La crisi del volontariato politico ha molte cause. Anche la televisione...
SIENA. La crisi del volontariato politico è purtroppo sotto gli occhi di tutti; tale fenomeno è ascrivibile
a molteplici cause, una su tutte quella della proposta da parte soprattutto di 30 anni di televisione commerciali di modelli ispirati a tutto tranne che all’altruismo ed alla salvaguardia del bene comune.
Non secondaria la diffusione sempre più rapida di tecnologie che tra gli innumerevoli aspetti positivi, hanno quello negativo di consentire ad ognuno di interagire con gli altri senza uscire da casa e quindi eliminando il rapporto personale fondamentale per sapersi muovere disinvoltamente nei vari consessi.
Se l’analisi è fondamentale, indispensabile è la sintesi, considerando che è questa la realtà nella quale viviamo la miglior cosa da fare è essere consapevoli e prenderne atto, facendo tesoro della fortuna che ha la nostra città ad avere un valore aggiunto come quello delle contrade che ci ha assicurato il mantenersi dei rapporti sociali ed umani che in altre città si sono perse da tempo.
D‘altro canto, questo ha comportato una serie di molteplici conseguenze e, fra queste, il fatto che negli ultimi anni la partecipazione dei cittadini all’attività politica volontaria sia diminuita in maniera drammatica. Ciò dipende solamente dalle varie considerazioni fatte? Certamente no. La crisi della politica generale ha contribuito? Certamente si. Se è vero che in numerose occasioni molti partiti non hanno brillato per coinvolgimento della base e condivisione di idee e programmi, è anche vero che lo svuotarsi dei luoghi di rappresentanza e delle riunioni nelle quali sono prese le decisioni (dove se presenti si prendono , oppure si evita che vengano prese quelle sbagliate) è certo stato facilitato dal fatto che è molto più immediato (e credo costi anche meno fatica) fare cena a casa e poi scrivere un bel post su Facebook.
In questo scenario nel quale c’è ben poco da stare allegri, hanno però ancora più evidenza le cose positive, come quella che il PD continui ad essere un partito nel quale elaborazione e condivisione diretta con gli iscritti di idee e programmi sono, se non sempre attuate, almeno tentate, per quanto con esiti perlomeno alterni. Se questo continua ad essere spesso, nonostante tutto possibile, una grossa fetta di merito è ascrivibile alle presenza dei Circoli, presenza che in alcuni territori come quello nel quale si trova la nostra Città è e continua ad essere capillare.
I Circoli sono ad oggi l’unico luogo nel quale ogni iscritto ha ancora modo di elaborare, discutere, integrare e criticare le idee che vengono proposte, e di proporre le proprie. Questo ruolo delle cosiddette sezioni, utilizzando una terminologia del passato, è forse uno dei pochi valori intrinsecamente preziosi che il PD continua a mantenere, e questo è reso possibile dal lavoro di volontariato appassionato che è svolto dai segretari, dai loro collaboratori e da tutti quelli che, ognuno a seconda delle proprie possibilità, contribuiscono in qualche modo alla vita attiva di ogni Circolo.
I Circoli PD sono anche uno dei luoghi, ancora numerosi nella nostra Città, nei quali sia possibile concretizzare una qualche forma di aggregazione sociale, contribuendo al mantenimento di quella rete di solidarietà popolare che ancora permea e caratterizza la nostra identità di italiani (chi non ne è del tutto convinto, provi a farsi una bella gita negli USA o nel nord Europa). Risulta fondamentale l’interazione con i Circoli ARCI, con i quali i Circoli PD condividono spesso i luoghi, oltre che gli iscritti e gli attivisti, e che in fatto di aggregazione sociale e volontariato hanno certo più da insegnare che da imparare.
Se in questa società in mutamento rapido e spesso convulso ci si sforza di pensare a qualcosa che, da questo punto di vista, valga la pena di proteggere e valorizzare, i Circoli PD sono certamente una di quelle forme di resistenza civile che ci piace identificare.
Germana Lorenzoni, Maurizio Ferretta e Stefano Bonacci
Membri Esecutivo Unione Comunale PD “Città di Siena”