SIENA. In risposta alla lettera di Pietro Staderini, intendiamo fare alcune pubbliche considerazioni oltre che alcuni chiarimenti.
nnanzitutto, non possiamo far altro che ringraziarlo per il suo invito. E’ buona educazione, a nostro avviso, ringraziare chiunque ci inviti a unirsi a lui alla realizzazione di un progetto, dato che ciò denota la condivisione delle nostre proposte oltre che delle valutazioni che sono state fatte. Siamo sempre stati contrari alla demonizzazione dell’avversario: di fatto porta solo a polarizzare il consenso politico, trasferendo la dialettica politica dai partiti alla cittadinanza, provocando spaccature, confusione e smarrimento inutili; senza raggiungere risultati che poi meritino di lasciare il segno con un’accezione positiva. Per questo intendiamo ricambiare l’invito di Staderini con il nostro invito ai moderati del PDL ad unirsi a noi per costituire un’area centrista autonoma aperta al dialogo.
In un periodo di evidente recessione economica, l’apparente polarizzazione del confronto politico non potrebbe innescare quel processo riformatore necessario a rilanciare, come una molla nell’economia, il tessuto imprenditoriale, commerciale, produttivo, culturale, finanziario, turistico del territorio. Di fatto, come pare che sia condiviso da ampi strati della cittadinanza, è arrivato il momento di ritornare a guardare lontano, pensando al futuro piuttosto che contrapporre blocchi polarizzati, apparentemente alternativi. Quindi è il caso di fare un passo in avanti, ponderato, ma senza perdite di tempo né inutili dilazioni.
Per quanto concerne la proposta di Pietro Staderini, ci teniamo a rispondere con due riflessioni. Primo, non è detto che ogni volta che si faccia una critica, questo implichi il passare dall’altra parte; le nostre critiche sono state volutamente propositive, con l’intento di individuare alcune tematiche che urgono un intervento repentino dell’amministrazione del territorio. Secondo, se ogni presa di posizione implicasse il passaggio dall’altra parte, allora il PDL che ha votato il documento d’indirizzo della Fondazione MPS, dovrebbe passare nella maggioranza di governo oppure sciogliersi per confluire nel PD.
E’ nei nostri intenti evitare di appartenere ad una logica puerile amico-nemico, binaria 0-1, stai con me o contro di me. Per questo, desideriamo identificare un’area aperta al dialogo, un’area che sia di autonomia e di contenuto. Innanzitutto di autonomia, perché il PDL si muove con le stesse logiche dei vecchi apparati del PD e questo non è
di nostro gradimento. In secondo luogo, un’area di contenuti, perché non occorre tanto indottrinare né polarizzare la cittadinanza in una spaccatura politica destra-sinistra, quanto ragionare su quelle proposte che potrebbero liberare risorse bloccate da un sistema lobbistico, quanto rilanciare la libera iniziativa nel campo di settori ad elevati potenziali di redditività (e basso impatto ambientale) come il terziario avanzato e la consulenza. Ma per far ciò occorrono le tre "I": internazionalizzazione, intraprendenza, informatica. Aggiungeremmo una quarta "I": “indipendenza, nel senso di autonomia dei contenuti e trasparenza del dibattito politico. Perciò lo snodo cruciale resta ancora lo stesso.
Associazione “Giovani Democratici"