nuovo dispositivo della nostra mozione, concordato con Aurigi e Laura Vigni (Sinistra per Siena), diventava il seguente “Il Consiglio comunale impegna il Sindaco ad intraprendere ogni azione presso la Fondazione MPS, presso i Governi e i Parlamenti nazionale ed europeo e presso la Banca d’Italia affinché, per i motivi elencati in premessa, sia riconsiderata la richiesta di abolire il limite del 4% previsto dall’art. 9 dello statuto della Banca MPS alla partecipazione azionaria e/o diritto di voto dei soci diversi dalla Fondazione e che comunque venga concessa una proroga sufficiente per approfondire la questione, anche sul tema del 4%, tenuto conto che il mandato degli attuali organismi dirigenti della Fondazione Mps, maggiore azionista della Banca MPS, è in scadenza il prossimo mese di agosto. Analoghe azioni, con le stesse motivazioni, si impegnano a intraprendere i Gruppi consiliari dei partiti e dei movimenti nei confronti delle proprie rappresentanze, ove presenti, nel Parlamento nazionale e in quello europeo.”
Il capogruppo di (quel che è rimasto di) Siena Cambia proponeva invece a nome della maggioranza un Ordine del Giorno (sembra partorito da 5 ore di estenuante mediazione dalle 19 alle 24 del giorno prima), da approvare all’unanimità facendo “cadere” tutte le mozioni.
Ve ne propongo il testo integrale “Il Consiglio comunale, in relazione al rinnovo degli organi di indirizzo, di amministrazione e di controllo della Fondazione Mps, previsti per il mese di Agosto, fermo rimanendo lo spirito e la lettera delle disposizioni di cui al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153 e delle sentenze della Corte Costituzionale n. 300/2003 e n. 301/2003, in materia di corretta gestione del patrimonio e di autonomia delle Fondazioni di origine bancaria, qualora con l’intervento della Commissione Europea e del Governo si verificassero le necessarie condizioni oggettive, ritiene auspicabile che a tali nuovi organi sia concessa la possibilità di assumere le decisioni più idonee. Tutto ciò anche in virtù delle valutazioni che alcune delle forze politiche che compongono l’attuale maggioranza hanno più volte espresso circa l’opportunità che l’attuale vertice della Fondazione venisse rinnovato prima della fine del suo mandato. Il Consiglio comunale, alla luce di quanto sopra, rinnova il proprio auspicio nei confronti di tutti gli organi della Fondazione Mps, affinché, nell’esercizio delle proprie autonome prerogative statutarie, possano agire con consapevolezza e responsabilità sociale al fine di tutelare il patrimonio della stessa fondazione e gli interessi della Fondazione.” SUPERCAZZOLA BIS!!
A questo punto il Consiglio è stato interrotto per un’ora e mezzo per cercare di trovare un accordo su un documento unitario, ma senza successo essenzialmente a causa della rigidità della Capogruppo Pd Persi e dello scarso impegno del Sindaco in tal senso.
In extremis D’Onofrio, solleticando la mia smania di protagonismo, a nome della maggioranza mi proponeva di trasformare in Ordine del Giorno la mia mozione così come emendata da Aurigi, con qualche piccola modifica, assicurandomi l’onore di presentarla e il voto della maggioranza. Peccato che la piccola modifica fosse in realtà sostanziale, cassando il paragrafo dedicato alla inadeguatezza della attuale Fondazione e alla necessità che tutto venisse demandato alla nuova, contenuto nelle premesse, e nella cancellazione di ogni riferimento al limite del 4% nel dispositivo.
Chiaramente la trattativa si è fermata qui e alla fine dei giochi sono rimaste sul tappeto la mozione della maggioranza, così come era stata presentata, e un nuovo OdG della consigliera Sabatini, che trascrivo integralmente: “Il consiglio comunale, con l’auspicio di portare un contributo al processo decisionale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, riconoscendo e ribadendo l’autonomia della stessa, manifesta al Presidente, alla Deputazione Amministrativa e alla Deputazione Generale della Fondazione MPS il proprio orientamento affinché 1. l’attuale Fondazione Monte dei Paschi di Siena rinvii la decisione relativa alla cancellazione del tetto del 4% ai soci privati. 2. Qualora il rinvio di cui al precedente punto 1. non venga attuato si chiede alla F.MPS di esprimere voto contrario alla rimozione del vincolo del %. 3. Siano i nuovi organi della Fondazione MPS che saranno eletti il prossimo agosto, a trovare nuovi soci per Banca MPS. 4. I nuovi organi della Fondazione MPS raggiungano un accordo preventivo con i nuovi soci di Banca Mps per siglare un patto “di sindacato che garantisca gli attuali livelli di occupazione e la sede della Banca Mps”.
