SIENA. Siamo sotto Natale, tempo di acquisti. Da fare in negozi senesi, dice un’associazione di estrema destra. Come sempre, però, si tacciono i veri motivi per i quali i negozi chiudono e per i quali i colossi della grande distribuzione si possono permettere di imporre prezzi e tempi delle vendite. Il punto è che la precarizzazione delle condizioni lavorative ha innescato un meccanismo di concorrenza al ribasso tra i lavoratori basato sul prezzo delle proprie prestazioni lavorative. Chi chiede meno in termini di salario e diritti è favorito per avere un posto di lavoro rispetto a chi chiede anche solo l’applicazione del contratto di lavoro di categoria. Questo porta inevitabilmente ad un abbassamento di salari e stipendi e ad una compressione della capacità d’acquisto.
Ne soffrono ovviamente i negozi, gli artigiani e le piccole imprese che non possono permettersi di reggere la concorrenza delle grandi aziende. Quindi contratti in nero o grigio, straordinari fuori busta o non pagati, ritmi frenetici e orari disumani, qualifiche inferiori alle mansioni svolte e caporalato diventano la norma. Cose che fino a 20 anni fa erano marginali in Toscana sono adesso la normalità: le agenzie interinali offrono la possibilità di far lavorare le persone senza doverle assumere, evitando quindi all’azienda gli oneri economici e legali di un’assunzione, fioriscono “cooperative” nate ad hoc spesso per riassumere con contratti peggiori gli stessi lavoratori licenziati che svolgevano quel servizio in azienda, le delocalizzazioni delle aziende, sfruttando la concorrenza sul mercato internazionale del lavoro, lasciano a casa centinaia di lavoratori. Il tutto per ottenere lo stesso risultato: aumentare i guadagni sulle spalle di chi lavora. E mentre i disoccupati e i precari aumentano, il costo della vita, invece non accenna a diminuire. Per questo è pura demagogia invitare semplicemente ad acquistare nei piccoli negozi cittadini senza affrontare a muso duro le vere cause della crisi in cui ci troviamo: la ineguale distribuzione della ricchezza, lo sfruttamento e la precarizzazione dei lavoratori, il capitalismo di rapina (incluso lo sviluppo sregolato e insostenibile della grande distribuzione).
Buon Natale a tutti i lavoratori, i precari, i disoccupati, le partite IVA, ai piccoli artigiani e ai commercianti con l’augurio di un 2019 di lotte per riconquistare tutti quei diritti sociali che i governi degli ultimi decenni, in modo trasversale, hanno inesorabilmente eroso.
Potere al Popolo Siena e Provincia