Il sindaco di Torrita all'Assemblea Nazionale del Partito
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ROMA. All’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, erano presenti cinque delegati senesi su i sei eletti nelle ultime politiche tra cui il capolista area renziana Giacomo Grazi.
“Un’assemblea molto partecipata – dichiara Grazi – incentrata più sulla persona di Renzi che sulle idee e i programmi messi in campo da Renzi e dall’attuale segreteria. Una storia che si ripete, come se la storia niente insegnasse come hanno ribadito nei loro interventi l’ex segretario Ds Piero Fassino e l’ex primo segretario Pd Walter Vetroni, a suo tempo silurati da lotte intestine che ciclicamente si ripresentano nel nostro partito.
La slealtà di certi atteggiamenti della minoranza è stata veemente rimarcata dalla Bellanova ex sindacalista, responsabile della comunicazione nelle primarie Renzi-Bersani e Cuperliana di ferro. Un’analisi lucida del nostro partito la possiamo fare riallacciando il panorama nazionale al panorama locale. In area torritese, per esempio, il partito dimostra di tenere bene con la rinnovata segreteria ed una tenuta del numero dei tesserati, proprio in virtù dell’appoggio alle idee ed i programmi della segreteria nazionale, che cercano di abbinare i fatti concreti dell’amministrazione ai progetti politici del Partito Democratico.
Rinnovamento non vuol dire non considerare posizioni diverse da quelle dettate dalla segreteria nazionale, ma anzi vuol dire confrontarsi e migliorarsi, vuol dire comunque navigare tutti insieme per un obbiettivo, quello di renderci utili al nostro paese, risolvere i problemi di chi ci ha eletto e adoperarsi per un Italia migliore. Parlando spesso con cittadini e tesserati giungo alla conclusione che non possiamo più permetterci di coltivare troppe serpi in seno, quelle serpi che auspicano solo e sovente ad un tornaconto personale.
Il paradosso è proprio in virtù di certi comportamenti, che la gente si avvicina o si allontana dal partito; coloro che accusano Renzi di personalismo non si rendono conto che sono vent’anni che il loro “io” a prescindere sovrasta qualunque posizione politica che una comunità come quella del partito democratico si prefigge. Ben venga quindi il congresso luogo di incontri e di confronti soprattutto tra i tesserati, dove, ne sono sicuro, chi perderà sarà leale con il segretario vincitore così come deve essere in democrazia”.