I dipietristi fanno il punto della situazione a Siena. E si soffermano sulle dichiarazioni del "giorno dopo"
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SIENA. Il dato politico più rilevante, ormai, non è più il voto sul bilancio consuntivo ma le affermazioni di questi giorni: la prima è quella dei massimi dirigenti del PD locale che definiscono il comportamento dei consiglieri ribelli come “iniziativa vergognosa guidata solo da logiche familistiche e personali connesse all’insoddisfazione per le nomine di MPS“. La seconda è di Alberto Monaci in persona che, colto sul vivo, finge addirittura di non conoscere Giulio Carli e conta su Luigi Berlinguer per evitare ogni complicazione interna al partito.
Poi c’è la rassicurante posizione degli ex Margherita: “se il bilancio è a posto lo votiamo“, come se il consuntivo non fosse semplicemente l’ovvia risultanza di tutte le decisioni che essi medesimi hanno via via assunto e suffragato. E, alla fine, c’è la frase clou, rilasciata, questa, dal primo cittadino: “resto solo se si approva il bilancio“.
Ecco, il punto è proprio qui: non è possibile permettere che la cosa si risolva rinegoziando nelle segrete stanze gli sciagurati accordi di potere or ora denunciati; non lo consentono le regole minime del gioco democratico. I panni sporchi vanno lavati pubblicamente perché la città non può permettersi un Comune in permanente stato di ricatto e di assedio su ogni più piccola questione.
Il sindaco Ceccuzzi dovrebbe avere un sussulto di dignità e coraggio e dimettersi. Altrimenti dovranno essere i partiti che lo sostengono a dover pretendere che si azzeri la situazione per ridare la parola ai cittadini di Siena che – visto che qui non possiamo fare un Governo tecnico – hanno il diritto/dovere di pronunciarsi su cosa sta accadendo nelle maggiori Istituzioni della Città. E lo devono fare per motivi del tutto opposti a quelli suggeriti dal centrodestra: per consentire ai senesi di stabilire in sede elettorale e una volta per tutte se non debbano radicalmente cambiare le regole del gioco a partire dalla profonda riforma del sistema delle nomine in Fondazione, responsabile primo, seppure non esclusivo, di ogni sventura.
IDV Siena