Per Sileoni (Fabi) "L'azienda gioca a carte coperte"
di Red
SIENA. Volumi di scambio sottili, col pericolo che a fine settimana gli operatori potrebbero decidere di prendersi profitto, riportando l’indice al ribasso. In una giornata positiva per lo spread, che scende a 439 punti base sul BTp/Bund decennale, il titolo MPS sale di poco: +0,73% a euro 0,1804. Probabilmente è questo il valore di mercato dell’istituto di credito senese, ma non troverete un analista che abbia voglia di spiegare il perché. L’incidenza della politica sulla governance è troppo forte e tende a escludere il titolo dalla reale contendibilità.
In serata, dopo aver conosciuto l’esito della prima giornata di trattative tra le OO.SS. e la Direzione Generale, Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, ovvero il maggior sindacato dei bancari, ha messo immediatamente i puntini sulle “i”: “C’è da scommettere che in questa prima fase della trattativa sul piano industriale del Gruppo MPS l’azienda terrà le carte coperte limitandosi a dare una generica prospettiva sulle cose da fare. Anche perchè il ”Leitmotiv” aziendale di queste settimane è: nessun esubero e nessun licenziamento. Niente di più falso”. Proseguendo con le sue considerazioni sul piano industriale del gruppo bancario senese ha aggiunto: “Al di là delle tematiche come la disdetta del Contratto Integrativo Aziendale o la chiusura di 400 filiali o forme di solidarietà per la diminuzione dei costi, la partita si gioca soprattutto sulle esternalizzazioni delle cosiddette lavorazioni a ‘basso valore aggiunto’. Ad oggi risulterebbero essere tre le società con cui MPS sta trattando: Bassilichi (partecipata da MPS all’11%), Cedacri, Cartasi oltre, sembrerebbe, ad una quarta azienda straniera (come da noi preannunciato, ma senza conferme ufficiali, ndr). La cessione a queste società delle attività e del personale – dando magari in cambio contratti di servizio per qualche anno – non garantisce assolutamente il posto di lavoro ed il contratto dei bancari ai 2.300 dipendenti interessati, se non per un breve periodo di tempo. E’ questo il grande inganno del gruppo MPS. E’ la dimostrazione di una strategia aziendale di corto respiro, che tende a spostare i problemi più avanti, con soluzioni che penalizzano esclusivamente i lavoratori. E’ la dimostrazione che il problema licenziamenti viene scaricato ad un’altra azienda per tentare di lavarsi le mani e la coscienza. Gridiamo forte il nostro no alle esternalizzazioni”. Il sindacato sembra aver finalmente capito il nocciolo del problema e cerca di riprendere il pallino del gioco prima che sia troppo tardi. Qualcuno ha la sensazione che tutto questo sia un tentativo della politica di far ringollare i licenziamenti al Tandem per presentarsi in campagna elettorale (che è già cominciata), dicendo “Avete visto come siamo stati bravi a far ritirare gli esuberi alla DG?”.
Pare che esistano sondaggi che registrano incertezza totale sulla nuova tornata elettorale che arriverà in primavera: ma l’arrivo di un candidato alternativo credibile avrebbe la forza di uno schiacciasassi, di un moderno Barbicone, del tracollo del partito. Ma questi protagonisti della politica che cambiano disinvoltamente idee e convinzioni non devono dimenticare di essere gli stessi protagonisti dell’inarrestabile declino della città. Lando Sileoni sta a Roma certamente, ma i suoi rappresentanti sul territorio senese (come quelli della Fisac e gli altri) sono gli stessi che appena poco più di un anno fa approvavano la gestione Mussari a occhi chiusi e per questo sono sempre più delegittimati dalla continua restituzione delle tessere sindacali da parte di una base esasperata, se non psicologicamente distrutta.