"Il piano industriale reale è solo lacrime e sangue e non presenta nessun segnale di discontinuità con il passato"
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SIENA. “Il nuovo Piano Industriale 2012-2015 approvato dal CdA del Monte dei Paschi di Siena è esclusivamente basato su tagli occupazionali e del salario. Questo progetto non ha nessuna possibilità di rilanciare la Banca, ma anzi decreta il ridimensionamento della strategia del Gruppo. Dopo sei mesi di chiacchiere e di immobilismo assoluto sulle politiche commerciali e sull’attività creditizia, l’Azienda svela il suo unico obiettivo: la messa in discussione dei posti di lavoro e il drastico peggioramento delle condizioni del personale. Come nelle più deleterie realtà produttive si sceglie di scaricare sui lavoratori l’assoluta incapacità del management e la totale mancanza di idee a livello di progetto industriale”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, Marco Manneschi, Vicecapogruppo Idv in Consiglio regionale della Toscana, e Roberto Rizzo, Responsabile del Dipartimento Lavoro-Welfare Idv Toscana.
“Gli oltre 4600 esuberi paventati, l’esternalizzazione del Back Office, la chiusura di 400 filiali non in linea con gli obiettivi di redditività, il drastico abbattimento salariale nel periodo del Piano, la sostanziale disdetta del Contratto Integrativo (assetti salariali, incentivi, assunzioni) e lo stravolgimento dell’Organizzazione del Lavoro sono i segni evidenti di un piano che non ha come obiettivo la crescita, ma un disperato tentativo di salvataggio”, incalzano Manneschi e Rizzo.
“Come avevamo già denunciato – concludono Manneschi e Rizzo – il piano industriale reale è solo lacrime e sangue e non presenta nessun segnale di discontinuità con il passato, ma ha come unico tratto distintivo quello di far ricadere le responsabilità manageriali sui lavoratori in assenza di una scelta politica di riportare la banca al suo vero ruolo, mettendo al primo i cittadini e le imprese”.