A sette giorni dalla data del consiglio erano state presentate quattro mozioni. Il mercoledì 10, a due giorni dal consiglio, i Capigruppo hanno incontrato i vertici della Fondazione che in sintesi hanno affermato che la Banca Mps va molto male (il vincolo di riservatezza è caduto dopo le affermazioni di Valentini “a mercati aperti” in consiglio comunale) e che il consiglio della struttura tecnica al presidente Mancini era di votare a favore della abolizione del vincolo nella certezza (loro) di un successivo rialzo del valore della azione Mps e quindi migliori possibilità per la Fondazione di onorare i debiti. Mancini dava anche lettura di una missiva datata 14 marzo, inoltratagli da Profumo, nella quale il vice-Direttore del Tesoro, a nome della Repubblica Italiana (sic!), intimava alla Banca di abolire il vincolo perchè in caso contrario la Commissione Europea “potrebbe” (testuale) considerare i (Tre)Monti bond aiuti di stato e costringere il Monte a restituirli, decretandone così il fallimento o meglio la nazionalizzazione.
Delle quattro mozioni, una era della maggioranza, firmata dai 4 capigruppo del Pd, di SEL, dei Riformisti e di Siena Cambia, una era stata presentata da due consiglieri di Siena Cambia, Sabatini e Trapassi di obbidienza monaciana versante Alberto. Le altre due dal baricentro Civico capeggiato da Neri e da Cittadini di Siena. La mozione della maggioranza, dopo cinque pagine in cui si parlava di tutto, terminava nel dispositivo invitando il sindaco “ad intraprendere tutte le azioni che riterrà necessarie nei confronti degli enti sovraordinati (Unione Europea, Governo e Parlamento italiano, etc.) al fine di tutelare e salvaguardare il ruolo locale e nazionale di Banca MPS, rispetto al quale la Fondazione Mps e la città di Siena sono referenti del ruolo storico giocato dalla banca verso le istanze economiche, sociali e culturali del territorio. Specificatamente ad intraprendere ogni azione perchè il Governo italiano non si esima dal tutelare adeguatamente un’azienda strategica per l’intero Paese, ponendo in atto ogni azione possibile verso la Commissione Europea affinché ci siano tempi più ragionevoli per valutare e concordare il piano industriale di Banca Mps, garantendo così un periodo sufficiente per trovare nuovi soci che sostituiscano le quote di partecipazione che necessariamente Fondazione Mps dovrà cedere: tutto ciò con l’obiettivo di costituire un complessivo azionariato, quantomeno di maggioranza relativa, che ruoti intorno alla Fondazione ed assicuri la necessaria stabilità, indispensabile a garantire il ruolo e l’efficienza di una grande banca nazionale”. Una supercazzola!
Le altre tre mozioni sostanzialmente chiedevano la stessa cosa: rinvio della decisione per farla prendere alla nuova Fondazione che entrerà in carica il 4 agosto e, nel caso che il rinvio non fosse impossibile, votazione contraria alla modifica dell’articolo 9 da parte della attuale Fondazione.
Riporto il dispositivo della nostra mozione. “…si IMPEGNA il Sindaco di Siena a convocare immediatamente gli Organi Amministrativi della Fondazione MPS per comunicare loro il fermo invito a votare contro la modifica dell’art. 9 dello statuto di Banca Monte dei Paschi di Siena, ovvero contro l’eliminazione del tetto del 4% al diritto di voto dei soci privati.”
Dopo la illustrazione delle mozioni da parte dei primi firmatari sono iniziate le grandi manovre.
Il consigliere Mauro Aurigi, 5Stelle, proponeva un emendamento alla nostra mozione, cambiandone il dispositivo per meglio adeguarlo a quanto emerso dal confronto con le altre e a quanto appreso nella audizione di Mancini due giorni prima.
