Distrarsi con MPS costa caro alle finanze personali del manager
di Red – foto Corrado De Serio
SIENA. Verrebbe da chiedersi, come per la vicenda di un deputato che preferì dimettersi per tornare a Siena e diventare sindaco per un anno, chi glielo fa fare ad Alessandro Profumo a sbattersi tanto per il Monte dei Paschi, quando i suoi affari personali vanno in malora. Qualche giorno fa Italia Oggi ha offerto il rendiconto delle “difficoltà del business consulenziale” dell’ex-presidente di Unicredit. Infatti il manager genovese “ha dovuto firmare due assegni rispettivamente di 226.628 e 18.000 euro per costituire col primo una riserva e col secondo sottoscrivere il 60% del nuovo capitale di Appeal Strategy & Finance, società di advisory da lui costituita al momento dell’uscita da Unicredit assieme a Isidoro Lucciola”. Il quale ha dovuto puntualizzare, nel verbale di assemblea, dopo aver registrato una perdita di 478.724 euro, che “l’esercizio è stato caratterizzato da un rallentamento dell’attività soprattutto per effetto di sopravvenuti incarichi e impegni esterni di un socio fondatore (la nomina di Profumo a Mps, ndr)”.
Secondo il quotidiano finanziario, Appeal Strategy & Finance prevede un 2013 migliore: tuttavia i soci “hanno comunque dovuto coprire il passivo: intanto rinunciando sia Profumo sia Lucciola (azionista al 20% tramite L&P Investimenti) a 27.000 euro di finanziamento e poi effettuando il già citato versamento. Con l’assegno di Profumo e quello di Lucciola pari a 151.085 euro e l’uso della riserva ex finanziamento soci, la perdita è stata ripianata ma si è dovuto anche azzerare il capitale pari a 90.000 euro. Successivamente il capitale è stato ricostituito ma solo fino a 30.000 euro: a quel punto Profumo ha sottoscritto il suo 60% mentre Lucciola si è fatto carico dell’inoptato del socio uscente, Paolo Cavallo, salendo dal 20% al 40%. Cavallo, ex manager di Reckitt Benckiser, era arrivato in Appeal Strategy & Finance poco più di un anno fa”.