SIENA. In questi giorni si stanno rincorrendo sui social media e sulla stampa diverse ‘letture’ sulla mozione di sfiducia al Sindaco Valentini voluta dal M5S, mozione che già dai suoi albori ne faceva presagire gli esiti. Normalmente queste iniziative vengono prese nel momento in cui ci sono solide basi per ottenere un risultato positivo, ma si sa, Siena non è una città normale e sono quindi comprensibili le diverse chiavi di lettura che stanno animando il dibattito. Così come è evidente che ciò succede perché la città è attualmente priva di una guida in grado di dare una sterzata. Il tempo è galantuomo e chiarirà se tutti gli intenti erano nobili. La cosa certa, però, è che dietro una falsa compattezza della maggioranza si cela un sindaco per più ragioni appeso ad un filo. Con l’uscita dalla maggioranza di una componente rappresentativa di Siena Attiva (ex Siena Cambia), il primo cittadino continua ad amministrare in base ad un premio di maggioranza che oggi non gli spetterebbe più, il Consiglio comunale non rappresenta più la volontà della maggioranza degli elettori e quindi il Sindaco è oggi espressione della minoranza dei senesi. In un sistema democratico ed in presenza di una classe politica che ne fosse vera espressione, ciò comporterebbe senza ombra di dubbio le dimissioni. Inoltre, gli interventi di alcuni rappresentanti della maggioranza nella discussione sulla mozione hanno chiarito che il Sindaco è sotto scacco perché gli è stato rinfacciato a più riprese di aver fatto poco o nulla di quanto promesso in campagna elettorale. L’attacco principale gli è stato rivolto non dalla parte del PD che lo ha sempre digerito poco, ma da coloro che lo hanno voluto e sostenuto. Poichè ci troviamo già nella fase discendente del mandato è assai improbabile che ci sia un cambio di passo e quindi anche i ‘novelli riformatori’ rischiano di essere delegittimati in conseguenza della loro stessa azione, tanto più che i loro ispiratori si solo lanciati in una serie di dichiarazioni contraddittorie che gli hanno già fatto perdere la patente di innovatori. Poichè ‘carta canta’ ci sarà chi glielo ripeterà con continuità. La campagna elettorale è già aperta e chi non ha difeso Siena sarebbe bene fosse messo in condizione di ritirarsi a vita privata. Questa volta agli elettori non serviranno ulteriori prove.
Giuseppe Giordano capogruppo Siena Rinasce