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Ai soggetti storicamente preposti, come Caritas Diocesana e Misericordia, nel corso degli ultimi anni si sono aggiunte iniziative di supporto e l’attività costante e quotidiana di CasaPound, impegnata in una assistenza capillare e tuttavia insufficiente a coprire la complessità delle crescenti necessità. Il supporto alimentare si concretizza necessariamente in prodotti a bassa deperibilità, impedendo quindi una completezza di alimentazione, cui si affianca la capacità di offrire sollievo per una parte delle esigenze essenziali di una famiglia: un pacchetto di sussistenza dovrebbe infatti comprendere anche un supporto concreto per la casa, la scuola, la sanità ed il trasporto. Diviene indispensabile ripensare e rimodulare il sistema di welfare alla luce dell’articolazione delle differenti tipologie di necessità.
Il tessuto sociale sta palesando i segni di un preoccupante e progressivo deterioramento, determinato dal numero crescente di cittadini non in grado di assicurarsi un’esistenza dignitosa.
Il quadro prospettico appare ulteriormente preoccupante, alla luce delle crescenti voci di ulteriori crisi occupazionali comprese in settori ritenuti erroneamente al riparo da congiunture economiche e delocalizzazioni e dall’incapacità da parte dell’Amministrazione comunale di supportare emergenze sociali sempre più convulse.
Lo stesso Comune, al di là di isolate iniziative, come la pubblicità al progetto “Spesa SOSpesa” promosso nel dicembre 2015 dalla UniCoop, Misericordia e Caritas, in grado di raccogliere 180 quintali di alimenti a beneficio di 600 nuclei familiari, non si è dimostrato in grado di dare una efficace continuità, limitandosi ad una attività di monitoraggio e sostegno parametrata agli scenari economici dei decenni precedenti, priva evidentemente di rimodulazioni determinate dalla catastrofe MontePaschi e dalla congiuntura economica generale”.