"I vertici aziendali mostrano arroganza e approssimazione"
SIENA. Dalle Segreterie Provinciali di Siena DIR CREDITO FIBA – CISL FISAC – CGIL riceviamo e pubblichiamo.
“Nei suoi oltre 500 anni di storia il Monte dei Paschi non aveva forse mai attraversato una fase complessa come l’attuale. Tale realtà è assolutamente chiara ai soggetti coinvolti, in particolar modo ai lavoratori, ma sembra non spingere alla responsabilizzazione i vertici aziendali che al contrario affrontano la situazione con arroganza ed approssimazione.
L’attuale top management, al quale si continua a riservare un trattamento economico esorbitante attraverso contratti che ci si rifiuta di rendere pubblici, è responsabile di un radicale deterioramento del clima interno e della continua messa in discussione delle capacità professionali dei lavoratori che, lo ricordiamo, sono gli unici punti di forza di un’Azienda che da mesi è priva di strategie commerciali credibili.
Il clima di intimidazione messo in atto nei giorni precedenti l’ultimo sciopero si sta generalizzando e ad esso si accompagna la continua umiliazione della professionalità dei lavoratori da parte di un management che deve ancora dimostrare le sue capacità, delle quali peraltro dubitiamo fortemente.
Proprio nel bel mezzo di una trattativa decisiva per il futuro del Monte dei Paschi, l’atteggiamento sfrontato messo in campo dai nuovi vertici aziendali suona come una sfida fuori luogo nei tempi e nei modi, in particolare da chi cura i rapporti con i dipendenti, che oltre a cozzare con la storia della banca, vanno decisamente oltre il comune senso del rispetto.
I lavoratori che per anni hanno dato tutto il loro impegno all’Azienda adesso vengono messi in un angolo spesso senza alcuna ragione e, a quanto ci risulta, devono anche difendersi da accuse infamanti e senza alcun fondamento, con il rischio concreto di esporre la Banca ad azioni che i singoli potrebbero legittimamente muovere a propria tutela. E’ questa la discontinuità messa in atto allo scopo di rilanciare la Banca? E’ questo il rinnovamento propugnato da esponenti politici che continuano, tra l’altro, ad intrattenere immotivatamente rapporti con i vertici aziendali?
E a proposito della necessità di discontinuità che dire delle dichiarazioni in proposito di Turiddo Campaini, attuale Vice Presidente della Banca, presente nel CdA dal 2003? Pensa forse che la discontinuità non lo riguardi? Di essere adeguato ad ogni circostanza?
In questa fase occorrerebbe, invece di falsi proclami, assumere atteggiamenti coerenti, costruttivi e credibili improntati a un confronto serio e responsabile con le OO.SS. aziendali con l’intento di trovare soluzioni condivise e non di provocare e frustrare i dipendenti”.
“Nei suoi oltre 500 anni di storia il Monte dei Paschi non aveva forse mai attraversato una fase complessa come l’attuale. Tale realtà è assolutamente chiara ai soggetti coinvolti, in particolar modo ai lavoratori, ma sembra non spingere alla responsabilizzazione i vertici aziendali che al contrario affrontano la situazione con arroganza ed approssimazione.
L’attuale top management, al quale si continua a riservare un trattamento economico esorbitante attraverso contratti che ci si rifiuta di rendere pubblici, è responsabile di un radicale deterioramento del clima interno e della continua messa in discussione delle capacità professionali dei lavoratori che, lo ricordiamo, sono gli unici punti di forza di un’Azienda che da mesi è priva di strategie commerciali credibili.
Il clima di intimidazione messo in atto nei giorni precedenti l’ultimo sciopero si sta generalizzando e ad esso si accompagna la continua umiliazione della professionalità dei lavoratori da parte di un management che deve ancora dimostrare le sue capacità, delle quali peraltro dubitiamo fortemente.
Proprio nel bel mezzo di una trattativa decisiva per il futuro del Monte dei Paschi, l’atteggiamento sfrontato messo in campo dai nuovi vertici aziendali suona come una sfida fuori luogo nei tempi e nei modi, in particolare da chi cura i rapporti con i dipendenti, che oltre a cozzare con la storia della banca, vanno decisamente oltre il comune senso del rispetto.
I lavoratori che per anni hanno dato tutto il loro impegno all’Azienda adesso vengono messi in un angolo spesso senza alcuna ragione e, a quanto ci risulta, devono anche difendersi da accuse infamanti e senza alcun fondamento, con il rischio concreto di esporre la Banca ad azioni che i singoli potrebbero legittimamente muovere a propria tutela. E’ questa la discontinuità messa in atto allo scopo di rilanciare la Banca? E’ questo il rinnovamento propugnato da esponenti politici che continuano, tra l’altro, ad intrattenere immotivatamente rapporti con i vertici aziendali?
E a proposito della necessità di discontinuità che dire delle dichiarazioni in proposito di Turiddo Campaini, attuale Vice Presidente della Banca, presente nel CdA dal 2003? Pensa forse che la discontinuità non lo riguardi? Di essere adeguato ad ogni circostanza?
In questa fase occorrerebbe, invece di falsi proclami, assumere atteggiamenti coerenti, costruttivi e credibili improntati a un confronto serio e responsabile con le OO.SS. aziendali con l’intento di trovare soluzioni condivise e non di provocare e frustrare i dipendenti”.