Giordano, Bianchini e Corsi smorzano gli entusiasmi sulla Fondazione
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SIENA. Nelle ultime 48 ore, cioè da quando la Fondazione MPS guidata dalla presidente Mansi ha ufficializzato la vendita di una cospicua parte delle azioni della Banca MPS per ripianare la montagna di debiti che gravano sul proprio bilancio, abbiamo assistito ad una insistente e tambureggiante serie di prese di posizioni a dir poco entusiastiche.
Il primo ad arrivare, e non poteva essere altrimenti, è stato Valentini che da buon corridore, è stato il più tempestivo nel rivendicare il merito di aver scelto la Mansi e di non aver messo a capo della Fondazione qualche ‘compagnuccio’ di partito. A parte la curiosità che suscita il vezzeggiativo (si preannunciano uscite dal PD analoghe a quelle dei renziani amiatini?) basterebbe ricordare la mesta fine di Pizzetti, sparito in un batter di ciglia dopo la convinta sponsorizzazione del primo cittadino, per comprendere quale sia la potestà di libera scelta che ha il sindaco di Siena.
Ad un’incollatura dal primo cittadino è arrivato poi il PD ‘ufficiale’ guidato da Mugnaioli, che con una bella virata, si è accodato alla soddisfazione per l’operato della Fondazione, sentendosi in obbligo però di ascriverne il merito anche al lavoro di Profumo (il quale non più di un paio di mesi fa pronosticava scenari apocalittici se non si fosse proceduto subito con un aumento di capitale lampo che avrebbe azzerato la Fondazione).
Vorremmo che le varie anime del PD la smettessero di giocare sulla pelle di Banca e Fondazione, mostrando almeno quel pudore necessario a chi ha amministrato direttamente o indirettamente per decenni qualsiasi istituzione cittadina gettando Siena in una crisi epocale.
Per parte nostra, abituati ad utilizzare la ragione come conoscenza della realtà secondo tutti i suoi fattori, di fronte all’unico dato certo che è a nostra disposizione e cioè il passaggio di proprietà del 12% della Banca Mps dalla Fondazione a non ancora ben specificati investitori ci asterremo dall’incensare l’operato della Mansi e dal gridare al miracolo consapevoli che come scriveva Goethe “i misteri non sono ancora miracoli”.
Giuseppe Giordano, Andrea Corsi, Massimo Bianchini