Il nuovo dispositivo della nostra mozione, concordato con Aurigi e Laura Vigni (Sinistra per Siena), diventava il seguente “Il Consiglio comunale impegna il Sindaco ad intraprendere ogni azione presso la Fondazione MPS, presso i Governi e i Parlamenti nazionale ed europeo e presso la Banca d’Italia affinché, per i motivi elencati in premessa, sia riconsiderata la richiesta di abolire il limite del 4% previsto dall’art. 9 dello statuto della Banca MPS alla partecipazione azionaria e/o diritto di voto dei soci diversi dalla Fondazione e che comunque venga concessa una proroga sufficiente per approfondire la questione, anche sul tema del 4%, tenuto conto che il mandato degli attuali organismi dirigenti della Fondazione Mps, maggiore azionista della Banca MPS, è in scadenza il prossimo mese di agosto. Analoghe azioni, con le stesse motivazioni, si impegnano a intraprendere i Gruppi consiliari dei partiti e dei movimenti nei confronti delle proprie rappresentanze, ove presenti, nel Parlamento nazionale e in quello europeo.”
Il capogruppo di (quel che è rimasto di) Siena Cambia proponeva invece a nome della maggioranza un Ordine del Giorno (sembra partorito da 5 ore di estenuante mediazione dalle 19 alle 24 del giorno prima), da approvare all’unanimità facendo “cadere” tutte le mozioni.
Ve ne propongo il testo integrale “Il Consiglio comunale, in relazione al rinnovo degli organi di indirizzo, di amministrazione e di controllo della Fondazione Mps, previsti per il mese di Agosto, fermo rimanendo lo spirito e la lettera delle disposizioni di cui al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153 e delle sentenze della Corte Costituzionale n. 300/2003 e n. 301/2003, in materia di corretta gestione del patrimonio e di autonomia delle Fondazioni di origine bancaria, qualora con l’intervento della Commissione Europea e del Governo si verificassero le necessarie condizioni oggettive, ritiene auspicabile che a tali nuovi organi sia concessa la possibilità di assumere le decisioni più idonee. Tutto ciò anche in virtù delle valutazioni che alcune delle forze politiche che compongono l’attuale maggioranza hanno più volte espresso circa l’opportunità che l’attuale vertice della Fondazione venisse rinnovato prima della fine del suo mandato. Il Consiglio comunale, alla luce di quanto sopra, rinnova il proprio auspicio nei confronti di tutti gli organi della Fondazione Mps, affinché, nell’esercizio delle proprie autonome prerogative statutarie, possano agire con consapevolezza e responsabilità sociale al fine di tutelare il patrimonio della stessa fondazione e gli interessi della Fondazione.” SUPERCAZZOLA BIS!!
A questo punto il Consiglio è stato interrotto per un’ora e mezzo per cercare di trovare un accordo su un documento unitario, ma senza successo essenzialmente a causa della rigidità della Capogruppo Pd Persi e dello scarso impegno del Sindaco in tal senso.
In extremis D’Onofrio, solleticando la mia smania di protagonismo, a nome della maggioranza mi proponeva di trasformare in Ordine del Giorno la mia mozione così come emendata da Aurigi, con qualche piccola modifica, assicurandomi l’onore di presentarla e il voto della maggioranza. Peccato che la piccola modifica fosse in realtà sostanziale, cassando il paragrafo dedicato alla inadeguatezza della attuale Fondazione e alla necessità che tutto venisse demandato alla nuova, contenuto nelle premesse, e nella cancellazione di ogni riferimento al limite del 4% nel dispositivo.
Chiaramente la trattativa si è fermata qui e alla fine dei giochi sono rimaste sul tappeto la mozione della maggioranza, così come era stata presentata, e un nuovo OdG della consigliera Sabatini, che trascrivo integralmente: “Il consiglio comunale, con l’auspicio di portare un contributo al processo decisionale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, riconoscendo e ribadendo l’autonomia della stessa, manifesta al Presidente, alla Deputazione Amministrativa e alla Deputazione Generale della Fondazione MPS il proprio orientamento affinché 1. l’attuale Fondazione Monte dei Paschi di Siena rinvii la decisione relativa alla cancellazione del tetto del 4% ai soci privati. 2. Qualora il rinvio di cui al precedente punto 1. non venga attuato si chiede alla F.MPS di esprimere voto contrario alla rimozione del vincolo del %. 3. Siano i nuovi organi della Fondazione MPS che saranno eletti il prossimo agosto, a trovare nuovi soci per Banca MPS. 4. I nuovi organi della Fondazione MPS raggiungano un accordo preventivo con i nuovi soci di Banca Mps per siglare un patto “di sindacato che garantisca gli attuali livelli di occupazione e la sede della Banca Mps”.
