La regolamentazione sta diventando sempre più comune. E' dannosa per le criptovalute?
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Il mondo delle criptovalute sta vivendo una fase cruciale per il suo sviluppo. Da una parte sta aumentando la penetrazione nei confronti del grande pubblico, dall’altra deve superare le ritrosie di chi vede in pericolo le posizioni acquisite all’interno dello scenario economico nazionale e internazionale.
D’altronde, nelle intenzioni di chi per primo ha teorizzato e poi creato le criptovalute, c’era proprio quella di scardinare l’equilibrio economico prestabilito, per democratizzarlo, renderlo più accessibile e trasparente. La tecnologia blockchain e il suo sistema di validazione delle transizioni condiviso, vogliono decentralizzare quei processi economici che adesso necessitano di un ruolo di intermediazione decisivo da parte non solo di istituzioni finanziarie private, ma anche di banche centrali e governi nazionali.
Blockchain e criptovalute: molto più di un asset di investimento
Seppur non organicamente, ma a macchia di leopardo, il settore delle criptovalute sta dando dimostrazione a più riprese delle sue molteplici applicazioni e possibilità. Non solo come asset da inserire nel proprio portafoglio personale di investimento: l’evoluzione e la diffusione delle criptovalute va oltre la necessità di essere continuamente aggiornati sul prezzo ethereum euro o sull’acquisto di Bitcoin attraverso degli exchange.
Gli esempi non mancano: ci sono stati nazionali che hanno adottato le criptovalute come moneta nazionale da affiancare a quelle tradizionali, altri che accettano criptovalute per il pagamento di tasse e tributi e che stanno investendo in ricerca e sviluppo tecnologico. E c’è molto di più, perché le numerose applicazioni della blockchain coinvolgono anche sport, intrattenimento, moda: gli NFT ne sono una dimostrazione. Basti pensare a quanto realizzato su Decentraland in occasione degli Australian Open del 2022 o dai brand del fashion in occasione della prima Metaverse Fashion Week dello scorso marzo.
La necessità di un quadro legislativo nazionale ed europeo
In questo scenario così vario e mutevole, la necessità di poter contare su un quadro legislativo chiaro non è più differibile: un obiettivo che deve realizzarsi in un regole capaci di trovare un giusto equlibrio tra le esigenze delle istituzioni, poco inclini a lasciare spazio di manovra a un comparto non ancora del tutto decifrato, e quegli attori che con modalità diverse vedono nel mondo crypto una grande risorsa per il futuro non solo dell’economia, ma anche della tecnologia e dell’impresa privata.
Il MiCA, il regolamento approvato dal Consiglio dell’Unione Europea
Recentemente è stato approvato dal Consiglio dell’Unione Europea il testo di un regolamento, il MiCA (acronimo di markets in crypto-assets) che ha come obiettivo la creazione di un quadro condiviso, all’interno dello scenario continentale, su norme e autorizzazioni relativa a tutti quei servizi collegati al mondo delle criptovalute. Oltre a voler promuovere la concorrenza leale tra i diversi fornitori, provando a garantire stesse opportunità in un mercato così complesso, il regolamento spinge anche sullo sviluppo tecnologico e sul garantire la sicurezza dei diversi sistemi di pagamento.
Un pacchetto di soluzioni che dovrebbe portare innanzitutto stabilità finanziaria, oltre che tracciare il solco per quelle che possono essere le iniziative legislative dei singoli stati europei. È fin troppo evidente come tecnologie per loro stessa natura così sovranazionali, al momento difficilmente possono trovare un inquadramento che possa soddisfare gli obiettivi dei singoli governi, a maggior ragione in un contesto economico come quello attuale così delicato e frastagliato.