Per la mozione di maggioranza sono intervenuti diversi consiglieri, i più col compitino scritto e con dichiarazioni irrilevanti. Di maggiore importanza l’intervento della capogruppo Pd Persi che in pratica ha rivendicato la mozione come fine della ingerenza della politica nella Banca (dimenticandosi evidntemente di dire che continuava, con Profumo e le sue manovre, l’ingerenza del Partito stavolta magari non più senese, ma romano) e del Sindaco il quale in sintesi ha affermato che l’abolizione del vincolo del 4% era necessaria perché, al di là dei diktat del Tesoro, di Bankitalia e della Commissione Europea, la Banca Monte dei Paschi è in condizioni disastrose e la Fondazione è a rischio commissariamento. Si è scordato ovviamente di dirci di chi sono le responsabilità politiche di tutto questo, dato che non si può addossare tutto alla “banda di delinquenti” che ha rovinato i conti, di certo godendo di coperture ai massimi livelli.
Concludo riportandovi il testo del mio intervento nella dichiarazione di voto a favore dell’ordine del giorno della minoranza, così come l’ho ricostruito dai miei appunti estemporanei. Ho votato a favore nonostante che i promotori dell’ordine del giorno, Sabatini e Trapassi, non godano della mia fiducia in quanto partecipi anche loro fino ad ieri del Sistema Siena, perché ho ritenuto utile in questo frangente enfatizzare la compattezza della minoranza e la divisione della maggioranza. Da segnalare che il buon Marzucchi, mutacico e triste lontano dal Governo, ha votato con la maggioranza.
“Caro Presidente, caro Sindaco, cari Colleghi, avrei voluto fare un intervento ben diverso. Avrei voluto fare un intervento a commento di un pronunciamento unitario del consiglio comunale che desse forza al Sindaco nella sua opera di moral suasion nei confronti del Governo e della Commissione Europea. Ma tutto questo non è stato possibile: il Partito, quello con la P maiuscola, che, come ha detto Grillo nella assemblea dei soci della Banca a gennaio, “si è fatto Banca”, non vuole più ingerenze della politica nella Banca e rinuncia anche a dare un indirizzo alla Fondazione di cui ha nominato larga parte dei membri. Come diceva Don Abbondio, il coraggio uno non se lo può dare … Cari cittadini, la nostra comunità si trova in una posizione molto scomoda. Abbiamo un cappio intorno al collo, la delega già concessa a Profumo, ricordata dal consigliere Aurigi, per l’aumento di capitale e per la sua troppa ampia libertà di movimento, come se fosse il padrone della Banca. Ora si vorrebbe toglierci da sotto i piedi lo sgabello sul quale siamo pericolosamente in bilico. Con la abolizione del 4% daremo un calcio allo sgabello, impiccandoci con la premurosa assistenza di Profumo. Siamo d’altra parte compiaciuti che dalla discussione sia emersa la convergenza di alcune forze politiche su posizioni che importanti sostenitori della nostra lista tengono da anni, spesso in passato in splendida solitudine, ma con la consapevolezza di essere nel giusto, nel solo interesse di Siena visto che col clima vigente in Città negli ultimi anni certo di vantaggi personali non ne hanno avuti. Proprio perchè non abbiamo interessi particolari da tutelare non siamo contrari di principio alla abolizione o alla modifica dell’art.9 dello statuto della Banca che oggi limita al 4% il tetto di voto ai soci privati. Siamo assolutamente contrari alla sua abolizione in questo momento preciso. L’ordine del giorno da noi sottoscritto e per il quale voteremo, ha per quanto ci riguarda l’obiettivo di permettere l’apertura di un ampio dibattito nella comunità e nelle Istituzioni perché la nuova Deputazione possa individuare con serenità le migliori soluzioni nell’interesse della Città, della Fondazione e della Banca”.
Hanno votato a favore della mozione della maggioranza
Enrico Tucci
Enrico Tucci